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    COLPO GOBBO – PEGGIO DI SAN SEBASTIANO! A GAND SI STACCA UN LEGNO DALLA PISTA, TRAFITTO AL COSTATO IL GIOVANE CICLISTA LORENZO GOBBO: È GRAVE MA NON E’ IN PERICOLO DI VITA – IL PADRE: "HO VISTO QUALCOSA CHE NON AUGURO A NESSUNO DI VEDERE, MI SEMBRAVA DI ESSERE FINITO ALL’IMPROVVISO IN UN FILM DELL’ORRORE" - VIDEO


     
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    Marco Bonarrigo per corriere.it

     

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    Hai paura delle discese, degli incroci, di chi guida ubriaco o drogato, degli specchietti retrovisori delle macchine, delle buche che ti compaiono davanti all’improvviso e ti scaraventano fuori strada. Quando Gianni Gobbo, 55 anni, ex ciclista di buon livello a livello giovanile (correva con Gianni Bugno nella monzese Cicli Di Lorenzo) ha messo in sella da bambino il figlio Lorenzo, classe 2002, conosceva bene i rischi che si corrono praticando il ciclismo. E anche adesso che il ragazzo, 17 anni, è diventato un bel talento nel giro della nazionale juniores, il padre continua a proteggerlo negli allenamenti che da Lentate sul Seveso risalgono verso le colline della Brianza.

     

    Tutto poteva temere Gianni Gobbo, meno che il pericolo fosse in agguato in una pista di ciclismo. Quello che è successo venerdì sera all’Eddy Merckx Cycling Centre di Gand, in Belgio, dove si stanno svolgendo gli Europei under 23 e juniores, nessuno poteva immaginarlo. Lorenzo era l’unico azzurro iscritto all’omnium, una sorta di «triathlon» della disciplina. Nella prima prova, quella dello scratch, mentre pedalava in rettilineo il ragazzo monzese è rovinato a terra assieme a tre avversari contro cui preparava lo sprint finale.

     

    Dalla tribuna si è levato un urlo: un lungo (oltre un metro), aguzzo frammento di legno della pista in pino siberiano si è staccato improvvisamente dal pavimento, scoccato con la forza di una freccia, e ha trapassato il costato del ragazzo da parte a parte per poi infilarsi nella coscia sinistra. «Ho visto qualcosa che non auguro a nessuno di vedere, mi sembrava di essere finito all’improvviso in un film dell’orrore» ha spiegato papà Gianni, presente alla gara, al sito tuttobiciweb.it

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    Un’immagine terribile, fermata da un frame tv. Lorenzo, che non ha mai perso coscienza, ha tentato di sedersi prima di crollare. I soccorritori sono arrivati all’istante: l’asta di legno è stata tagliata con una cesoia per poter distendere il ragazzo sulla barella, i frammenti esterni rimossi, quelli interni lasciati in sede per evitare un’emorragia massiccia.

     

    Lorenzo è stato trasportato a sirene spiegate all’Ospedale Jan Palfijn dove, dopo tre ore di operazione, delicatissima, è stato ricoverato in terapia intensiva. «È stato un incidente assurdo — prosegue Gobbo — il listello era usurato e si è staccato con la violenza di una frecciata. Come è possibile una cosa del genere? Lorenzo è stato medicato con quasi 200 punti di sutura e sta soffrendo molto ma i medici mi hanno assicurato che non è in pericolo di vita. Dobbiamo capire quello che è successo: il ciclismo è già pericoloso di suo, non possiamo creare ulteriori rischi a ragazze, ragazzi e allo loro famiglie».

     

    La pista di Gand, intitolata al mito del ciclismo Eddy Merckx, è stata rifatta e coperta nel 2006 ed ospita una ricchissima attività, all’origine della probabile usura che dovrà essere verificata da un’inchiesta. L’ipotesi è che il pedale della bici abbia fatto leva su un tassello di legno, sollevandolo. Frank Glorieux, direttore di corsa, parla di «evento non eccezionale» spiegando però che di solito si staccano solo piccole schegge. Il Merckx è stato preferito al Kupke, dove si disputa la celebre Sei Giorni di Gand, perché quest’ultimo non ha lunghezza adeguata.

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    Lorenzo Gobbo, che corre col Pedale Senaghese, prima da allievo e ora da juniores è un corridore vincente e promettente che unisce l’attività su strada a quella della pista, sognando un futuro alla Elia Viviani. «Non abbiamo idea di se e come Lorenzo tornerà in sella — conclude papà Gobbo — quello che ci interessa è che recuperi completamente. È un lottatore anche quando scende dalla bici, io e sua madre siamo certi che farà una grande impresa»

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