AZZURRI ITALIA INGHILTERRA
Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera”
Riecco i campioni d'Europa. L'Italia ricomincia da dove aveva finito, nella memorabile notte di Wembley, abbracciando la coppa della felicità con occhi pieni di lacrime gioiose. Cinquantatré giorni dopo giocano gli stessi della finale, con l'eccezione del capitano Chiellini, che sarà risparmiato per la Svizzera, sostituito da Acerbi.
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Sarà l'occasione per riabbracciare idealmente Donnarumma in porta e per ammirare la grinta di Bonucci, la regia misurata di Jorginho, le incursioni di Barella, le accelerazioni di Chiesa, il «tiraggir» di Insigne e la caccia al gol di Immobile, che l'azzurro non lo ha mai conquistato sino in fondo. Facce che abbiamo imparato a amare.
Dieci undicesimi di quella squadra dovrà ora guidarci al Mondiale del 2022 in Qatar, tra 14 mesi, dribblando le insidie del girone. Le ripartenze sono sempre complicate e Mancini lo sa, avendone vinta una appena su tre (in Armenia).
L'anno scorso, proprio a Firenze, dove l'Italia non ha mai perso, si è dovuto accontentare di un pareggio in rimonta contro la Bosnia di Dzeko. Adesso, invece, deve mettere sotto la Bulgaria, numero 75 del ranking e ripetersi domenica a Basilea con la Svizzera e poi con la Lituania a Reggio Emilia. Il c.t. non teme la sindrome da appagamento.
la nazionale italiana
«Non possiamo permetterci distrazioni, ma su questo sono tranquillo perché i ragazzi sanno bene che non si vive di ricordi. La prima partita è la più delicata, la seconda invece è uno scontro diretto».
L'Italia va a caccia del Mondiale e di un record che aumenterebbe il valore dell'Europeo appena conquistato: il prossimo risultato utile sarà il trentacinquesimo della serie, come in Europa è riuscito solo alla Spagna di Xavi e Iniesta tra febbraio 2007 e giugno 2009, una squadra passata alla storia con due titoli Europei e un Mondiale.
MANCINI NAZIONALE
Un gradino sopra ci sarebbe solo il mitico Brasile con 36 risultati di fila tra il '93 e il '96. A Mancini i record interessano poco, ma è convinto che l'Europeo sia solo l'inizio di un cammino glorioso e che la sua giovane Italia «possa aprire un ciclo».
Lo dice sottovoce, senza dare enfasi, come fosse una straordinaria normalità. Mancio zen è lo stesso degli Europei, minima pressione per ottenere il massimo risultato. «Volevamo fare qualcosa di diverso e ci siamo riusciti. Prima o poi una partita la perderemo, speriamo che succeda dopo il Mondiale», cioè dopo aver vinto in Qatar perché il gioco è sempre quello: alzare l'asticella senza alzare la pressione.
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«Bisogna essere forti per mantenere il livello che abbiamo raggiunto. Alla base di tutto resta il divertimento perché chi si diverte alla fine vince sempre. I nostri giovani nel 2022 saranno ancora più forti».
Prima però in Qatar bisogna arrivarci. Stasera il primo esame stagionale, dentro il Franchi. La risposta di Firenze è tiepida. La capienza, in tempo di Covid, è di 19 mila posti, ma i biglietti venduti sono poco più della metà. Toccherà agli azzurri trascinare la gente e riannodare il filo magico con la vittoria.