Marco Patucchi per “la Repubblica”
operaio troppo lento 3
Lo stadio di una grande città, gremito in ogni ordine di posto. Anzi, tre stadi considerando che dietro ciascun lavoratore c' è quasi sempre una famiglia. Ecco, bisognerebbe provare a immaginare i numeri in carne ed ossa. Come gli oltre 60 mila operai che da tre mesi tirano avanti senza lo stipendio. Gli operai delle 18 aree e 13 regioni di " crisi industriale complessa", che aspettano ancora il rinnovo degli ammortizzatori sociali garantito dal governo.
di maio
L' esecutivo ha stanziato i fondi (117 milioni di euro) nella legge di Bilancio approvata a dicembre scorso, ma a tutt' oggi non c' è traccia del decreto interministeriale necessario a sbloccare quei soldi. Il che significa, appunto, che da gennaio più di 60 mila operai vivono, o sarebbe più giusto dire sopravvivono, senza un euro.
Per l'esattezza la stragrande maggioranza di loro perché in alcune zone, dove i governatori ( i fondi, destinati per lo più a mobilità e cassa integrazione in deroga, vengono richiesti dalle Regioni) avevano dei residui dell' anno precedente, qualche ammortizzatore è stato pagato. Poca cosa, comunque, e soprattutto un ripiego d' emergenza che ferisce ancora di più la dignità di lavoratori già provati da una crisi infinita.
operai gruppo fca
Il provvedimento dopo essere rimasto fermo per settimane nelle stanze del Ministero dello Sviluppo Economico, una volta incassato il via libera dell'ufficio legislativo è passato al ministero dell' Economia (meno di un chilometro la distanza tra via Veneto e via Venti Settembre) ed è lì in attesa dell' ulteriore, necessario passaggio, per poter poi approdare finalmente alla Corte dei conti e diventare operativo.
rockefeller center foto posata ma operai veri
Lungaggini burocratiche, " dispetti" tra ministeri o, magari, a certe Regioni. Resta il fatto che dopo gli impegni garantiti a parole dalla politica, il destino dei 60 mila è finito nel cono d' ombra. Come si trattasse di una norma qualsiasi e non di un provvedimento dal quale dipende la vita quotidiana di decine di migliaia di famiglie. Come se un giorno in più o in meno senza risorse, una settimana in più o in meno, un mese in più o in meno, fossero solo dettagli. La distanza tra gli annunci e i fatti.
LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE
«Qui in Sardegna la situazione è diventata insostenibile - racconta Roberto Forresu, responsabile della Fiom- Cgil nell' isola - quasi mi vergogno a raccontare che qualche giorno fa ho dato io personalmente un paio di centinaia d' euro ad un operaio di Portovesme che non sapeva come tirare avanti».
operai della perugina
Le aree di crisi industriale complessa sono sparse in tutta Italia, da Trieste ad Acerra e Battipaglia, da Savona a Frosinone, dalla Valle del Tronto a Venafro, da Taranto a Porto Torres, da Termini Imerese a Piombino, da Gela a Terni, da Porto Marghera a Livorno: interi territori e le relative comunità messe in ginocchio dalla crisi delle industrie, i siti produttivi legati a fabbriche " storiche" come le acciaierie di Piombino e Taranto, l' alluminio della ex- Alcoa nel Sulcis, la ex- Fiat di Termini Imerese o i petrolchimici di Gela e Porto Marghera; ma anche altrettante aziende di dimensioni minori, comunque vitali per quei territori.
luigi di maio
«Ci sono situazioni da pelle d' oca - sottolinea Salvatore Barone, responsabile dei settori produttivi della Cgil - e meno male che esiste ancora il welfare familiare. Siamo di fronte ad un' inadempienza politica e sociale inammissibile, il governo del cambiamento sta replicando, nei modi e nei tempi, quelli precedenti.
CASSA INTEGRAZIONE
Il ministro Di Maio, in coerenza con quanto concordato nell' ultimo incontro con i segretari di Cgil, Cisl e Uil Landini, Furlan e Barbagallo, apra un tavolo di confronto specifico sugli ammortizzatori sociali nel quale vengano definite le risorse assegnate e i tempi di erogazione. Va emanato subito il decreto interministeriale».