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    A MILANO UNA GUARDIA GIURATA DI 53 ANNI SORPRENDE UNA 29ENNE A RUBARE IN UN CENTRO COMMERCIALE E LA RICATTA: “FAI SESSO CON ME O TI DENUNCIO” – LA RAGAZZA AVEVA RUBATO UNA PIASTRA PER CAPELLI DA 50 EURO E QUANDO E’ STATA SORPRESA SI E’ SCUSATA: “PAGO SUBITO, STO CERCANDO UN LAVORO, SE MI DENUNCIA, NON LO TROVO PIÙ” – L’UOMO INVECE HA PROVATO A INZUPPARE IL BISCOTTO: “HO TRE MESI DI TEMPO PER DENUNCIARTI, MA STAI TRANQUILLA, POSSIAMO RISOLVERLA IN ALTRO MODO…” – ECCO COME E’ FINITA...


     
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    Francesca Morandi per il “Corriere della Sera – Edizione Milano”

     

    Che il taglieggiatore sia una guardia giurata è sconfortante. Soprattutto se i fatti sono andati come li raccontano i carabinieri che lo hanno arrestato: «Per non denunciare la donna che aveva rubato una piastra per capelli, le ha chiesto più volte denaro e prestazioni sessuali».

     

    GUARDIA GIURATA GUARDIA GIURATA

    L'uomo è finito in carcere per estorsione, tentata violenza sessuale e violenza privata. Cinquantatré anni, una vita in divisa, la fedina penale pulita, la società per cui lavora che lo ha mandato in giro: Genova, Milano. Da due anni e mezzo era fisso all'Ipercoop, all'interno del centro commerciale CremonaPo. Qui, a fine agosto, una 29enne è stata fermata dopo aver rubato una piastra per i capelli da 50 euro. Nella stanza, la ladra si è trovata a tu per tu con la guardia giurata. «Pago subito, sto cercando un lavoro, se mi denuncia, non lo trovo più», il suo appello disperato. La guardia giurata l'ha fatta pagare, lei è andata dopo aver compilato un modulo con i suoi dati e il numero di telefonino.

    GUARDIA GIURATA SORPRENDE UNA RAGAZZA A RUBARE GUARDIA GIURATA SORPRENDE UNA RAGAZZA A RUBARE

     

    Nel pomeriggio, l'uomo l'ha chiamata: «Ho tre mesi di tempo per denunciarti, ma stai tranquilla, possiamo risolverla in altro modo». Ovvero, «rendendosi disponibile nei suoi confronti», annota l'Arma. E per la vittima è iniziato l'incubo. A metà settembre la guardia giurata si è rifatta viva, dando un appuntamento alla 29enne in un luogo isolato. «Non dire nulla a nessuno». Lei è andata. Il 53enne le ha preso il telefonino, lo ha spento. Poi, l'estorsione: «Per spiegare ai miei capi la storia del furto, ho fatto dei viaggi. Mi devi rimborsare con 150 euro».

     

    Terrorizzata, lei ha pagato. L'uomo l'ha costretta «a ripetere frasi di ringraziamento per il suo interessamento e che desiderava avere un rapporto sessuale con lui», spiega chi ha indagato. Sconvolta, la ragazza si è confidata con la madre che le ha consigliato di raccontare tutto ai carabinieri. Il 53enne si è rifatto vivo al telefono: «Devi essermi grato, tu devi essere a mia disposizione, a breve ci incontriamo ancora».

     

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    I carabinieri lo avevano già identificato. Lui è tornato alla carica, il 21 settembre, in un luogo isolato, fuori città. Ma la vittima prima è corsa dai carabinieri. «Gli ho detto che questo è l'ultimo incontro, poi chiudo». Si è organizzata la trappola. Lei è partita in auto. Sapendo che il ricattatore le avrebbe fatto spegnere il telefonino, ne ha nascosto un altro sotto il sedile e ha registrato.

     

    I militari in borghese l'hanno seguita. L'uomo le ha chiesto 50 euro, «le ha intimato un rapporto sessuale», la vittima è schizzata fuori dalla macchina. Sono piombati i carabinieri e l'hanno ammanettato. Difeso dall'avvocato Walter Ventura, nell'interrogatorio di garanzia la guardia giurata ha pianto. «Ho sbagliato, mi sono fatto travolgere, ma lei si è proposta». Su richiesta del pm Andrea Figoni, il gip Pierpaolo Beluzzi lo tiene in carcere.

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