scontri manifestanti polizia a napoli
Il «contatto» annunciato c'è stato inevitabilmente ed era prevedibile, già da quando le tante sigle dei manifestanti avevano annunciato, l'altro giorno, che avrebbero tentato di forzare la «zona rossa». Il corteo di protesta contro il G7 della Difesa in corso a Napoli parte da piazza Garibaldi, con oltre 400 manifestanti, intorno alle 16. Molti gli studenti. I manifestanti, in particolare gli attivisti de Il Giardino Liberato, hanno preparato un missile intessuto con anima in Pvc, ricoperto di soldi, a simboleggiare le spese militari. Aprendosi come un fiore, il manufatto lascia cadere i soldi e compaiono disegni di scuole, ambulanze, parchi. «Tutto quello che di buono», dicono gli attivisti, «si potrebbe realizzare con il denaro dilapidato per costruire ed acquistare armi».
Apre lo striscione «Contro le vostre guerre, Palestina Libera, No G7, No DDL 1660» e quando il corteo muove da Garibaldi verso il limite imposto dalla Questura in piazza Borsa, sfilano anche il padre comboniano Alex Zanotelli, il responsabile per i migranti della Ccgil Jamal Quaddorah, l'ex sindaco Luigi De Magistris e il parlamentare Peppe De Cristofaro. «I popoli in lotta scrivono la storia, Intifada fino alla vittoria», scandiscono i manifestanti. Il furgoncino bianco in testa al corteo monta sul tetto un carrarmato in cartapesta con le scritte «IsraHell» e «Stop Genocide». Il corteo sventola bandiere della Palestina e di alcuni movimenti e centri sociali come Je So Pazz, Cau delle università, Unione degli Studenti, Insurgencia, Potere al Popolo.
scontri manifestanti polizia a napoli
Davanti alla sede di Fratelli d'Italia al corso Umberto, protetta dalla Guardia di Finanza, viene esposto lo striscione «Contro guerra e repressione ai nostri posti ci troverete». Si intonano cori contro Giorgia Meloni. Alcuni manifestanti con la pittura scrivono sull' asfalto: «A pieno regime, no al Ddl 1660». Poi un altro slogan: «Fascista attento, ancora fischia il vento». Il corteo, nelle vicinanze del punto critico di piazza Borsa dove la Questura ha imposto lo stop, ha invece deviato per l'interno del centro storico su via Mezzocannone, un nuovo coro però intona «infrangiamo tutti i divieti». La manifestazione, sino a qui, si è svolta in maniera assolutamente pacifica.
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Ma poi il corteo imbocca via Toledo in direzione della «zona rossa», col carrarmato di cartapesta in testa circondato da ragazzi dal volto coperto con la kefia. E a ridosso dell'area dei divieti davanti al corteo spuntano grossi pannelli di plastica o plexiglass, è il segnale che il corteo cercherà il contatto con le forze dell'ordine a protezione della zona interdetta del vertice. Lo trova. La polizia respinge con lacrimogeni e qualche manganellata, per lo più sugli scudi di plexiglass dei manifestanti, dalla parte dei manifestanti, che spingono sugli scudi, vola qualche ombrello. Poi, sotto la pioggia battente, il corteo deve arretrare a piazza Carità. Non sembrerebbero esserci feriti. E il corteo si scioglie senza ulteriori tentativi.
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