Alessandro Pasini per "Corriere della Sera"
Pronti, partenza, finita. La gara di Valentino in Moravia dura il tempo di un pensiero triste: quei due non li prenderò mai. E succede proprio così. Lorenzo è in stato di grazia: dalla pole prende la testa, si trascina Marquez per otto giri, poi sgasa, saluta, pennella e martella, trionfa davanti a 138.752 persone, la solita folla immensa di uno dei Gran premi più amati del mondo.
valentino rossi
Marquez, al contrario, stavolta è umanissimo, ma troppo lontano anche lui per questo Rossi crepuscolare. Secondo e perplesso, Marc scende da cavallo e capisce subito che la grande rimonta, appena sognata, forse è già finita: «Sono ancora vivo, ma recuperare 52 punti a due piloti in un colpo solo è dura».
Due piloti, appunto. Perché la grande notizia del giorno è proprio questa: Lorenzo primo e Rossi terzo significa che all' undicesima corsa dell' anno il Dottore ha perso il comando che deteneva dall' esordio in Qatar. I due galli del premiato pollaio Yamaha adesso sono pari a quota 211, ma 5 vittorie a 3 fanno di Jorge il nuovo boss dell' aia.
valentino rossi a indianapolis
«Il campionato riparte da zero», esulta l' hombre di Maiorca. Ovvio allora che Valentino, attapirato come non lo si vedeva da tempo, parli di «giornata deludente, sotto le aspettative». Ma com' è potuto accadere? Si diceva che l' unico problema rimasto erano le qualifiche, sabato Vale aveva acchiappato la prima fila e allora tutti abbiamo pensato: ecco la svolta. Come non detto.
«La partenza è stata abbastanza brutta e mi hanno superato Smith e Dovizioso - racconta Rossi -. Lì ho perso tempo, ma la questione è stata un' altra: andavo piano, senza ritmo, mai avuto un buon grip». È dipeso magari dalle gomme? Lorenzo ha scelto una combinazione media davanti/media dietro, Rossi invece una media/dura, forse sperando di resistere meglio alla probabile usura provocata dal caldo.
«Ma non è quello: le gomme le ho scelte solo perché mi ci trovavo bene, non per strategia». E allora che cos' è stato? «Dobbiamo ancora analizzare i dati. Peccato però, speravo di battere almeno Marquez». Per Valentino è l' 11° podio in 11 gare, in assoluto un ottimo risultato. Ma ci sono podi e podi.
Jorge Lorenzo
Pesanti come a Indianapolis oppure puramente inerziali come qui dove, dentro una gara piatta e senza pathos, peggio non si poteva proprio fare considerando la non competitività delle Ducati (buona quarta con Iannone, vittima di guai al motore riconosciuti anche dal capo Gigi Dall' Igna, deludente sesta con Dovizioso) e i problemi fisici di Pedrosa (dolorante alla caviglia e quinto).
Non solo: dopo il successo di Assen, Rossi ha perso 22 punti da Marquez e 10 da Lorenzo. È abbastanza per lanciare un allarme? «Anche cinque gare fa Jorge era a meno 1... - dice Valentino -. Il problema è che è tornato ad andare fortissimo». Lo spagnolo, caricato a molla, preannuncia sorridente «una battaglia bellissima» che riprenderà tra 15 giorni a Silverstone, pista amata dallo spagnolo e indigesta a Rossi. Si dovrà soffrire anche lì, prima di ritrovare vento buono a Misano. «Anche se non vorrei che a Misano fosse troppo tardi...», sussurra Valentino. Frase da brividi, frase non da lui. Speriamo sia solo la delusione di un attimo .
marc marquez