1. ANZIANI A 75 ANNI?
Estratto dell’articolo di Riccardo Bruno per il “Corriere della Sera”
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A che anno si diventa vecchi? E che senso ha indicare uno spartiacque, prima si è ancora adulti e il giorno dopo scocca la terza (o quarta) età? Da tempo la Società italiana di gerontologia e geriatria ha invitato ad alzare la soglia ufficiale della vecchiaia a 75 anni. […]
L’aspettativa di vita è aumentata di 20 anni rispetto agli inizi del ‘900, l’Istat stima che nel 2050 potranno esserci 160 mila centenari, si distingue ormai tra «giovani anziani» (tra 64 e 74 anni), anziani (75-84) e «grandi vecchi». Si vive di più, ma il punto è come.
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«La mancanza della famiglia e della comunità sono fattori di invecchiamento, la solitudine è la peggior nemica dell’anziano — analizza il professor Marco Trabucchi, presidente dell’Aip —. Chi è solo è soggetto maggiormente a malattie cardiovascolari, endocrine, cerebrali».
Il professor Trabucchi ha appena ascoltato il presidente americano Biden in Ucraina. «Ha 80 anni, ha rischiato le bombe, ha fatto un discorso di grande forza, ha ritrovato energie che non avrebbe avuto in altre circostanze. Di fronte a questo esempio, non ha senso parlare di età, esiste invece la scelta della donna e dell’uomo di rispondere alle esigenze della vita in modo adeguato». […]
«HO 14 NIPOTI E LAVORO ANCORA HO MANTENUTO TUTTE LE RELAZIONI»
Estratto dell’articolo di R. Bru. per il “Corriere della Sera”
Si sente anziano?
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«Oggi, che ho un fastidioso dolore alla costola che mi rende triste e sconsolato, direi di sì. Ma ieri, e spero domani, no». Risponde con ironia Giuseppe De Rita, 90 anni, sociologo, fondatore e presidente del Censis. […]
Nella nostra società ci sono sempre più anziani, e questo è un bene, ma anche sempre più persone da sole.
«È il frutto di vent’anni di rotture delle relazioni. Senza voler fare polemiche politiche, è la conseguenza della stagione del “vaffa”. Ma anche degli atteggiamenti rancorosi. In un contesto così come possiamo immaginare che un singolo possa stare bene? Definirei la solitudine come assenza di tempo. […]».
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