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    SUICIDIO, ULTIMA VIA - A NAPOLI UN AVVOCATO, CHE AVEVA ACCETTATO DI RICICLARE I SOLDI DEL CLAN CONTINI, SI TOGLIE LA VITA DOPO LE MINACCE DELLA CAMORRA AL FIGLIO: AVEVA SPESO PER SE’ I SOLDI CHE DOVEVA INVESTIRE PER I BOSS NEL SETTORE IMMOBILIARE - A CAGLIARI UN 40ENNE ALLENATORE DI BASKET L’HA FATTA FINITA DOPO LA CONDANNA A 5 ANNI PER AVER ABUSATO DI UNA RAGAZZINA NON ANCORA 13ENNE…


     
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    1 - CAMORRA, AVVOCATO SI SUICIDA DOPO LE MINACCE DEL CLAN: "UCCIDIAMO TUO FIGLIO"

    Da www.repubblica.it

     

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    Emerge anche la triste storia di un avvocato civilista che accetta di riciclare i soldi del clan Contini e alla fine si toglie la vita dalle indagini sull'Alleanza di Secondigliano a cui ieri magistratura e forze dell'ordine hanno assestato un duro colpo. La vicenda si conclude con il suicidio del civilista, avvenuto nel 2014, dopo reiterate minacce da parte della camorra.

     

    Il professionista si era reso disponibile a riciclare una ingente somma nella disponibilità di Ciro Di Carluccio (destinatario di una misura cautelare) nel settore immobiliare. Dopo avere preso i soldi, il professionista, invece di usarli per gli investimenti promessi, li spende tutti per altro, scatenando l'ira di Di Carluccio che, attraverso uno dei suoi uomini, inizia a fare pressioni fino a minacciare di morte sia l'avvocato che il figlio, ora 17enne.

     

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    In una serie di drammatiche telefonate, tra l'avvocato e una delle persone delegate a recuperare le somme, risalenti all'ottobre del 2013, emergono le pressioni e anche il cinismo del clan: "Ho lo sfratto da sette mesi per morosità...non ho comprato le scarpe da calcio ai miei figli...perché non avevo i soldi...mi sono venduto la catenina e il braccialetto per pagare l'Enel...se uno mi vuole uccidere, mi uccide...però non minacciare i miei figli perché sto impazzendo...". Il clan, sempre attraverso i suoi uomini, anche dal carcere continua a minacciare i figli dell'avvocato che, alla fine, preso dalla disperazione, nei primi mesi del 2014, si suicida.

     

    2 - CONDANNATO PER ABUSI SU 13ENNE, ALLENATORE DI BASKET SI TOGLIE LA VITA

    Da www.repubblica.it

     

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    Condannato solo poche settimane fa per aver abusato di una ragazzina non ancora 13enne, un allenatore di basket di 40 anni non ha retto allo scandalo e si è tolto la vita nella sua abitazione nel Medio Campidano. Il corpo è stato scoperto dai genitori, che hanno subito chiamato 118 e carabinieri, ma non c'era più nulla da fare.

     

    Il 7 giugno scorso l'uomo era stato condannato a cinque anni di reclusione, con rito abbreviato. Davanti al Gup del tribunale di Cagliari si era difeso sostenendo che i rapporti con una sua allieva minorenne, contestatigli dall'accusa, erano stati consenzienti. Aveva anche detto di non sapere che la ragazzina avesse meno di 13 anni e aveva negato di aver usato la sua influenza di allenatore per convincerla. Giustificazioni che non sono servite ad evitargli la condanna. Chi lo conosceva ha raccontato che negli ultimi giorni il 40enne era diventato taciturno, usciva poco di casa e non parlava. Oggi la decisione di farla finita. Un caso che richiama quello del professore di Napoli che si è tolto la vita dopo essere stato indagato per aver avuto una relazione con due sue allieve.

     

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