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(ANSA) "Capisco l'amarezza di Trentalange. Lui è stato democraticamente eletto ed è legittimato a tenere il ruolo. Oggi non ci sono elementi oggettivi per un provvedimento così violento come il commissariamento, ma se domani dovessero emergere altri elementi sarà Trentalange per primo a fare un passo indietro. C'è grande rispetto per la sua sofferenza che è la stessa degli arbitri italiani". Lo ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, sulla possibilità di commissariare l'AIA dopo il caso Rosario D'Onofrio. Quanto agli arbitri: "Sono intoccabili, non c'entrano nulla in questa vicenda".
rosario d'onofrio
L’Aia sapeva che il procuratore capo, Rosario D’Onofrio, tramava per favorire o bloccare le carriere degli arbitri. Ma non ha fatto nulla. A luglio Gravina chiese già di rimuoverlo. Lo rivela La Repubblica.
“L’Aia sapeva. L’Associazione italiana arbitri sapeva da luglio che il suo procuratore, Rosario D’Onofrio, intratteneva consulenze “private” con un guardalinee che invece avrebbe dovuto indagare. E ha deciso di non fare nulla”.
Lo dimostrano sei registrazioni audio prodotte da un ex guardalinee, Robert Avalos.
“Il narcos che dai domiciliari gestiva le udienze sulle condotte disciplinari degli arbitri italiani, è il protagonista di sei file audio registrati da un ex guardalinee, Robert Avalos. Saputo di questi audio, il presidente della Federcalcio Gravina era già intervenuto. Denunciando il caso alla Procura federale. E suggerendo all’Associazione arbitri di rimuovere un procuratore che si era comportato in quel modo. Ma l’Aia, nemmeno dopo che D’Onofrio è stato indagato dalla Procura della Federcalcio ha pensato di sostituirlo. Anzi”.
trentalange
Quelle registrazioni, che il quotidiano scrive di aver ascoltato, erano finite, in estate, “sui cellulari di tutti i guardalinee d’Italia, e da lì alla Commissione degli arbitri. Quindi, ai vertici dell’Aia”.
In esse, D’Onofrio suggeriva ad Avalos “come “colpire” i designatori, che a suo dire lo avevano eccessivamente penalizzato”.
rosario rambo d'onofrio
Il procuratore capo incoraggiava il guardalinee a denunciare dei comportamenti dolosi degli osservatori che avevano valutato le sue partite.
«Parliamoci chiaro, da come si stanno muovendo la vogliono far fuori».
Diceva così e proponeva, come strategia, di «creare un po’ di caos».
Continuava dicendo:
«Lei deve scrivere un esposto che venga inviato alla procura… Lei fa questo e basta, poi me la vedo io».
Tutto ruotava – spiega La Repubblica – intorno a una valutazione che Avalos aveva ricevuto per il suo rendimento in campo. Valutazione che era stata abbassata dopo che il guardalinee aveva mandato un messaggio notturno imputando ai designatori e agli organi di valutazione tecnica di averlo valutato troppo negativamente.
alfredo trentalange
“Il giorno dopo, il voto della sua partita era sceso di un punto: modificare un voto, se ci fosse stato un errore materiale di inserimento, sarebbe possibile. Il procuratore degli arbitri D’Onofrio avrebbe potuto indagare per capire se ci fosse stato dolo. Ma solo a sentirlo era già arrivato a conclusioni. Non aprendo un fascicolo. Ma dichiarandolo nelle telefonate con lo stesso Avalos: «Qualcosa di losco sotto è successo, e lo hanno anche fatto male», diceva”.
IL MINISTRO ABODI «BASTA ZONE GRIGIE» MA FIGC E LEGA SONO GIÀ IN DISACCORDO
M.Col. per il “Corriere della Sera”
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«Dobbiamo recuperare la credibilità e riaffermare la reputazione che passa attraverso la trasparenza, la sincerità e anche la tempistica». Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, indica la strada per superare lo scandalo che ha travolto il mondo del calcio dopo l'arresto avvenuto nei giorni scorsi per traffico di droga dell'ex procuratore capo dell'Aia, Rosario D'Onofrio.
«Mi aspetto l'ascolto di chi avrà necessità e voglia di parlare - aggiunge Abodi (foto) -, il nostro mondo deve abbandonare le zone grigie». Appuntamento alle 10 per il consiglio federale convocato d'urgenza dal presidente federale Gabriele Gravina con un punto all'ordine del giorno: ricondurre sotto l'egida della Figc l'amministrazione della giustizia degli arbitri, finora autonoma.
rosario rambo d'onofrio
La Lega di A, rappresentata dal presidente Casini e dai consiglieri Lotito e Marotta, sottolineerà sì l'esigenza di sottrarla agli stessi fischietti ma di attribuirla, invece che alla procura federale, al Coni. Di certo non si giungerà oggi al commissariamento dell'Aia dal momento che non sono ancora stati trasmessi alla federazione gli atti dell'inchiesta milanese. Intanto il consiglio di Lega ha stabilito le date del prossimo campionato: inizio il 20 agosto, termine il 26 maggio.
Alfredo Trentalange