ANGELO PEVERI (SECONDO DA SINISTRA) CON IL FIGLIO LUIGI E I SOCI
ANGELO PEVERI INTERVISTATO A “LA ZANZARA”
“Sto aspettando che mi vengano a prendere. Come volete che mi senta, un coglione. Perché un coglione? Uno che lavora oggi cos’è? Un coglione. Ho sempre lavorato. Mi hanno rubato 90 volte e vado in galera. Mi sento un coglione”. Così a La Zanzara su Radio 24 Angelo Peveri, l’imprenditore piacentino condannato in via definitiva a quattro anni e mezzo di carcere per aver ferito un ladro romeno durante un tentativo di furto.
“Mio figlio va avanti con l’impresa – dice - sarebbe meglio farlo smettere. Io avevo molta fiducia nelle leggi italiane. Infatti non ho mai dato colore politico a questa cosa. Però non è andata tanto bene. Sono innocente. Non ho inseguito nessuno. Mi sono difeso dai furti che subivo. Io sono andato a lavorare e questo qui è saltato fuori dal buio. Mi sono spaventato, mi sono girato ed è partito il colpo. Chiuso. Quello che ho dichiarato, l’ho dichiarato all’epoca e non ho mai cambiato versione. Dopo mezz’ora il carabiniere, e dopo due anni, dopo tre anni sempre quello”.
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“Sono pronto ad affrontare il carcere – dice Peveri - e mi dispiace per quello che lascio a casa, i figli, mia moglie, i nipoti. Sono preparato perché dopo nove anni sono anche stanco di aspettare queste cose, capito? La nuova legge? Dicono non sarei finito in galera, ma le leggi nuove bisogna vederle prima. Mi fa piacere l’interessamento di Salvini ma in galera ci vado io. Servirà per mio figlio se va avanti con l’impresa, per mio nipote, per i miei figli”.
legittima difesa
Quanti tentativi di furto hai subito?: “Più di 90. Cinquanta furti in cantieri, non denunciati ma documentati in caserma e 41 denunce firmate dopo i fatti dello sparo. Ma qualcuna mi sarà scappata. Una volta ho sparato in aria, un’altra mi è scappato il colpo”. Sei pentito di aver sparato?: “Ovviamente sono pentito, per l’amor di Dio. Sono sereno perché non ho sparato di mia volontà, quindi ho la coscienza tranquilla. Quando ho sparato, ho subito chiamato i soccorsi. E poi ho mandato il parroco ed il geometra in ospedale, se aveva bisogno di qualche supporto morale, economico, ma non è stato accettato niente, amen.
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Io non lo rifarei, però è ora che lo Stato ci tuteli un po’. Non sono andato lì per sparare, ma per tutelarmi se trovavo persone che potevano ridurmi in fin di vita. Ma io non avevo intenzione di sparare. Perché ero andato lì col fucile? Perché andrebbe di notte in un cantiere al buio sapendo dagli allarmi che dentro ci sono degli intrusi? Dovevo chiamare la polizia? Io l’ho sempre chiamata, ma quando arriva sa dove sono? Sa dove sono i ladri quando arrivano i carabinieri? Già andati. Non per colpa loro. Arrivano quando non c’è più niente. E’ successo molte volte che abbiamo chiamato”.
SALVINI FUCILE 1
Perché hai sparato?: “Non ho sparato a queste persone quando se ne stavano andando. Ho sparato a 30 centimetri davanti perché mi veniva incontro…che poi non ho sparato, m’è partito il colpo. Sono inciampato, ero in ciabatte nel torrente, nella ghiaia. Io ho sparato in alto, poi ne ho visto uno scappare, ho saputo dopo che erano in tre, neanche li avevo visti. Ed ho sparato a una persona a 30cm che mi veniva contro al buio, che non ho visto un cazzo. Ma ho la coscienza tranquilla”.
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Quello che è stato ferito ha avuto conseguenze?: “Va a lavorare, quindi penso sia guarito. Poi non ho più avuto rapporti, quindi…”. Ha ancora paura di essere rapinato?: “Sono stato rapinato due mesi fa, venti giorni fa. Nessuno della famiglia può usare armi, dunque armi non ne abbiamo più”.
Quanto ci ha rimesso per i furti subìti?: “Circa 150.000 euro. Ma sono stanco. L’avvocato mi ha detto che forse dopo un anno e mezzo, la buona condotta, posso avere i domiciliari…E’ tosta, ma ho cominciato a lavorare a 14 anni mungendo le mucche di mio papà. A 16 anni il libretto, poi mi sono creato una piccola impresa, bella e sana. Ho 57 anni, lavoro da più di 40. E devo andare in galera e i ladri sono fuori. Per chiudere il discorso, questi signori hanno avanzato una richiesta di 700.000 euro di risarcimento danni, di cui mi hanno già condannato a dargliene 30. Più spese legali”.
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MATTARELLA DIA LA GRAZIA ALL’IMPRENDITORE PUNITO PER ESSERSI DIFESO
Renato Farina per “Libero Quotidiano”
La grazia. Serve subito. In modo sfacciato ma evangelico, picchiamo alla porta di Sergio Mattarella: la conceda ad Angelo Peveri, piacentino della Val Tidone. Il quale, ora è al telefono, con la voce quieta di uno delle nostre colline sul Po, incapace di recitare tragedie su sé stesso. Dovrebbe essere dentro. Invece no. È lui che fa squillare il mio telefono.
