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    “MI STAVANO ADDOSSO COME FOSSI UN ANIMALE” - A MILANO TRE ALBANESI STRAFATTI DI COCA HANNO PICCHIATO E VIOLENTATO PER 12 ORE, IN UNA STANZA DI UN MOTEL, UNA 23ENNE CARAIBICA - LA RAGAZZA, CHE FA LA ESCORT, ERA STATA AGGANCIATA IN UN LOCALE DELLA MOVIDA: E’ STATA CHIAMATA AL TAVOLO DAGLI ALBANESI CHE “MOSTRAVANO DI AVERE MOLTI SOLDI”, “OROLOGI DI ALTO VALORE” E ORDINAVANO “BOTTIGLIE MOLTO COSTOSE” - LEI HA ACCETTATO MILLE EURO PER UNA NOTTE DI SESSO IN ALBERGO MA POI…


     
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    Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

     

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    Violentata, picchiata, nelle 12 ore di violenze inenarrabili in una squallida stanza di motel di periferia, una caraibica di 23 anni è stata ridotta «in uno stato di soggezione» e di terrore tale da non trovare la forza per gridare aiuto nemmeno quando i carabinieri sono entrati per controllare lei e i tre albanesi imbottiti di cocaina che fino a poco prima la stavano stuprando. I militari non si sono accorti di nulla, ma grazie al controllo i tre sono stati arrestati.

     

    «Mi stavano addosso come fossi un animale», ha raccontato la vittima. La giovane era andata in un noto locale della movida milanese con un gruppo che aveva contattato l'agenzia di «moda» per la quale lavora, in realtà fa la escort. Ai carabinieri ha detto che era stata chiamata al tavolo da cinque albanesi che «mostravano di avere molti soldi», «orologi di alto valore», e ordinavano «bottiglie molto costose».

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    Gli investigatori, guidati dal sostituto procuratore Rosaria Stagnaro e dall'aggiunto Letizia Mannella, hanno accertato che quella sera i cinque hanno speso 2 mila euro solo in champagne per festeggiare, avevano detto, il compleanno di uno di loro, tale Jack, che poi risulterà essere Xhentjan Agaraj, 23 anni residente a Sedriano (Milano).

     

    È Jack a proporre alla coetanea mille euro per una notte di sesso in un albergo di lusso.

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    «Ho accettato», ha dichiarato lei. Anche perché con quel giovane che le piaceva sarebbe andata a letto anche gratis: «Mi riempiva di frasi come "ti sposo, devi stare solo con me, noi siamo i capi del paese, comandiamo noi"». Ma le cose vanno in modo drammaticamente diverso. Già all'uscita, la coppia trova una Punto grigia con dentro due albanesi.

     

    Uno, che dice di essere il padre di Jack, la insulta prima di andarsene con l'altro. Altri due seguono su una seconda auto. Invece dell'albergo a cinque stelle, la destinazione è un motel a Cornaredo. Sono le 5.30 del mattino quando la coppia entra nella camera n.31. Le violenze cominciano immediatamente, feroci.

     

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    Un'ora dopo entrano i due che li avevano seguiti che fanno lo stesso. Botte, foto e filmati (non sono stati trovati) con la giovane che inutilmente supplica, poi si arrende per evitare violenze più gravi mentre i carnefici che, invece di smettere, la umiliano con sputi, insulti e risate sguaiate.

     

    Intorno alle 6-6.30, due carabinieri bussano alla porta per controllare Jack, dato che alla registrazione è scattato l'allarme perché dovrebbe stare ai domiciliari. Mentre gli altri due aguzzini si nascondono in bagno, la ragazza e Jack vengono identificati dai militari che, tornati in motel più tardi, trovano e identificano anche Alvardo, 21 anni, fratello di Jack, e il loro cugino Alfiol Quku, 29 anni. Anche stavolta la ragazza non fa un cenno, non dà l'allarme.

     

    Andati via i carabinieri (i domiciliari per aver vessato la ex fidanzata erano scaduti alla mezzanotte, è questo che festeggiavano davvero nel locale), le violenze riprendono fino al pomeriggio successivo, quando alle 17 la giovane viene abbandonata. Frastornata, forse incerta su cosa fare, resta in camera prima di scendere, chiede un telefono per cercare amici, dicendo solo che l'hanno lasciata sola. Poi chiama i carabinieri. La settimana scorsa il gip Alessandra di Fazio ordina di l'arrestare i tre. Alvardo era già a San Vittore sospettato di omicidio.

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