Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”
GOFFREDO BETTINI ALLA FESTA DEL FATTO
Con un certo ritardo rispetto a quando sono state pronunciate (l'altroieri) nel Pd scoppia un caso dalle parole di Goffredo Bettini alla «Festa del Fatto». Ma ecco le frasi «incriminate» dell'esponente dem, che è stato uno dei fondatori del partito: «È sbagliato dire, anche da parte nostra, che quello di Draghi è il nostro governo perché è un governo del presidente, uno governo di garanzia repubblicana, che non è di nessun partito».
ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE
E ancora: «Andando avanti nella legislatura rischiamo di logorare Draghi, che è una risorsa repubblicana, che io vorrei conservare anche rispetto al Quirinale». Due, perciò, i motivi che hanno fatto scoppiare la polemica. Bettini, da una parte ha dato l'impressione di voler prendere le distanze da Draghi, dall'altra, prefigurando l'ipotesi di un suo insediamento al Colle, ha aperto alla possibilità di elezioni anticipate.
GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE
Base riformista, la corrente di Lorenzo Guerini e Luca Lotti, è partita lancia in resta contro l'ex europarlamentare. E qualche parlamentare lo ha accusato di aver così messo in difficoltà Enrico Letta. Bettini respinge le critiche, sottolinea che una personalità come Draghi al Quirinale sarebbe una «garanzia per l'Italia», aggiunge che è «naturale che dopo questa fase di emergenza si riapra la normale dialettica politica perché non si possono cancellare i partiti» e manifesta il suo apprezzamento per Letta: «Non è da sottovalutare, ha una chiara prospettiva politica».
MARIO DRAGHI
Da Cernobbio, però, il segretario del Pd pronuncia parole assai diverse. Su Draghi e sulla legislatura. «Il governo deve durare fino al 2023», afferma. E fa suo il programma di Draghi. Il leader dem ragiona poi con i suoi sulle parole di Bettini: «Esprime pareri da voce indipendente qual è, e comunque alimenta un confronto pubblico che una forza sana non può temere. Di Quirinale, però, si deve parlare dopo Natale, prima si fa solo il gioco di Salvini e Meloni».
MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE
Bettini, in realtà, non la pensa così per quel che riguarda il Colle, anzi è convinto che i dem debbano tirare la volata a Draghi bruciando sul tempo il leader della Lega. La polemica nel Pd continua per tutta la giornata. Interviene anche Guerini: «Lasciamo ad altri l'esigenza di distinguersi quotidianamente per nascondere le loro difficoltà a riconoscersi nelle priorità dell'agenda Draghi che è l'agenda del Pd. Noi questo imbarazzo non lo abbiamo e non capisco l'esigenza di inventarcelo».
enrico letta giuseppe conte
Durissimo Andrea Marcucci: «Le battute di Bettini sono dannose e sminuiscono il lavoro dei gruppi, dei ministri e dello stesso Letta». Un altro esponente di Base riformista, Enrico Borghi, responsabile Sicurezza del Pd e buon amico del segretario, incalza: «Con buona pace dei guru non faremo con Draghi l'errore - a parti inverse - che la destra fece con Dini».
Gli ex zingarettiani Nicola Oddati e Marco Furfaro, al contrario, si schierano con Bettini. Sullo sfondo della polemica, il Congresso del partito, che si terrà nell'autunno del 2022, e il non ancora risolto tema dei rapporti con i 5 Stelle. Base riformista teme che il Pd prenda una deriva troppo di sinistra, Bettini, Beppe Provenzano e Andrea Orlando spronano invece Letta a imboccare quella direzione.
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