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    A CHE PUNTO È LA TRATTATIVA TRA RUSSIA E UCRAINA? - I TURCHI SONO ATTIVISSIMI, CON ERDOGAN CHE VUOLE FARE DA PACIERE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI ANKARA, MEVLUT CAVUSOGLU, SOSTIENE CHE MOSCA E KIEV SONO VICINE A UN’INTESA SU NEUTRALITÀ, “DENAZIFICAZIONE” (MA CHEVVORDI’?), DISARMO E PROTEZIONE DELLA LINGUA RUSSA. GLI OSTACOLI MAGGIORI RIMANGONO SEMPRE I SOLITI: DONBASS E CRIMEA…


     
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    Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

    volodymyr zelensky volodymyr zelensky

     

    Le trattative proseguono come per inerzia. Dice Volodymyr Zelensky: «Bisogna continuare a provarci, quand'anche ci fosse solo l'1% delle possibilità; se i negoziati con Putin falliscono, vorrà dire che sarà iniziata la Terza guerra mondiale».

     

    Anche ieri il presidente dell'Ucraina ha tenuto banco su vari fronti, con un discorso ai parlamentari israeliani, postando un video sui social e rilasciando un'intervista alla Cnn .

    vladimir putin allo stadio luzniki di mosca vladimir putin allo stadio luzniki di mosca

     

    Zelensky oscilla tra la richiesta di altri aiuti militari e l'offerta di un «contatto diretto» con Vladimir Putin. Secondo le indiscrezioni di alcuni tabloid britannici, il presidente russo sarebbe pronto a incontrare Zelensky di persona. Ma per ora non ci sono conferme sostanziose.

     

    erdogan putin erdogan putin

    La diplomazia internazionale si prepara a una settimana che potrebbe lasciare il segno. Giovedì 24 marzo Joe Biden sarà a Bruxelles per partecipare a un vertice straordinario della Nato,a una riunione del G7 guidato dalla Germania e infine al Consiglio europeo.

     

    Stati Uniti e alleati europei si preparano a ricalibrare la strategia, tenendo insieme lo scenario bellico e i margini politici. In questa fase i più attivi o, comunque, i più abili a dare visibilità alle proprie iniziative, sono i turchi. La trattativa avrebbe fatto passi avanti sullo schema di cui si parla da giorni.

    Il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu Il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu

     

    Sei punti: neutralità dell'Ucraina, la fumosa «denazificazione» del Paese, disarmo e garanzie di sicurezza, la protezione della lingua russa, lo status delle sedicenti repubbliche separatiste del Donbass, il riconoscimento dell'annessione della Crimea. Il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, in un'intervista al quotidiano Hurriet , assicura che «Russia e Ucraina sono vicini a un accordo su quattro punti cruciali».

     

    Gli ostacoli «maggiori» sarebbero Donbass e Crimea, mentre sul resto le due parti sarebbero pronte a fare delle concessioni. Ma non è esattamente questa l'impressione che si ricava ascoltando Zelensky. Ieri, per esempio, ha respinto con durezza la raffigurazione di un'Ucraina in mano ai «neonazi». Il leader ucraino ha raccontato alla Cnn la storia della sua famiglia ebraica «da sempre in lotta con il fascismo».

    guerra in ucraina 3 guerra in ucraina 3

     

    Non solo: ha ribaltato sui russi l'accusa: «Guardate che cosa stanno facendo a Mariupol, l'assedio, i bombardamenti sui civili. Chi sono allora i nazisti?». Oggi, comunque, le delegazioni di Mosca e di Kiev dovrebbero riprendere i colloqui.

     

    Nei giorni scorsi, però, Zelensky ha osservato come la formula dei sei punti sia in realtà semplicemente l'elenco delle richieste putiniane. Nello stesso tempo, il leader ucraino aggiunge: «Siamo pronti a trattare in qualunque modo, con qualsiasi format».

    fosse comuni in ucraina fosse comuni in ucraina

     

    Ma «trattare» significa fare delle concessioni. Quali? Finora Zelensky ha aperto in modo netto sulla «non adesione» dell'Ucraina alla Nato. Più che la Crimea o il Donbass, questo sembra essere il vero punto di partenza.

     

    Si è discusso molto di modelli: «neutralità all'austriaca», cioè un impegno perpetuo, sancito dalla Costituzione; o «alla svedese», vale a dire una scelta politica teoricamente reversibile.

     

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    Il governo di Kiev, però, insiste su un altro aspetto: i garanti dell'accordo dovranno essere pronti a intervenire con gli eserciti, nel caso la Russia dovesse tornare a minacciare la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina. E qui la confusione è fitta. In un primo momento Zelensky aveva indicato un comitato di sette tutori: i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Regno Unito) più Germania e Turchia. Ora parrebbe indicare una terna: Stati Uniti, Regno Unito e Turchia nel ruolo di guardaspalle armati. Ma di fatto sarebbe come riprodurre il meccanismo difensivo previsto dalla Nato. Veramente difficile immaginare che Putin possa accettare.

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