SALVINI FUCILE
Le hanno lasciato il cellulare.
«Mi sono presentato in carcere, non mi hanno voluto. Non è ancora arrivato l' ordine da Roma. Oggi (ieri per chi legge, ndr) me ne sto a casa. Ma domani vado a lavorare. Mi verranno a prendere i carabinieri sul cantiere oppure mi telefoneranno per convocarmi in galera. Io sono pronto».
Non è una passeggiata tra i vigneti di Gutturnio
«Non la prendo alla leggera, non so come sopporterò la cella. Ma credo reagirò bene: ho i miei familiari a volermi bene. E poi sono partito dalla miseria, non sono cresciuto nella bambagia. Reggerò. Ho fatto la gavetta prima di metter su una bella ditta. Dopo un periodo di crisi ci stiamo tirando su. C' è mio figlio, ma senza di me Vedremo».
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La galera e il pensiero non va alle sue pene, al bugliolo, ma alla ditta La grazia, forza, presidente Mattarella. Peveri è l' imprenditore condannato in via definitiva a 4 anni e 6 mesi di reclusione per tentato omicidio volontario. Nell' ottobre del 2011 era scattato l' allarme in un suo cantiere di Borgonovo: rubavano il gasolio dagli escavatori, la terza volta in pochi giorni. 81 in tutto. Chi è del mestiere conosce questa tortura. Sciame di danni senza tregua, senso d' insicurezza, alla fine ti portano via anche la ruspa. Chi pratica queste ruberie si fregia della medaglia all' impunità assoluta. Sono ritenuti furtarelli.
LA GANG DI ROMENI
Il signor Angelo in quell' autunno del 2011 corse lì con il fucile accompagnato da Gheorge Batezatu, il suo dipendente di fiducia (romeno). C' erano tre ladri (romeni) all' opera. Tecnica consolidata: ciondolano durante il giorno nei pressi, per agire di notte.
ANZIANA PISTOLA LEGITTIMA DIFESA
Angelo e Gheorge li inseguirono al buio. Non sapeva in che guai sarebbe incorso?
«Sono inciampato ed è partito un colpo, voi giornalisti mi dipingete diverso».
Non serve precisare, la condanna è definitiva, stanno lucidandole la cella. Sa com' è, da Roma sono lenti con i fax. Del resto, anche avesse sparato con intenzione, la nuova legge l' assolverebbe.
«Prima comincio, prima finisco. Hanno voluto superare i 4 anni per garantirmi il carcere ed evitare misure alternative che scattano sotto quella pena. I pm avevano chiesto di meno. Ma ci tengo a ripeterlo, non sono un giustiziere, non ho fatto apposta».
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Risultato: ha ferito gravemente un ladro. Gli altri sono scappati. Peveri ha chiamato subito i soccorsi, mentre il suo collaboratore tamponava il fiotto di sangue al malvivente. Altro che volontà di ammazzare. Risultato-bis. Nonostante in Cassazione il procuratore generale avesse chiesto il rifacimento del processo per l' evidente incongruità della condanna, niente da fare: 4 anni e 6 mesi.
Hanno condannato anche il suo operaio, Gheorge Batezatu.
MATTARELLA
«Gli hanno dato 4 anni e 2 mesi per complicità. Per lui il pm aveva chiesto due anni. Mi dispiace più per lui che per me. Adesso mi faccia pensare a organizzare la ditta senza di me. Tra una cosa e l' altra, l' avvocato Fiore mi ha spiegato che passerà più di un anno prima che possa tirarmi fuori dalla cella. E il ladro che ho ferito, e che ha patteggiato dieci mesi con la condizionale, vuole 700mila euro di risarcimento».
PAROLA AL COLLE
E se passa la nuova legge, non rivedono la sentenza?
SALVINI FUCILE
«Niente da fare. Il processo è finito».
E la grazia, ha pensato di chiederla?
«Devono arrivare le motivazioni Poi ci sarà l' istruttoria».
Cioè, tanto vale rassegnarsi? Noi no. Chiediamo che Mattarella attivi una procedura rapida. Quando si vuole, è possibile. Ci sono precedenti. Basterebbe rimodulare la pena, condonando due anni. Meglio che niente. Esageriamo in consigli, ma il caso scotta.
Sarebbe una mossa non solo di riparazione verso un singolo (anzi due singoli, c' è anche Batezatu), ma un gesto di riconciliazione tra senso della giustizia - che nonostante tutto il popolo italiano conserva in sé - e sentenze che lo umiliano.
matteo salvini luigi di maio
P.S. Matteo Salvini ha solidarizzato immediatamente con Peveri. Ha dettato parole chiare. «La legittima difesa in casa e nei cantieri propri deve valere sempre». Giusto. Ci domandiamo però perché - visto che Forza Italia e Fratelli d' Italia avrebbero dato un sostegno forte e immediato alla riforma di una legge, superando i dissensi di parte dei Cinque Stelle - questa proposta non sia ancora norma in Gazzetta ufficiale e giaccia in Senato, dove in pratica non si fa nulla da mesi.
In compenso, un Parlamento rapido come Speedy Gonzales è riuscito ad approvare una demenzialità come il cosiddetto decreto dignità, per tener buoni Di Maio e Toninelli e far del male agli imprenditori. E non si è fatto in tempo ad approvare la legittima difesa. Forse - signori grillini - bisognava tenere buoni i ladri?