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    E' SEMPRE QUESTIONE DI CORNA - A CASALE MONFERRATO IL 43ENNE LUCA MELONI UCCIDE IL MARITO, FABIO SPIGA, CON TRENTA COLTELLATE E LASCIA IL CADAVERE IN CASA PER DUE GIORNI - POI DOPO AVER FATTO COLAZIONE AL BAR, VA DALLA POLIZIA E CONFESSA - HA RACCONTATO DELLE CONTINUE DISCUSSIONI PER I SOLDI, DEI FINANZIAMENTI A RATE CHE ANCHE CON DUE STIPENDI SEMBRAVANO DIFFICILI DA PAGARE, E POI LA SCOPERTA SUL COMPUTER DELLA VITTIMA DI FOTO DI ALTRI UOMINI…


     
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    Antonella Mariotti Adelia Pantano per “la Stampa”

     

    LUCA MELONI E FABIO SPIGA LUCA MELONI E FABIO SPIGA

    Quasi due giorni con il cadavere del marito. Luca Meloni, 43 anni, ha ucciso Fabio Spiga, di un anno più giovane, con più di trenta coltellate, guidate da una rabbia furiosa e un coltello da cucina. La vittima non ha neanche provato a difendersi. Il suo corpo è stato trovato vicino al letto. La lite e l' omicidio in una casa in una via del centro storico di Casale Monferrato, provincia di Alessandria, dove le case stanno appiccicate e le finestre del dirimpettaio a pochi metri, ma nessuno ha sentito grida.

     

    Era lunedì. I due litigano una prima volta nel pomeriggio, poi l' assassino esce, torna dopo qualche ora e la lite riprende. A quel punto Luca va in cucina prende un coltello e inizia a colpire il marito, esce e va a dormire a casa di un amico. Torna martedì mattina quando lo hanno visto al bar vicino casa per la colazione. Chiama la polizia solo ieri mattina alle 6. Agli agenti ha raccontato tutto, ha detto delle continue discussioni con il marito per i soldi, dei finanziamenti a rate che anche con due stipendi sembravano difficili da pagare, e poi la scoperta di quelle foto sul computer della vittima, foto di altri uomini.

     

    LUCA MELONI E FABIO SPIGA LUCA MELONI E FABIO SPIGA

    Allora ha preso il coltello e ha iniziato a colpirlo, la vittima - secondo una prima ricognizione del medico legale - non sembra avere segni di difesa, forse era di spalle all' assassino, sarà l' autopsia disposta per venerdì a chiarire meglio la dinamica dell' aggressione. Di certo Luca Meloni dopo il delitto scrive un post sul profilo Faceboook della vittima, fingendosi il marito e raccontando di aver perso il cellulare e che non sarebbe andato al lavoro il giorno dopo. Poi ci ripensa, cancella il post e chiama il supermercato dove lavorava il marito come responsabile delle vendite: «Fabio si è sentito male e non verrà al lavoro domani, e neanche nei prossimi giorni».

     

    Intanto quel post aveva insospettito gli amici più stretti di Fabio: «Il loro rapporto infelice - racconta la testimone delle loro nozze - aveva allontanato Fabio dalla vita sociale, non usciva quasi più. Non era uno che amava la vita mondana e non beveva nemmeno, ma dopo il matrimonio si era isolato ancora di più».

     

    FABIO SPIGA E LUCA MELONI FABIO SPIGA E LUCA MELONI

    La coppia viveva a Casale da quasi dieci anni, si erano sposati nel 2017. Ieri mattina sotto la loro casa c' erano, disperate, le colleghe di Spiga. «Era gentile e sempre disponibile - raccontano - era un piacere lavorare con lui perché ci parlava sempre di arte, era appassionato e ci raccontava i suoi viaggi». Fabio come il marito era originario della Sardegna, ma per anni aveva vissuto in Liguria a Recco. Da ragazzo a Chiavari aveva frequentato l' Istituto d' arte, poi un tentativo con l' università e un anno in Inghilterra, e infine il lavoro stabile. Dalla Liguria si era trasferito a Casale nel 2012.

    Luca Meloni ora è nel carcere di Biliemme, in provincia di Vercelli.

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