Estratto dell’articolo di Piero Rossano per www.napoli.corriere.it
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«C'è una frangia di noi che si comporta male che si accaparra le corse più "ricche" e rifiuta i passaggi urbani che fanno guadagnare meno soldi». Parola di tassista, ma «pentito». A Napoli è caccia ai turisti. Ma a quelli facoltosi, che hanno come meta località della Costiera Sorrentina se non addirittura Amalfitana o i siti archeologici di Pompei ed Ercolano.
Succede che una parte della categoria rifiuti le corse cittadine, quelle che fruttano "poche" decine di euro, per accaparrarsi i clienti interessati a tragitti più lunghi. Ed è motivo, questo, di frequenti litigi tra tassisti lì dove i flussi di visitatori sono più significativi. […]
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L'uomo sta attento a specificare: «Si tratta di una minoranza». Ma quella «minoranza» è capace di ricavare da una singola corsa fino ad una località delle due Costiera anche 1000/1200 euro. Una cifra spropositata per le tasche di un turista italiano ma, evidentemente, non anche di alcune rappresentanze di quelli stranieri che già da maggio/giugno si sono riversati in gran numero tra Napoli e le località campane di maggior richiamo. Quando, nei percorsi urbani, non attiva il tassametro a suo piacimento. Sono sempre parole sue.
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«Un viaggio a Pompei ci fa guadagnare 90/100 euro, verso Sorrento anche 140 euro». Ecco perché nella categoria si fa ormai quasi a botte per intercettare i turisti interessati ad uscire fuori Napoli piuttosto che coloro che chiedono di raggiungere il centro storico. I "grandi affari", ad ogni modo, sono per lo più appannaggio dei cosiddetti mini-van. Prendono su tra le sei e le otto persone, hanno spazio per i bagagli di tutti e la cifra richiesta aumenta in maniera esponenziale fino a superare i 1000 euro.
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Il «tassista pentito» addebita in parte a loro i motivi alla base dell'atteggiamento di una parte della categoria, perché «si rompe il mercato», ma riassume le ragioni del malcontento anche con il fatto che «le tariffe sono ferme dal 2017 e non si adeguano al carovita». Un altro motivo dei "rifiuto" delle corse urbane, a sua detta, è «la condizione della viabilità cittadina» […]