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    A NAPOLI LA REALTÀ È PIÙ SPETTACOLARE DI “GOMORRA” –SCOPERTA UNA “CENTRALE INTERNAZIONALE” DEL RICICLAGGIO CHE OPERAVA TRA IL CAPOLUOGO CAMPANO, LA LITUANIA E LA LETTONIA: UNA RETE DI “BROKER” CHE HA RIPULITO ILLECITAMENTE 2,6 MILIARDI DI EURO PER 6 MILA CLIENTI TRA IL 2018 E IL 2023 – I 6 ARRESTATI AGIVANO IMPUNITI GRAZIE A UN SISTEMA ISRAELIANO ANTI-INTERCETTAZIONI – A CASTELLAMMARE DI STABIA I CARABINIERI TROVANO UN ARSENALE DA GUERRA SUL TETTO DI UN BOX, CON KALASHNIKOV, FUCILI D'ASSALTO, DOPPIETTE A CANNE MOZZE… – VIDEO


     
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    1 – CARABINIERI SCOVANO ARSENALE DA GUERRA SUI TETTI NEL NAPOLETANO

    ARMI TROVATE SU UN TETTO A CASTELLAMMARE DI STABIA ARMI TROVATE SU UN TETTO A CASTELLAMMARE DI STABIA

    (ANSA) - Armi da guerra sulla tettoia di un box, in un borsone sportivo. In provincia di Napoli, attorno i palazzi del rione Moscarella di Castellammare di Stabia, quelli popolari del lotto 4, al centro di un triangolo ai cui lati corrono due strade statali e viale della Repubblica. La scoperta è dei carabinieri della sezione operativa stabiese. Coperto da erbacce, edera e da rami secchi, un borsone di tela blu poggiava sulla lamiera barcollante di un piccolo box abusivo.

     

    ARMI TROVATE SU UN TETTO A CASTELLAMMARE DI STABIA ARMI TROVATE SU UN TETTO A CASTELLAMMARE DI STABIA

    All'interno, erose dalle intemperie e dalle piogge ma perfettamente funzionanti, 8 armi da fuoco pesanti. Un fucile d'assalto Ak47 (Kalashnikov), un fucile a pompa SPAS cal 12, di quelli capaci di sfondare una porta. E poi due fucili d'assalto Steyr AUG di produzione austriaca, con una cadenza di tiro pari a 650 colpi al minuto, quasi 11 al secondo.

     

    Ancora un fucile a pompa M870s Maverick Eagle Pass con matricola abrasa, due doppietta a canne mozze, un fucile da caccia. Le armi sono state sequestrate a carico di ignoti e saranno sottoposte ad accertamenti balistici per verificare se siano state utilizzate in azioni criminose.

     

    2 – DA VILNIUS A NAPOLI, LA RETE DEL RICICLAGGIO

    Estratto dell’articolo di Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”

     

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    Tra il 2018 e il 2023 una organizzazione di broker finanziari che operavano in provincia di Napoli sarebbe riuscita a riciclare illecitamente all’estero oltre due miliardi e seicento milioni di euro, offrendo i propri servizi a circa seimila clienti […]

     

    È quanto emerge da un’indagine coordinata dalla Procura di Napoli e condotta dalla Guardia di Finanza che ieri ha portato all’arresto di sei persone (quattro in carcere e due ai domiciliari), mentre altre due sono state raggiunte da un provvedimento che le obbliga a presentarsi quotidianamente in un ufficio di polizia giudiziaria.

     

    L’intera operazione si è avvalsa del coordinamento di Eurojust, l’agenzia per la cooperazione giudiziaria e penale dell’Unione Europea, e ha visto in campo anche le autorità giudiziarie di Lettonia e Lituania, i Paesi dove risiedevano alcuni degli arrestati e dove avevano formalmente sede le società attraverso le quali avveniva il riciclaggio.

     

    NICOLA GRATTERI NICOLA GRATTERI

    La principale era la Trusticom Financial Uab, con sede a Vilnius (Lituania) ma operativa a Ercolano. Una società tutt’altro che occulta: aveva quindici dipendenti, una app scaricabile sia da App Store che su Google Store, e un servizio di assistenza clienti che funzionava, telefonicamente e via chat, dalle 9 a mezzanotte sette giorni alla settimana.

     

    A gestirla — attraverso un complicato giro di altre società — erano due degli arrestati, ritenuti i capi dell’organizzazione: Marco Spinola, un trentaseienne di Gallipoli con residenza a Riga (Lettonia) ma ufficio a due passi da Napoli, e Michele Scognamiglio, 50 anni, di Napoli, anche lui residente nella capitale lettone. La Bsd Service Sia, società attraverso la quale controllava la Trusticom, era solita farsi pubblicità su un sito il cui nome non lascia dubbi circa la mission aziendale: www.paradisi-fiscali.org.

     

    centrale di riciclaggio internazionale scoperta a napoli centrale di riciclaggio internazionale scoperta a napoli

    Ma a fronte di tanta visibilità, gli uffici di Ercolano e Portici dove, secondo le indagini, l’attività di riciclaggio era operativa, godevano di sistemi di protezione da intercettazioni e qualsiasi altra forma di controllo che, come ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, sono abitualmente nella disponibilità soltanto dei servizi segreti.

     

    Grazie a questi sistemi, basati su tecnologie israeliane, gli uffici dell’organizzazione erano bunker hi-tech dotati di dispositivi capaci di rilevare microspie, videocamere, cablaggi, e radiofrequenze.

     

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    […]  Sequestri che si sono rivelati fondamentali per l’indagine. E Gratteri lo dice chiaramente: «Il sequestro dei telefoni e delle reti utilizzate per gestire i rapporti è stato per noi determinante. Ma questa indagine così sofisticata non avremmo potuto farla se fosse stato in vigore il disegno di legge in discussione in questi giorni».

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