Stefania Chiale per il “Corriere della Sera”
Sono scesi in piazza in un flash mob silenzioso, narrato dalle sedie vuote dei loro locali chiusi da due mesi, che diventeranno tre prima della riapertura del settore, prevista il primo giugno. Senza ancora un protocollo che definisca le norme di sicurezza e con aiuti economici (cassa integrazione ai dipendenti e prestiti dalle banche) che non arrivano. Una cinquantina di imprenditori, titolari di ristoranti, bar e pub, hanno manifestato ieri mattina davanti all' Arco della Pace di Milano. Su 7 mila esercizi pubblici della città, si teme che oltre 2 mila non riusciranno a riaprire.
MILANO - FLASH MOB DI PROTESTA DEI RISTORATORI
Non solo: i locali rischiano, una volta riaperti, di rimanere senza clienti. Dal primo giugno si stima una perdita di fatturato del 70%. Un protocollo di sicurezza e un reale sostegno economico. Queste le richieste di chi, come Andrea Linguanti, titolare di quattro ristoranti, aspetta da settimane un aiuto: «Nessuno dei miei 48 dipendenti ha ancora ricevuto la cassa integrazione. Ho aperto quattro pratiche in banca per ricevere il finanziamento: nessuna è andata a buon fine. Finora ho ricevuto 600 euro come partita Iva: qualcuno ci dice come facciamo a sopravvivere?».
Quella che doveva essere una manifestazione partecipata solo simbolicamente si è, però, trasformata in un «assembramento» su cui sono intervenute le forze dell' ordine. Come ha raccontato in diretta la trasmissione L' aria che tira condotta da Myrta Merlino (La7), gli agenti hanno sanzionato una ventina di ristoratori per non aver rispettato il divieto, con multe da 400 euro. «Un intervento inevitabile», commenta la Questura, precisando che i promotori avevano avvisato martedì sera dell' iniziativa.
MILANO - FLASH MOB DI PROTESTA DEI RISTORATORI
Il flash mob, infatti, era stato immaginato con le sole sedie a riempire la piazza. Durante la mattinata, invece, ai cinque «di guardia» si sono aggiunti spontaneamente altri imprenditori. «L' idea è nata sull' esempio dei colleghi tedeschi che avevano messo le sedie vuote dei loro locali a Berlino, sotto la Porta di Brandeburgo. E quella doveva rimanere», spiega Alfredo Zini, titolare dello storico ristorante milanese Al Tronco. «Ci stanno trattando come criminali, noi che con i ristoranti chiusi da due mesi paghiamo i dipendenti perché non gli arriva la cassa integrazione», dicono i ristoratori, che nel pomeriggio sono stati ricevuti dal questore Sergio Bracco.
MILANO - FLASH MOB DI PROTESTA DEI RISTORATORI
Tra gli agenti c' è rammarico per quanto accaduto, «ma la legge è uguale per tutti - precisano -. Non abbiamo potuto fare altrimenti». Sul sanzionamento agli imprenditori si è scatenata la reazione politica del centrodestra. «È scandaloso che questa sia la risposta dello Stato a chi non sa più come andare avanti», attacca la leader di Fratelli d' Italia Giorgia Meloni.
Il segretario della Lega Matteo Salvini chiama in causa il Comune di Milano: «I ristoratori protestano in maniera civile per chiedere di tornare a lavorare e la risposta del Comune e dello Stato è una multa da 400 euro. Ma come si fa?». Immediata la replica del sindaco Beppe Sala: «Matteo Salvini, campione delle fake news. Il Comune e la Polizia locale non c' entrano nulla. Senza proclami, ho chiamato il prefetto e chiesto di ricevere il prima possibile una loro delegazione».