Your face when you've just had someone ask if you're lost & then you're told to leave, on your first day at work. ???
— ?MΛG!D (@MagicMagid) 2 luglio 2019
I know I'm visibily different. I don't have the privilege to hide my identity. I'm BLACK & my name is Magid. I don't intend to try fit in. Get used to it!
??? pic.twitter.com/HhWG63kE9U
Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
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Lunedì, all’inaugurazione dell’Europarlamento a Strasburgo, un tizio di colore si aggirava nell’edificio: indossava un cappellino da baseball giallo, messo al contrario, e una maglietta con la scritta «F**k fascism», f**ti il fascismo. Qualcuno gli si è prontamente avvicinato e dopo avergli chiesto se per caso si fosse perso, gli ha intimato di andarsene subito. Al che il tizio ha spiegato: «Ma io sono un eurodeputato, sono qui per la mia prima seduta!».
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Sì, perché il personaggio in questione è Magid Magid, rifugiato somalo, eletto a maggio nelle liste dei Verdi britannici: uno dei politici più noti del già pittoresco panorama d’Oltremanica. E da giorni a Londra si fa un gran parlare del suo «incidente» e di ciò che ci racconta delle istituzioni europee. «So di essere visibilmente differente — ha twittato poi Magid —. Non ho il privilegio di nascondere la mia identità. Sono NERO e il mio nome è Magid. Non ho intenzione di adeguarmi: abituatevi!». L’europarlamentare ha raccontato di non sapere chi fosse la persona che ha provato a cacciarlo, ma di essere convinto che si trattasse di un funzionario di Strasburgo.
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Lui ovviamente non si è tolto di torno: «Metto la gente a disagio — ha osservato— non sanno come comportarsi. Gli eurodeputati non riflettono la gente che rappresentano, a livello europeo. So che per loro sarò come un pugno nell’occhio». Una portavoce dell’Europarlamento ha fatto sapere che stanno investigando sull’incidente, ma a suo dire nessun membro del loro staff è stato coinvolto. Ad ogni modo, fanno notare gli attivisti antirazzismo, quanto è accaduto mette in luce la mancanza di diversità etnica a Strasburgo, dove solo una decina di deputati sono di colore: «Per avere successo a livello politico europeo, devi essere bianco», osservano quelli dell’Enar, il Network europeo contro il razzismo.
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«Solo il fatto di essermi trovato in quella posizione — ha commentato Magid — la dice lunga su come la gente pensa che debba apparire il politico tipico». E infatti anche un altro eurodeputato, Younous Omarjee, francese dell’isola della Reunion, ha raccontato che la scorsa settimana sul treno per Bruxelles lui e un collega congolese sono state le uniche persone del vagone a essere state controllate dalla polizia. «Sfortunatamente — sottolinea l’Enar — per le persone di colore a Bruxelles questa settimana la questione non era come farsi nominare ai posti di vertice, ma semplicemente giustificare il loro diritto a essere lì. Questi incidenti possono sembrare di poco conto, ma sono importanti e significativi: riflettono una tendenza più ampia nella politica europea».
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La quale però, almeno fino alla Brexit, dovrà abituarsi alla presenza di Magid Magid. Così come si erano dovuti abituare gli abitanti di Sheffield, la città inglese di cui Magid è stato sindaco nel 2018, sempre in rappresentanza dei Verdi. Lui si è fatto fotografare appollaiato sulla scrivania del suo ufficio, con ai piedi gli stivali Dr Martens che sono l’altro suo marchio di fabbrica e il cordone ufficiale al collo. Il suo era un ruolo cerimoniale, ma il suo atto pubblico più importante è stato «mettere al bando» da Sheffield Donald Trump.
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Magid è anche uno dei più giovani politici britannici: ha solo 30 anni ed è arrivato in Gran Bretagna a 5 anni dal Somaliland, da dove la sua famiglia era fuggita. Nessuno di loro parlava una parola di inglese e la madre per mantenersi faceva la donna delle pulizie: ma lui è riuscito ad andare all’università, dove ha scoperto la passione per la politica. Si è fatto eleggere al consiglio comunale di Sheffield e da lì è partita la sua mirabolante carriera. Da studente aveva fondato una società di arti marziali e si era guadagnato il soprannome di «Magico Magid Mago della Sottomissione»: riuscirà adesso ad aver ragione anche dell’Europarlamento?
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