Filippo Fiorini per “la Stampa”
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Ciascuna delle 160 persone che ieri hanno pagato 70 euro per assistere alla conferenza sugli ufo di Pier Giorgio Caria a Campogalliano, Modena, ognuna delle centinaia che ha versato la stessa cifra per seguirla in streaming e Pier Giorgio Caria stesso, che dice di devolvere questo denaro in beneficenza (salvo spese tecniche), è convinta che gli alieni esistano, non cerca prove ma interpretazioni, soprattutto, vive sulla difensiva perché è abituata ad essere presa per i fondelli.
Sono una comunità, «amici con gli stessi interessi, come un club di tifosi, non una setta di fanatici», spiega il loro intellettuale di riferimento, ed è vero, non sono assimilabili a una sola categoria: dandy snob in velluto viola, famiglie con bambini, amiche over 60 in gita domenicale, professionisti solitari e trentenni interessatissimi che fanno foto e comprano merchandising. Certuni hanno effettivamente un aspetto eccentrico, ma sono una minoranza.
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Caria, poi, con la sua forma fisica, l'abbronzatura d'inverno, il completo e la cravatta blu, non è come ci si aspetterebbe di trovare un ex ferroviere che ha conquistato una piccola fama come «contattista» di extraterrestri, mistico e predicatore di apocalissi, anche se di fatto questo è ormai da trent' anni. Inoltre, non c'è nulla di male in quello che fa questa gente, salvo spacciare per scienza la fantasia e praticare prezzi alti.
«Bisogna fargli capire che non possono andare a prendere il caffé al buffet», dice una receptionist dell'hotel, tanto per chiarire l'andazzo verso quelli che si sono giocati tutto sul biglietto e ora tirano la cinghia. Fuori, chi fuma in attesa che il protagonista inizi la sua conferenza di 8 ore (con pausa pranzo ognun per sé: chi al ristorante, chi un panino portato da casa, consumato nel comfort di un'aiuola), alzano le spalle perché è sempre così.
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«Se mi trovo a parlarne con gente che ha voglia di ascoltare, lo faccio, altrimenti non vale la pena», confessa uno che segue spesso gli eventi dell'associazione «Nuovo Cielo, Nuova Terra». «70 euro sono molti? Questioni di priorità - chiarisce una signora - preferisco spenderli qui piuttosto che a teatro».
Certo, un po' di ironia è comprensibile davanti a uno speaker che fa affermazioni come: «Negli anni 90 andai in una base nucleare russa, perché il comandante non riusciva a risolvere il problema dei dischi volanti che gironzolavano tutta notte sopra i silos di lancio delle testate». Oppure, «i Nazisti sono entrati nella terra cava passando da un punto dell'Antartide con un sottomarino», e ancora: «Rolando Pelizza piazzò una macchina di Majorana in Spagna e in 5 mesi chiuse il buco dell'ozono telecomandandola da casa, poi gliela sequestrarono».
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L'argomento ufficiale erano i cerchi nel grano, ma in mezzo ai ricami sui campi c'è finito dentro tutto: Gesù Cristo, i Maya, la guerra ucraina, Draghi e la Meloni. Per dire: sostiene Caria che gli alieni avrebbero contattato i magnati della finanza ed Elon Musk per scongiurare la deriva nucleare del conflitto tra Mosca e Kiev.
Il lato spirituale viene coperto soprattutto con le consulenze di un tal Giorgio Bongiovanni, stigmatizzato e amico di Caria. Stigmatizzato come ciarlatano? No, ha proprio le stigmate e quando gli sanguinano, riceve messaggi dagli alieni che spiegano come decifrare i cerchi. Tutto bene, purché nessuno prenda queste cose troppo sul serio.
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