Leonardo Martinelli per "Specchio - la Stampa"
CentraleSupelec
Fucine dell'élite, sono il grande orgoglio della Francia: le "grandes écoles", a numero chiuso e di livello universitario, accessibili dopo un concorso durissimo, alla fine di scuole di preparazione, due o tre anni di studi serrati dopo la maturità. Intoccabili e ammirate. Eppure, in una delle più conosciute, CentraleSupélec, nel settore dell'ingegneria, si commettono aggressioni sessuali e stupri. Un vero shock.
CentraleSupelec
Con sede a Gif-sur-Yvelines, una trentina di km a sud-ovest di Parigi, CentraleSupélec dura tre anni e rilascia, come le altre "grandes écoles", un titolo del tipo Master 2. Su domanda di un'associazione studentesca contro il sessismo, Çapèse, la direzione di CentraleSupélec ha condotto un'inchiesta tra i suoi 2386 allievi, tutti brillantissimi.
I risultati sono sconcertanti. 51 donne e 23 uomini sono stati vittime di molestie sessuali nell'anno scolastico 2020-21 e rispettivamente 46 e 45 di aggressioni di tipo sessuale («contatti fisici con una parte sessuale del corpo, effettuati con violenza, costrizione, minaccia o sorpresa»).
VIOLENZA SESSUALE
Non solo: venti donne e otto uomini hanno denunciato stupri. In quasi nove casi su dieci l'aggressore era un compagno di studi: gli allievi vivono sul campus e spesso vi dormono anche. Romain Soubeyran, direttore di CentraleSupélec, ha trasmesso i dati alla procura competente in loco, quella di Evry, che ha avviato un'inchiesta.
VIOLENZA SESSUALE
Vuole «sanzioni nei confronti degli autori». «Giravano voci nella scuola a questo proposito - sottolinea Ibtissam Hamich, 21 anni, studentessa al secondo anno e presidentessa di Çapèse - ma mai avremmo immaginato che la situazione fosse così grave».
Hamich rifiuta facili generalizzazioni. «Non accetto che si facciano legami con il Covid: si può aver vissuto con difficoltà la pandemia senza aver aggredito altre persone». E «anche il fatto che ci sia solo il 19% di donne tra gli studenti non può esser una giustificazione».
VIOLENZA SESSUALE
Per lei «il problema è che non si parla sufficientemente di queste cose, come se non esistessero. Certi aggressori hanno l'impressione di poter fare quello che vogliono, senza essere disturbati, tanto il tema è un tabù, soprattutto per una scuola di eccellenza come la nostra».
Hamich si è detta piacevolmente sorpresa «del sostegno che ci hanno dato i vertici di CentraleSuperelc». Ma nelle altre "grandes écoles" qual è la situazione? I dubbi cominciano a serpeggiare. Un mito vacilla.