Giusy Franzese per “il Messaggero”
buste paga
A guardare le tabelle Istat relative alla retribuzione oraria media per tipologia di contratto, si resta sorpresi: nel settore privato in pratica le cifre orarie sono tutte già sopra ai 9 euro lordi di cui tanto si discute per il salario minimo. Niente paghe da fame, come invece denuncia il leader dei Cinquestelle Conte.
Anzi. In queste tabelle ci troviamo di fronte a stipendi decisamente dignitosi, pari anche a due volte e mezzo il salario minimo pentastellato. È il caso ad esempio dei dipendenti del comparto fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata: la retribuzione oraria media per chi ha un contratto a tempo indeterminato è pari a 23 euro e 34 centesimi.
buste paga
I colleghi del comparto estrazione di minerali da cave e miniere prendono ancora di più: 23,58 euro all'ora. Ovvero 3.772 euro al mese (su 40 ore a settimana). Il valore medio nell'industria, senza il settore costruzioni, è di 16,34 euro, quasi il doppio rispetto al salario minimo fissato a 9 euro. Le costruzioni stanno quasi a 13 euro (12,91).
Ma anche le attività del commercio, dei trasporti, dei servizi, dell'alloggio e della ristorazione - stando a queste tabelle - viaggiano tutte abbondantemente sopra i 9 euro con valori che vanno da 11,5 euro ai 15 euro lordi all'ora.
E quindi? Davvero nessuno in Italia prende meno di 9 euro? No, non è così. Le tabelle Istat fanno riferimento ai valori medi e, come insegna Trilussa, se io mangio un pollo intero e tu niente, la media è metà pollo a testa, ma tu non hai mangiato nulla e io ho invece lo stomaco strapieno.
BUSTA PAGA
In realtà sono tanti i lavoratori in Italia a stomaco semivuoto. Il 21% di tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, con l'esclusione di operai agricoli e domestici, secondo i dati Inps relativi sempre al 2019 (così da poterli comparare con le tabelle Istat relative sempre ai dati 2019). Un lavoratore su cinque.
STIPENDI BASSI IN ITALIA
Sono sotto i 9 euro lordi il 52% dei dipendenti degli artigiani, il 34% del terziario, e il 10% dell'industria. Stando a quest' ultimo dato, bisogna riconoscere che quindi ha ragione il presidente Bonomi quando sostiene che in realtà le imprese del sistema confindustriale sono tutte posizionate sopra i 9 euro. Diverso è il discorso per gli artigiani, le piccole imprese, il turismo e la ristorazione.
LE CIFRE
stipendi
Per i pubblici esercizi e il turismo sono sotto i 9 euro l'ora i cuochi, i camerieri di ristorante, i barman, i pizzaioli e i gelatieri (al quarto livello con 8,77 euro), il personale di pulizia e fatica addetto alla sala o alla cucina (settimo livello, 7,28 euro), i giardinieri, i centralinisti, i camerieri ai piani e anche le guardie giurate (quinto livello, 8,21 euro). Numerose le qualifiche sotto i nove euro nel contratto del commercio: dalle commesse ai magazzinieri. Il minimo retributivo del livello più basso del contratto del commercio è infatti pari a 1273 euro al mese, che all'ora significano 7 euro e 95 centesimi.
stipendio
Si posizionano sotto i 9 euro l'ora anche gli autisti del noleggio e i dipendenti delle agenzie di viaggio. Ovviamente il fenomeno delle paghe basse spopola al Sud e nelle isole (il 31% dei lavoratori percepisce meno di 9 euro lordi all'ora) ; è molto presente al Centro (26%), ma si presenta corposo (19%) anche al Nord. Sulla platea complessiva il 9% dei lavoratori è al di sotto anche degli 8 euro orari lordi (sono comprese nel calcolo Tfr e tredicesima, le festività cadenti la domenica, indennità e scatti di anzianità).
stipendio
Caso a parte sono gli apprendisti: il 56% - dice l'Istat - lavora per meno di 9 euro l'ora. Un apprendista nel settore costruzioni riceve in media 8,62 euro l'ora; uno del settore ristorazione e alloggio 8,91; qualche centesimo in meno per l'apprendista del settore sanità, assistenza sociale, spettacolo, divertimento; fino a 6,52 euro l'ora per l'apprendista di altre attività di servizi. Secondo alcune stime, quindi, se la proposta Cinquestelle dovesse diventare legge, a beneficiare dell'aumento sarebbero 2,9 milioni di lavoratori per un incremento medio annuo di 1.073 euro pro-capite.