Guido Ruotolo per “la Stampa”
STADIO NAPOLI
Nella notte magica del San Paolo, dell’amore ritrovato tra squadra e città, c’è stato un altro piccolo grande miracolo. Uno striscione: «Forza Nicola». E un accenno di applausi anche dalle curve ultrà. In una città dove accade spesso che volanti di polizia o gazzelle dei carabinieri vengano prese a sassate dalla «gente» perché la polizia giudiziaria deve notificare provvedimenti giudiziari a qualche coinquilino del rione, quartiere, palazzo, che compaia quello striscione «Forza Nicola» è un segnale importante.
NAPOLI SPARATORIA
Nicola è Nicola Barbato, il sovrintendente di polizia della squadra Antiracket della Mobile di Napoli colpito da diversi proiettili al collo, giovedì sera, nel popoloso quartiere di Fuorigrotta. Le condizioni di Nicola Barbato sono gravi: ha tre vertebre cervicali frantumate dai colpi di pistola. Se sopravviverà, la sua vita potrebbe dover cambiare. Chi gli ha sparato, Lelluccio ’o criminale, Raffaele Rende, è stato fermato l’altra sera a casa di un parente, a San Giovanni a Teduccio. «Sono io quello che cercate». Poi, quando è stato sentito in questura dai magistrati, non ha saputo spiegare perché è salito sull’auto dei due poliziotti.
L’agguato di giovedì
Un passo indietro. Martedì scorso. In un negozio nei pressi della stazione della Cumana di via Leopardi, si presenta un camorrista, Roberto Gerard (che sarà arrestato venerdì mattina), che chiede il pizzo «per gli amici di Fuorigrotta». Lasciando capire che parlava per conto del clan (storico) Baratto-Bianco. Il commerciante fa parte dell’Antiracket di Tano Grasso e si reca subito in questura a denunciare il tentativo di estorsione. Giovedì, il giorno in cui il commerciante avrebbe dovuto pagare il pizzo, il sovrintendente di polizia Nicola Barbato e un suo collega si fanno trovare nel negozio, indossando anche il camice, come se fossero dei dipendenti del commerciante. Ma non succede nulla. Alle otto di sera, chiusura dei negozi e i due poliziotti della Mobile salgono in auto.
NAPOLI SPARATORIA (FOTO IL MATTINO)
«Ho fatto un guaio grosso quando ho capito di essere finito in trappola». È ambiguo, il camorrista. Ammette di aver impugnato la pistola, riconosce di aver capito che i due commercianti-poliziotti erano a loro volta armati. Ma non confessa di aver sparato a due poliziotti. Lui che, presentandosi armato, voleva far capire al commerciante Antiracket che non scherzava.
NAPOLI SPARATORIA
L’arrivo di Mattarella
Appena arrivato a Napoli, l’altro giorno, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, è andato in ospedale, a trovare Nicola Barbato. E oggi inaugurerà il nuovo anno scolastico in una scuola di Ponticelli. La scuola, la cultura, l’istruzione, per Mattarella rappresentano la strada per affermare la legalità. Convinto, il Capo dello Stato, che Napoli possa farcela solo se investirà sui giovani e sulla scuola.
ARRESTO RAFFAELE RENDE
Sembra indicare una soluzione, Mattarella. Ma in tempi lunghi. E, in attesa, la mattanza continua. «Sono quattro disgraziati - tuona il vescovo di Napoli, Crescenzio Sepe - che nel migliore dei casi passeranno la loro vita in carcere. Sono schiavi della violenza e dell’egoismo». Non banalizza, il vescovo, quando parla dei protagonisti degli omicidi, delle violenze, delle sparatorie, dei traffici illeciti, della droga o delle estorsioni in termini di «disgraziati».
Sono tutti d’accordo, in città, nel sottolineare che la camorra di un tempo non c’è più, che questi di oggi sono soldati senza regole che sparano senza pensarci molto. Sono spacciatori o killer che hanno preso il posto dei capi di un tempo. Giovani, giovanissimi. E sono 21 i morti ammazzati (dal primo gennaio) di questa nuova guerra di camorra in città.
IL SOPRINTENDENDENTE NICOLA BARBATO
Domani a Roma, il capo della Polizia, Alessandro Pansa, e il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, discuteranno nel Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza di Napoli un piano straordinario per la città. Ma intanto il sindaco Luigi De Magistris attacca il presidente del Consiglio Matteo Renzi per la nomina di un commissario per Bagnoli: «Viola la Costituzione». Parole sinistre, in una città dove si combatte per la legalità e contro la violenza camorrista che colpisce anche innocenti.