Alessandro Di Matteo per “la Stampa”
ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI
Bacchetta Matteo Salvini, minaccia scherzosamente - ma neanche troppo - di arruolare "Terminator-Schwarzenegger" per scardinare le correnti Pd, ribadisce di volere un'alleanza con il M5s, ma non solo con loro e, comunque, con un Pd nel ruolo di «leader».
ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE
Enrico Letta in versione "reloaded" non lascia passare giorno, ormai, senza fare incursioni nei territori avversari, il segretario Pd vuole giocare d'attacco, anche perché - come dice da Bruno Vespa ospite di Porta a porta - «l'altra volta sono stato cauto, e infatti è finita male...».
ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA
E allora niente cautela, stavolta, soprattutto nei confronti di Salvini che vuole giocare due parti in commedia, di lotta e di governo. È lui il bersaglio quotidiano di Letta, che ribadisce anche la sponda a Fdi sulla vicenda Copasir, per una «questione di civiltà istituzionale», precisa a chi gli ha parlato.
ENRICO LETTA
Quella commissione fin qui guidata dalla Lega deve andare all'opposizione, è una questione di democrazia, insiste: «La regola per la quale i servizi segreti sono controllati in Parlamento dall'opposizione è una regola giusta dello stato di diritto. Non lo faccio perché ho più simpatia per l'uno per l'altro».
pierpaolo sileri giuseppe conte roberto speranza sandra zampa
Di sicuro, di simpatia per Salvini non ne ha molta: «È andato a trovare Orban... È lui che deve motivare la sua conversione a "U" su Draghi, mentre tiene queste posizioni. È come se io, che sono tifoso rossonero, mettessi la maglia nerazzurra. È poco credibile». Reprimenda anche per le parole del leader leghista sul ministro Roberto Speranza: «Frasi totalmente fuori luogo». Come è sbagliato, sulle riaperture, «creare aspettative che poi magari vengono frustrate».
draghi letta
E poi, «è disdicevole tirare Draghi per la giacca dicendo "questo è merito mio"», chiaro riferimento alla Lega che mercoledì sera dopo il Consiglio dei ministri rivendicava di aver imposto la propria linea. Ma le bordate a Salvini vengono accompagnate dai messaggi di stima per Mario Draghi, «l'asso calato da Mattarella, abbiamo giocato questa carta, ora il governo deve riuscire».
E «questo è il nostro governo, lo sosteniamo», assicura. Ma Letta si occupa anche del "fronte interno", cioè del Pd e del centrosinistra, allargato al M5s. In mattinata incontra Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, poi i Verdi di Angelo Bonelli ed Elena Grandi.
MARIO DRAGHI ED ENRICO LETTA FOTO INFOPHOTO
Vede anche David Sassoli, ma non per la candidatura a Roma, assicurano entrambi. Quindi annuncia che vedrà «nei prossimi giorni» anche Matteo Renzi, anche se ammette che «non sarà semplicissimo. Io non cerco vendette, ma le scissioni non sono facili da gestire. Vedremo se si può fare un pezzo di strada insieme».
enrico letta sebastien maillard
Molto presto vedrà anche Luigi Di Maio, anche se questo non lo annuncia pubblicamente. Sui 5 stelle traccia una linea chiara: «L'alleanza ha senso se il Pd è forte, leader», e se non è un rapporto «esclusivo», ma aperto ad «altre forze politiche». Per quanto riguarda il Pd, il messaggio è semplice: «Non sono qui per vivacchiare. Marcucci polemizza? C'è bisogno di tutti, ma serve soprattutto grande unità».-