Tommaso Labate per il Corriere dello Sera - Estratti
claudio lotito
«Ci dispiace, Lotito. Su questa cosa s’è già deciso, non si può fare». «Ciria’, allora non capisci. E se non capisci too spiego io dopo…». La temperatura dell’Aula della commissione Bilancio del Senato diventa bollente poco dopo le ventitré e trenta di domenica. E non tanto, o non solo, per i riscaldamenti di Palazzo Madama accesi al massimo, che mitigano quella temperatura esterna che a Roma è scesa sotto lo zero. Quanto per la sfida all’ultimo sangue, tutta interna alla maggioranza, tra Claudio Lotito, senatore di Forza Italia, e il duo composto da Luca Ciriani e Federico Freni, rispettivamente ministro per il Rapporti col Parlamento e sottosegretario all’Economia, il primo di Fratelli d’Italia, il secondo della Lega.
Lo stato d’animo con cui Lotito si presenta alla riunione decisiva della commissione Bilancio, quella che nella notte tra domenica e lunedì è chiamata a licenziare il maxiemendamento del governo alla legge di Stabilità, è chiaro a tutti i presenti. La sua Lazio ha appena perso in casa 2-0 contro l’Inter nel posticipo serale. Nell’auletta i colleghi maschi, soprattutto quelli appassionati di calcio, lo prendono un po’ in giro; qualcuno gli fa notare che un’altra coppia d’attacco, dopo quella dell’Inter formata da Lautaro Martinez e Marcus Thuram, che gli ha appena riservato un dispiacere sportivo, è pronta a rifilargli la seconda amarezza di una giornata nera.
luca ciriani
Il tandem Ciriani-Freni si trova ai banchi del governo. Sanno entrambi, o forse sospettano, che Lotito tornerà alla carica per ricomprendere nella norma sul rientro dei cervelli anche i calciatori, che stando alla bozza licenziata dal governo perderanno le agevolazioni. O, meglio, le conserveranno i calciatori che hanno contratti stipulati entro il 31 dicembre 2023; per il futuro, nessuna corsia di vantaggio, nessuno sconto, niente di niente, anche perché il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva difeso la riforma argomentando che il vantaggio per i «grandi campioni» provocava un «effetto distruttivo per il vivaio di calciatori italiani, che trovano una concorrenza impropria».
«Stamm’a sentire, Ciria’», esordisce Lotito avvicinandosi al banchetto del ministro, che è sommerso di carte. Il forcing si fa asfissiante, il presidente della Lazio si trasforma in una sorta di calcolatrice umana volta a dimostrare al ministro che ricomprendere i calciatori nella norma non comporta la spesa di risorse aggiuntive. «Sì ma la ragioneria…», s’inserisce il sottosegretario Freni, in raddoppio di marcatura sull’esuberanza lotitiana e in soccorso del collega di governo. «Ma che stai a di’, nun è così», replica il senatore forzista, che tenta di parare i colpi rifilando ora all’uno ora all’altro interlocutore, distribuendola equamente tra Ciriani e Freni, una sventagliata di «tu non capisci» e «mo’ too spiego io».
maurizio gasparri claudio lotito
Nella ricerca disperata di qualcuno che faccia da paciere, s’avanza tra i banchi della commissione Bilancio, nell’inedita veste di «colomba», la senatrice dei Cinquestelle Maria Domenica Castellone, detta “Mariolina”. Potrebbe infilare il dito nella piaga di una guerra interna alla maggioranza ma non lo fa, anzi. Tra le mani, la parlamentare grillina ha una gigantesca guantiera di sfogliatelle che ha portato da Giugliano. «Sfoglia o frolla?». «Sto a dieta, Castello’», mastica amaro Lotito, che indica mestamente l’inseparabile bottiglia di plastica che gli fa compagnia da qualche settimana, una specie di beverone acquoso, (...)
federico freni. foto di bacco
Ciriani e Freni, che nel frattempo si sono divincolati dall’abbraccio di Lotito, compulsano a turno lo smartphone. Non è dato sapere se cerchino Giorgetti per sapere quanti margini ci siano per riaprire la trattativa sui calciatori. Nelle retrovie, alcuni senatori di maggioranza e opposizione iniziano a scommettere sull’esito della sfida all’Ok Corral. Carta che vince, carta che perde, Lotito che ha la meglio, Lotito che soccombe, le agevolazioni ai calciatori escluse definitivamente dalla bozza, o clamorosamente riammesse nel maxiemendamento.
(...) Lotito, nel frattempo, ha già guadagnato un posto in poltrona e s’è appisolato. Riaprirà gli occhi al momento del voto e poi tornerà a riprendere sonno, in un’alternanza magica tra sonno e veglia. Alle 7 lo svegliano perché è finito tutto. L’ultima sopravvissuta tra le sfogliatelle della senatrice Castellone se l’era aggiudicata una mano fantasma, attorno alle 4.
claudio lotito e luca ciriani al ristorante del senato CLAUDIO LOTITO meloni lotito