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    A CHI LASCIO L’EREDITÀ? - IN ITALIA E’ BOOM DEI TESTAMENTI OLOGRAFI (CIOE’ SCRITTI DIRETTAMENTE DALL’INTERESSATO): SONO IL 76% DEL TOTALE - COSTANO MENO DI QUELLO PUBBLICO E HANNO LE STESSE GARANZIE - IL 6% DEI LASCITI VA A ENTI E ASSOCIAZIONI BENEFICHE, IL 5% AD AMICI E SOCI IN AFFARI AL 5% - IL 7% COMPRENDE BADANTI, INFERMIERE, SEGRETARIE E AMANTI


     
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    Comunicato stampa

     

    Per le ultime volontà si ricorre sempre più al testamento olografo depositato dal notaio. È quanto emerge dalla ricerca condotta dallo studio del notaio Paolo De Martinis - uno dei principali in Italia - basata sull’analisi di oltre 500 testamenti depositati in 10 anni di attività notarile. I testamenti olografi – ovvero quelli formulati, datati e sottoscritti direttamente dal cosiddetto testatore – rappresentano la maggioranza assoluta degli atti sulle ultime volontà, circa il 76% del totale.

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    Paolo De Martinis spiega che il fenomeno riguarda «soprattutto le persone meno abbienti che da un lato non vogliono o non possono sostenere il costo del testamento pubblico e, dall’altro, mirano ad avere quelle garanzie che offre il testamento tramite atto notarile pubblico. Prevalentemente gli individui usano il testamento olografo e solo in casi particolari si rivolgono al notaio, ovvero quando sono anziani o quando si presentano malattie gravi; ciò è comprensibile, ma ciò evita la possibilità di predisporre in maniera più ‘tecnica’ la sorte del loro patrimonio ereditario.

     

    Questo riguarda anche le ultime disposizioni in momenti di fragilità, che è ciò a cui mira la nuova legge sul testamento biologico». Ma quali sono le tipologie di beni oggetto di testamento? Ovviamente, le somme di denaro e i beni immobili ad uso civile (76%) sono in vetta alla lista, mentre subito dietro si trovano gli immobili ad uso commerciale – come studi, garage e capannoni – all’10% e i terreni all’8%. Il restante 6% spazia tra le più svariate tipologie di beni: veicoli, gioielli, opere d’arte e collezioni di diversi tipi come di francobolli, di vinili e di vini d’annata.

     

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    La ricerca dello Studio De Martinis evidenzia anche quali siano i beneficiari dei testamenti, con la consuetudine che vede i diretti discendenti e i coniugi nettamente come i primi della lista all’82% del totale, ma non mancano le sorprese: una buona percentuale la ottengono gli enti e le associazioni benefiche al 6%, seguite da amici e soci in affari al 5%. La restante parte (7%) comprende le figure più disparate, come badanti, infermiere, segretarie e anche amanti.

     

    Considerando la totalità dei lasciti testamentari, invece, emerge chiaramente come il fenomeno sia perlopiù maschile, con circa il 68% di questi atti sottoscritti da uomini. Il notaio Paolo De Martinis, per ciò che riguarda le distinzioni tra uomini e donne, afferma: «Gli uomini si lasciano andare più spesso a qualche episodio divertente, mentre le donne sono sempre più concrete. Se si vuole parlare di una regola, le donne sono più precise nelle loro disposizioni; è chiaro che poi ci sono le eccezioni come in tutte le cose, quindi una vera e propria differenza non esiste. Anche per ciò che riguarda il Nord e il Sud: non c’è più stanzialità come un tempo, le persone del Sud sono al Nord e viceversa. Non si può più fare un ragionamento in questi termini, fortunatamente».

     

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    Proprio sugli episodi divertenti accaduti nella sua carriera, Paolo De Martinis aggiunge: «Le richieste particolari accadono sempre, soprattutto nei testamenti olografi che vengono pubblicati dopo la morte. Si trova un po’ di tutto poiché il testamento olografo viene normalmente confezionato dal testatore in piena autonomia e quindi chiaramente ci possono essere disposizioni in merito alla propria collezione di francobolli, oppure ci possono essere le richieste di scuse in merito ad abitudini alimentari non corrette: per esempio mi viene in mente un testamento ritrovato in una cassetta di sicurezza in cui chiaramente il testatore aveva anche riposto del cibo che non poteva normalmente consumare a causa del proprio stato di salute; nel testamento chiedeva scusa alla moglie perché sostanzialmente lui andava in banca due o tre volte alla settimana proprio per mangiare quello che voleva».

     

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    Il momento della stesura delle ultime volontà resta comunque molto delicato: «Il testamento consente di poter scegliere sempre più in autonomia e concretamente non solo le sorti patrimoniali, ma anche quelle della propria vecchiaia, il rito funebre, le disposizioni in merito alla cremazione o meno della salma. Direi che sicuramente è un momento in cui la persona mostra la propria piena libertà. Questo dovrebbe influire anche sull’atteggiamento degli eredi all’apertura dell’atto, è un momento in cui la pietà dovrebbe prevalere su tutto il resto, litigi compresi».

     

    Infine, Paolo De Martinis indica le principali qualità da ‘psicologo’ che deve possedere un notaio: «Sicuramente bisogna non rinforzare determinati atteggiamenti bellicosi, quindi bisogna cercare di far capire anzitutto quali sono la situazione di fatto e la situazione di diritto, facendo comprendere poi alle parti quale dovrebbe essere il punto di incontro.

     

    Non è sempre facile. Poi chiaramente si presentano rivendicazioni che a volte partono da lontano, quindi bisogna trovare tecniche ‘soft’ cercando di porsi in maniera tranquilla, molto pacata. Bisogna cercare di capire soprattutto le emozioni di quel momento e le aspettative, cercando di lavorare non provocando ma neanche assecondando laddove è giusto che non vengano assecondate determinate pretese e determinati atteggiamenti».

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