Nicola Pinna per www.lastampa.it
BAMBINI IN SPIAGGIA
Fingeva di telefonare, ma in mano nascondeva una fotocamera piccolissima e potentissima. Scattava di continuo, mentre i bambini giocavano, saltellavano e si inseguivano senza rendersi conto di nulla.
Sulla spiaggia di Rimini, non lontano dalla grande ruota panoramica, il pedofilo si era nascosto tra la folla della battigia, mimetizzato tra migliaia di ombrelloni e asciugamani. Era convinto che nessuno si rendesse conto di lui e invece ha rischiato il linciaggio.
A salvarlo dalle botte dei genitori imbufaliti, e a denunciarlo, ci hanno pensato gli uomini della Squadra volante della polizia. Gli agenti sono arrivati dopo una chiamata urgente della Capitaneria di porto, alla quale qualcuno aveva segnalato la presenza di uno strano personaggio. Un sessantenne, insospettabile, della provincia di Vicenza.
Le prove
PEDOFILO RIMINI
Nel frattempo che le pattuglie si precipitavano nella zona del bagno 1, sulla spiaggia è scoppiato il parapiglia. Qualcuno ha osservato i curiosi movimenti (e la strana posizione) di quell’uomo e si è subito insospettito.
È andato a chiedere spiegazioni e così si è capito con chiarezza tutto quello che stava facendo: puntava l’obiettivo della sua piccola fotocamera (nascosta nel palmo di una mano) verso le bambine che correvano sul bagnasciuga e in silenzio scattava centinaia di fotografie.
bambini in spiaggia
«220 fotogrammi già registrati in memoria», hanno accertato gli agenti della Volante. «In gran parte erano bambine senza il reggiseno», annotano i poliziotti nella relazione per al magistrato di turno.
Tutto quello che era registrato nella memory card della fotocamera basta e avanza per una denuncia, ma dopo aver informato la procura della Repubblica i poliziotti hanno deciso anche di organizzare una perquisizione nella stanza dell’hotel in cui il pedofilo stava alloggiando da qualche giorno. L’indagine non è conclusa, anche perché la Questura di Rimini ha da analizzare anche qualche episodio passato.
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Il sessantenne vicentino, infatti, era già stato al centro di qualche altra indagine. Sempre per le sue passioni proibite. Del caso, infatti, si era già occupata la Polizia della Telecomunicazioni di Venezia, partendo da una segnalazione arrivata dalla Bielorussia.
Dove, guarda caso, il sessantenne di Vicenza era stato scovato tra gli utenti abituali di siti web pieni di materiale pedopornografico.
A Rimini, ieri, pensava di arricchire la sua galleria ma la rabbia dei genitori ha rischiato di sfociare in un pericoloso linciaggio.