Giuseppe Agliastro per La Stampa
CREMLINO
A quasi trent' anni dalla morte, Kim Philby continua a essere un asso nella manica per il Cremlino. La spia britannica doppiogiochista che passò all' Urss preziose informazioni top secret viene celebrata in questi giorni a Mosca in una mostra che ha il chiaro obiettivo di mettere in buona luce la Russia e la sua storia nella versione edulcorata promossa dalle autorità. Ma anche di esaltare il Kgb, di cui Putin è stato per anni un ufficiale, e di conseguenza gli attuali servizi segreti russi che ne sono gli eredi.
PUTIN KGB
Non per niente a organizzare l' esposizione è la Società russa di storia diretta da Sergey Naryshkin, il capo dei servizi di intelligence russi all' estero (Svr). Vecchie foto, medaglie, oggetti personali e soprattutto una serie di documenti che Philby girò abilmente al Kgb sfruttando il suo ruolo nell' MI6: è questo ciò che offre ai visitatori la mostra sul più celebre tra i membri del «Cinque di Cambridge», un gruppo di personaggi dell' alta società britannica che furono per anni spie del Kgb senza che nessuno sospettasse minimamente di loro. La storia di Kim Philby è tanto avvincente quanto complessa e probabilmente non ha avuto un lieto fine. Lo 007 cominciò a lavorare per i servizi segreti sovietici nel 1934, praticamente mentre Stalin faceva strage di dissidenti veri e presunti macchiandosi del sangue di milioni di innocenti.
kim philby
Philby probabilmente sapeva poco di ciò che avveniva in Unione Sovietica in quegli anni, ma aveva abbracciato il sogno di un mondo dominato dal socialismo dopo essersi innamorato a Vienna di una giovane comunista austriaca. Un ideale che in Philby sopravvisse alla storia d' amore. La spia divenne un agente dei servizi di Sua Maestà nel 1940 e poco prima della fine della Seconda guerra mondiale fu addirittura nominato responsabile della «sezione sovietica». Peccato (per Londra) che continuasse a passare all' Urss i segreti più delicati e riservati. Spedì a Mosca quasi mille documenti top secret, compreso il rapporto di un ambasciatore nipponico che nel 1944 riferiva di un fallito attentato a Hitler di cui gli aveva raccontato Mussolini. Ma anche informazioni preziose sulle truppe naziste.
KIM PHILBY
Philby fu per l' Unione Sovietica la talpa perfetta e lavorò persino a Washington, ufficialmente come diplomatico. Rimase fedele al Cremlino per tutta la vita, nonostante il patto Ribbentrop-Molotov tra la Germania nazista e l' Urss e le invasioni sovietiche di Ungheria (1956) e Cecoslovacchia (1968). Nel 1963 seguì altri «colleghi» del «Cambridge spy ring» e si rifugiò a Mosca. «Possiamo noi tutti vivere per vedere la bandiera rossa sventolare su Buckingham Palace e sulla Casa Bianca», scriveva nel 1977 per il 100º anniversario della nascita del sanguinario Feliz Dzerzhinsky, il fondatore della polizia segreta sovietica.
Tra i documenti esposti c' è una copia di un rapporto dell' intelligence del 1949 proveniente da Londra - e forse la fonte era proprio Philby - in cui si informa Stalin di un piano anglo-americano per addestrare degli albanesi anticomunisti a Malta e a Corfù e farli sbarcare in Albania per dar vita a un movimento partigiano contro il regime di Enver Hoxha. Quando gli uomini addestrati dagli agenti britannici e statunitensi arrivarono, Tirana era già pronta. I filo-occidentali furono giustiziati subito dopo lo sbarco o dopo essere stati interrogati e torturati.
URSS
Anche molti dei loro familiari furono arrestati o uccisi. I morti furono centinaia. Philby visse gli ultimi 25 anni della sua vita a Mosca istruendo le giovani reclute del Kgb a spiare gli occidentali. Ma anche - raccontava la vedova Rufina Pukhova alcuni anni fa - con disillusione per il comunismo e alzando troppo il gomito.
MOSTRA PHILBY A MOSCA
tazza e occhiali di philby documenti segreti di philby la vedova di philby rufina pukhova salotto di philby
STALIN