Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”
SILVIO BERLUSCONI
Mancano solo i manifesti 6x3. Per il resto la campagna presidenziale di Berlusconi è in pieno svolgimento, con il solito armamentario del consenso: compresa una brochure, inviata persino ai parlamentari del Pd. È vero che il Cavaliere, per realizzare il suo sogno quirinalizio, deve conquistare voti anche nell'altra metà campo. Ma l'idea di far proselitismo tra gli avversari con un libro è una novità nella storia della corsa al Colle, dove solitamente chi mira alla presidenza della Repubblica si nasconde e non si mostra. Invece Berlusconi ha scelto di rivelarsi ai grandi elettori, di fatto ufficializzando in modo patinato la sua candidatura al Quirinale.
silvio berlusconi
Perciò è stata grande la sorpresa che ha colto i deputati, quando nella loro casella postale a Montecitorio hanno trovato una monografia di Berlusconi, con alcuni suoi interventi sui valori del liberalismo, del cattolicesimo e del garantismo. Nei capannelli del Pd non si parlava d'altro nei giorni scorsi in Transatlantico. E c'è stato chi, non avendo ancora trovato il libro, ha chiesto ai compagni «fortunati» di sfogliarlo, partendo dalla copertina dove campeggia una foto del Cavaliere sorridente e a braccia alzate in segno di vittoria, tra uno sventolare di bandiere e un titolo in cui rivendica: «Io sono Forza Italia».
Certo, gli esperti di comunicazione storceranno il naso, perché chi si propone per il più alto incarico dovrebbe offrire un'immagine bipartisan. «Ma io sono un uomo del fare», ha detto l'altra sera Berlusconi a chi è andato a trovarlo nella sua residenza romana: «Il Paese in questa fase ha bisogno di uno come me. Eppoi, anche quelli del Pd, per chi dovrebbero votare?». Intanto prova a corteggiarli, riservando loro un momento di attenzione: perché fare un regalo vuol dire aver pensato a chi ne è il destinatario. E il pensiero fisso del Cavaliere è il Colle, se è vero che un anno e mezzo fa (un anno e mezzo fa) chiamò un deputato di Forza Italia che stava per lasciare il partito: «Mi dispiace per questa tua decisione. Ma non perdiamoci di vista.
matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 5
Mi dovrai votare per il Quirinale, quando verrà il momento. Ho ricevuto l'appoggio anche della signora Meloni». Quello che sembrava un vaniloquio si sta rivelando una strategia, altrimenti non si spiega come mai Berlusconi abbia deciso di spedire anche ai suoi avversari una brochure che evoca la famosa biografia del 2001: «Una storia italiana». Allora gli elettori li cercava nel Paese, adesso li cerca nel Palazzo. La strategia produce però una grande frenesia, perché il Cavaliere chiama i parlamentari direttamente, invadendo i confini degli altri partiti.
SILVIO BERLUSCONI E MATTEO SALVINI
Raccontano che Salvini a un certo punto si sia spazientito dopo l'ennesima telefonata di un suo senatore, che lo informava di esser stato contattato: «Anche tu? Ma non mi ha detto nulla...». Nella lista c'è pure Giorgetti, che lo ha rassicurato sulla lealtà di coalizione nel caso la sua candidatura venisse formalizzata. Perciò il leader della Lega si è sentito in dovere di spiegare a Berlusconi che «se tu ci sei noi ci siamo. Però bisogna prima capire cosa decide Draghi, che prima di Natale non ci dirà nulla. In ogni caso, siccome hai il 5% di probabilità, dobbiamo comunque approntare un piano B insieme. Insieme, Silvio...».
licia ronzulli e silvio berlusconi al seggio a milano
Nel centrodestra temono che il Cavaliere faccia il doppio gioco, anche se al momento il gioco lo fa solo su se stesso. «E sai, potremmo anche farcela», gli ha spiegato una persona a lui fedele: «Ma bisogna evitare le cazz...». Troppo frastuono, troppe dichiarazioni: Dell'Utri, Miccichè, le voci sul sostegno di Renzi, l'idea di Draghi dopo Draghi. Si rischia il patatrac. In questi frangenti bisogna viaggiare a fari spenti, perché basterebbe un'indiscrezione sui rapporti stretti con esponenti del Pd e del Movimento per far saltare tutto.
silvio berlusconi vagina
Perciò alcuni dirigenti di Forza Italia vorrebbero che il Cavaliere restasse ad Arcore in silenzio: «È nel suo interesse. Appena arriva a Roma c'è la fila». Ma Berlusconi sa fare solo Berlusconi. Il Quirinale è la sua piscina di Cocoon. Riceve l'ex grillino Rospi e lo strappa a Toti. Regala libri suscitando un attimo di eccitazione tra i parlamentari che un tempo lo vedevano come fumo agli occhi. Promette a tutti che con lui alla presidenza della Repubblica si andrebbe al voto nel 2023. Lascia capire che la sua permanenza al Colle sarebbe a tempo determinato. Così sta stravolgendo le regole della Grande Corsa. Si vedrà se poi davvero vi parteciperà.
silvio berlusconi silvio berlusconi silvio berlusconi GIORGIA MELONI SILVIO BERLUSCONI