Estratto dell’articolo di Marco Ventura per il Messaggero
kosovo scontri
Accorre la Nato in Kosovo e rafforza il contingente Kfor che ha il compito di interporsi tra le autorità kosovare e le minoranze serbe in rivolta. Altri 700 soldati, ai quali viene chiesto addirittura di ridurre da 14 giorni a una settimana il tempo di preparazione, per essere pronti in caso d'emergenza. La situazione è esplosiva. I 700 delle forze di riserva si aggiungono agli oltre 3.700 già presenti. Stanno meglio, intanto, i 14 italiani feriti negli scontri tra le forze Nato e le frange più violente dei serbi che hanno cercato di espugnare i municipi e impedire l'ingresso ai sindaci eletti, di etnia albanese, in 4 cittadine del Nord.
GLI SCONTRI L'epicentro a Zvecan, dove la folla ha attaccato 3 veicoli blindati della polizia kosovara e automobili di giornalisti, costringendo le truppe di Kfor, dopo ripetuti e inascoltati appelli, a lanciare lacrimogeni e bombe stordenti a cui i serbi, mascherati e armati, hanno risposto con molotov, pietre e colpi di pistola (che hanno ferito tre soldati polacchi). I feriti italiani si trovano ora nell'infermeria del nostro contingente a Pristina, la capitale del Kosovo.
(...)
kosovo scontri
RUOLO DI MOSCA C'è la guerra in Ucraina, non è un mistero per nessuno che Russia e Cina appoggiano la Serbia nelle rivendicazioni territoriali legate alla presenza di una forte minoranza nel nord del Kosovo (che Mosca e Pechino non riconoscono, a differenza di Usa e gran parte dei paesi europei compresa l'Italia).
La situazione è esplosiva, e il sospetto è che dietro la pianificazione delle proteste e la strategia della tensione vi sia lo zampino della Russia, che ha tutto l'interesse a seminare instabilità nel cuore dell'Europa forte dei suoi storici legami con Belgrado. Riferendosi alla guerra in Ucraina, l'Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Josep Borrell, avverte che «c'è già troppa violenza in Europa, non possiamo permetterci un altro conflitto». Anche Tajani si dice «molto preoccupato per quello che sta accadendo e per la tensione che sale». In un incontro con i giornalisti a Pristina, l'ambasciatore americano ha spiegato molto chiaramente che cosa si aspetta dalle autorità kosovare, in breve fare un passo indietro. La parola d'ordine è paradossalmente la stessa per gli europei e la Cina. «Il Kosovo eviti azioni unilaterali». Significa che Pristina deve rinunciare a insediare i sindaci di etnia albanese, eletti in quella regione solo perché i serbi che là sono maggioritari hanno disertato le urne, e forse anche a farli entrare nel pieno delle funzioni. Di fatto, a congelare la situazione.
putin vucic
Significherebbe abbandonare i quattro Comuni a maggioranza serba a una sorta di auto-governo garantito da istituzioni parallele serbe, non ufficiali. Primo passo verso una piccola secessione, sostenuti dall'arrivo a ridosso del confine di truppe serbe «in massima allerta».
kosovo scontri tra serbi e soldati nato a zvecan 1
vladimir putin aleksandar vucic
(...)
kosovo - SOLDATO ITALIANO IN BARELLA DOPO GLI scontri a zvecan