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    LIBERA PASSERELLA IN LIBERO STATO – A CORATO, IN PROVINCIA DI BARI, L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI CENTROSINISTRA NEGA IL PATROCINIO ALLA MANIFESTAZIONE LOCALE DI MISS ITALIA. IL MOTIVO? L’EVENTO È CONSIDERATO MASCHILISTA - "LIBERO": “NEGARLE IL RICONOSCIMENTO ISTITUZIONALE NON È UNA FORMA DI PROGRESSO, MA DI OSCURANTISMO, UN ATTEGGIAMENTO BACCHETTONE CHE RISCHIA DI SUONARE TALEBANO"


     
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    Gianluca Veneziani per “Libero quotidiano”

     

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    «Miss, mia cara Miss, faccio a scummessa ca io mi sposo a te. Miss mia dolce miss, io voglio il bis e tu lo sai di che», cantava il grande Totò. E magari oggi sarebbe stato considerato anche lui un rude sessista sia per aver elogiato una Miss che per avere alluso a rapporti intimi con lei. E, in quanto tale, non avrebbe potuto mettere piede e tanto meno cantare quella canzone a Corato, in provincia di Bari, la cui amministrazione comunale ha negato il patrocinio alla manifestazione locale di Miss Italia, perché giudicata «maschilista» e ispirata a una concezione «consumistica» (sic!) della bellezza femminile.

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    La rassegna si è svolta domenica 26 giugno e, a differenza degli altri anni - si legge su coratolive.it -, nella giuria non era presente alcun rappresentante istituzionale o componente dell'amministrazione comunale, visto che per la prima volta il Comune aveva deciso di non patrocinare l'evento. La ragione? Si è scoperta dopo una domanda del consigliere di opposizione Vito Bovino cui ha risposto direttamente il sindaco di centrosinistra, Nicola De Benedittis.

     

    CONCETTO DISCUTIBILE «Abbiamo fatto una riflessione sul corpo delle donne e sul concetto di bellezza», ha detto il primo cittadino.

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    «Riteniamo che quella idea di bellezza propinata dal concorso Miss Italia sia molto discutibile, molto relativa e molto riduttiva» perché «quei canoni sono alquanto riconducibili a una visione maschilista e consumistica della bellezza e del corpo delle donne». E ancora: «Sappiamo che dentro il sistema economico consumistico la declinazione maschilista sui corpi delle donne prevale e noi a questo con fermezza e serenità diciamo di no».

     

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    Una dichiarazione rispedita al mittente dall'organizzatore del concorso, Antonio Garofano, presidente dell'ASD Wellness che, insieme alla Carmen Martorana Eventi, ha realizzato la manifestazione. «È una decisione che ci ha lasciato spiazzati», ha avvertito.

     

    NIENTE DI DISDICEVOLE «Non nascondo delusione poiché non è stato riconosciuto l'autentico valore della manifestazione. Durante la rassegna è stato dato spazio alla bellezza e all'eleganza ma anche a messaggi importanti come una riflessione sul femminicidio, il problema dei disturbi alimentari, e l'ambizione delle donne di fare carriera negli ambiti più disparati». Ma, ci permettiamo di aggiungere, quand'anche la manifestazione coratina si fosse limitata a mettere in mostra la bellezza delle concorrenti, non ci sarebbe stato nulla di disdicevole, se è vero che l'esaltazione del Bello è uno dei principi su cui si fonda la civiltà occidentale.

     

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    A maggior ragione se, come nel caso di questo concorso, la celebrazione della bellezza non ha alcunché di volgare o di offensivo. Mettici pure che Miss Italia è un evento che, al pari del Festival di Sanremo, fa parte del costume italiano e della sua cultura nazionalpopolare, è stato trampolino di lancio per carriere illustri (ricordiamo Sophia Loren, Martina Colombari, Anna Valle, Francesca Chillemi, Miriam Leone) e si associa a una dimensione ludica della competizione, che crea innocente divertimento in chi la guarda e "sorellanza" tra le concorrenti. Negarle il riconoscimento istituzionale non è una forma di progresso, ma di oscurantismo, un atteggiamento bacchettone che rischia di suonare talebano: che facciamo, sindaco, mettiamo il velo alle concorrenti per non mercificare il loro corpo e non esporlo al consumismo?

     

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    Non vorremmo però che tutto nasca dal fatto che la prima edizione di Miss Italia si svolse nel 1939. E, in quanto tale, è una manifestazione fascistissima da proibire... P.S.: Corato è il paese di mia mamma, la più bella. E, col benestare del sindaco o meno, resterà lei sempre Miss Corato.

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