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    A CANESTRO IN CAMPO, MA NON NELLA VITA - DROGA, ALCOOL ED ECCESSI PORNO, LA STORIA DI CHRIS ANDERSEN, STAR MALEDETTA DELL’NBA


     
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    Massimo Vincenzi per "La Repubblica"

    Is Birdman AndersenIs Birdman Andersen

    Secondo tempo di gara 5, finale della Eastern Conference, play off Nba. L'American Airlines Arena è piena. I Miami Heat vogliono allungare sugli Indiana Pacers. La partita gira bene per i campioni, LeBron James ha le mani calde, gli riesce tutto. Ma qualcosa scatta nella testa di Chris Andersen, l'interruttore fa clic e si accende la rabbia: la palla è lontana e lui dà una spallata ad un avversario, Tyler Hansbrough.

    IL GIOCATORE DELLNBA CHRIS ANDERSENIL GIOCATORE DELLNBA CHRIS ANDERSEN

    Lo butta lungo disteso sul parquet. Poi quando quello si rialza ancora petto contro petto, i pugni nell'aria. Gli arbitri provano a dividerli, ma è impossibile. Andersen, come scrivono i giudici che lo squalificano per una partita (quella giocata ieri notte), "fa resistenza, cerca lo scontro".

    chris andersonchris anderson

    Un secondo prima Chris era decollato per una delle sue devastanti azioni difensive, una stoppata, il suo marchio vincente. Ma lui è così. La vita la puoi superare con un salto, accompagnare fianco a fianco oppure andarci addosso con tutta la forza dei muscoli e la violenza del cuore, solo per vedere l'effetto che fa. E lui ha sempre scelto questa strada.

    Anche nello sport, come dice Erik Spoelstra, il suo coach: «Porta durezza al nostro gioco, porta forza». E il più bravo di tutti, LeBron James in un'intervista al Miami Herald lo corteggia senza invidia: «Ho un grande feeling, c'è la chimica giusta. Ci ha dato quel qualcosa in più che ancora ci mancava».

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    Una radio locale della Florida si diverte a registrare i decibel delle urla dei tifosi: quando Chris "Birdman" Andersen atterra dopo una delle sue magie aumentano a livelli record. La parrucca con la sua cresta punk è il gadget più venduto, così come le magliette che riproducono i tatuaggi che gli coprono quasi tutto il corpo. Scommessa vinta per chi l'ha ingaggiato in gennaio, prima per dieci giorni, poi per altri dieci e infine sino al termine della stagione.

    chris andersenchris andersen

    Lui ha di nuovo tutto, dopo averlo perso. Chris nasce 34 anni fa a Long Beach in California, ma ci resta poco. Sua mamma Linda Holubec lo porta a Lola, nel Texas delle paludi, il vento a stordirti i pensieri e i serpenti come amici. Lei, figlia di bikers, gli amanti della Harley Davidson, impara a guidare a 8 anni, a sparare a 10. Incontra un pittore danese, Claus Andersen e se ne innamora.

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    La storia però non ha fortuna e lei rimane sola con i suoi tre bambini: «A malapena avevamo di cui mangiare», racconterà poi alla tv sportiva americana Espn. Le dà una mano il fratello James che oltre ad un po' di soldi, piazza un canestro nel cortile per il nipote preferito: Chris. E il destino fa il suo primo giro.

    chris andersenchris andersen

    Il ragazzo dopo il liceo va in Cina quattro mesi, poi gioca in una lega minore sino al 2001. Quando una notte, mentre lui e la mamma, che sono inseparabili, bivaccano nella hall di un motel, arriva la telefonata dei Denver Nuggets, Nba. Fama e ricchezza. Quasi trecentomila dollari al mese: troppi. Lui sbatte subito contro gli spigoli del successo. Non dorme mai, va sempre in giro con gli amici sulle limousine. In un bar spende 900 dollari in una sera. Ad una ragazza regala una borsa di Gucci. Ad un'altra una Jaguar. Tiene un pitbull al guinzaglio durante le trasferte. Poi cocaina e anfetamine. E tanto alcol.

    chris birdman andersenchris birdman andersen IL GIOCATORE DELLNBA CHRIS ANDERSENIL GIOCATORE DELLNBA CHRIS ANDERSEN

    La mamma prova a salvarlo, prende la moto e corre dal figlio. Per un paio di settimane combatte ma persino lei si deve arrendere. Il viaggio di ritorno «è la cosa più triste della sua vita». Per un po' Chris nasconde le sue notti, poi un giorno il destino fa un'altra capriola: questa volta all'indietro. Positivo al test anti doping: "Uso di sostanze illecite". È il 2006. Lo danno per finito ma c'è il tempo per ricominciare. E così lui si chiude in un rehab, poi si allena con uno dei guru dell'Nba, Joe Abunassar e dopo due anni torna.

    IL GIOCATORE DELLNBA CHRIS ANDERSENIL GIOCATORE DELLNBA CHRIS ANDERSEN

    Prima a New Orleans, poi ancora a Denver dove vola come mai prima: spettacolare nel finale della stagione 2009 il record di 5,68 stoppate in 48 minuti contro i Lakers. Ma Chris non riesce a star tranquillo. Arrivano accuse di pedopornografia, poi risultate false, ci sono liti con l'allenatore, brutte partite, altri giorni neri. Sino a gennaio quando Miami gli regala un centimetro di fiducia che lui allunga sino a starci comodo.

    IL GIOCATORE DELLNBA CHRIS ANDERSENIL GIOCATORE DELLNBA CHRIS ANDERSEN

    E ora nelle rare interviste che concede dice: «Io sono quello che ero, solo che sono meno stupido. Non ho pianto quando mi hanno squalificato, penso che quella vicenda mi abbia salvato la vita. Il successo con Miami? Io faccio sempre quello che so fare: faccio l'uomo. Se LeBron mi chiama combatto altrimenti me ne sto nel mio nido».

    Quando gli chiedono della mamma si irrigidisce, la cresta ondeggia avanti e indietro. I due non si parlano da Denver. Lui voleva comprarle una villa e una Lamborghini, lei sta ancora nella piccola casa in mezzo al Texas con la sua moto: «Lo amo, sono sua mamma. Lui ha tutto il tempo che vuole, sa dove sono». Chris abbassa lo sguardo, in silenzio, perché nella vita ci sono cose che non si superano con una manata.

     

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