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    “NESSUNO SA COSA ABBIANO IN TESTA I FRANCESI” – A PALAZZO CHIGI, PIÙ CHE DEL GOLPE IN NIGER, SONO PREOCCUPATI DALLA POSSIBILE REAZIONE DI MACRON, CHE TRATTA QUELLA ZONA DELL’AFRICA COME FOSSE ANCORA UNA SUA COLONIA. CROSETTO: “È PERICOLOSO FARE I COWBOY. LO SCENARIO PEGGIORE SAREBBE UNA FRANCIA CHE SI MUOVE DA SOLA” – I GOLPISTI INTANTO HANNO SOSPESO L’EXPORT DI URANIO VERSO LA FRANCIA (CHE IN NIGER SI GARANTISCE IL 30% DEL FABBISOGNO PER LE CENTRALI NUCLEARI”


     
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    emmanuel macron emmanuel macron

    1 - L’ITALIA TEME LE MOSSE DI MACRON CROSETTO: PERICOLOSO FARE I COWBOY

    Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

     

    «Nessuno sa cosa abbiano in testa i francesi…». A Palazzo Chigi c’è molta preoccupazione per gli sviluppi della crisi in Niger. I timori sono rivolti alle possibili iniziative di Parigi, che sembra spingere per un intervento contro i golpisti dell’Ecowas, l’organizzazione dei Paesi dell’Africa occidentale: una mossa che rischierebbe di coalizzare i pretoriani ribelli del generale Tiani, l’esercito nigerino e larga parte della popolazione, innescando un conflitto feroce nell’unico alleato rimasto all’Occidente nel Sahel.

     

    Il governo di Roma invece chiede una linea di cautela, ribadita ieri dopo una riunione presieduta dalla premier con il sottosegretario Mantovano, i ministri Tajani e Crosetto e i direttori dell’intelligence: «L’Italia auspica una soluzione negoziale e la costituzione di un governo riconosciuto dalla comunità internazionale ».

     

    proteste anti francesi a diamey in niger 4 proteste anti francesi a diamey in niger 4

    «Lo scenario peggiore sarebbe una Francia che si muove da sola con i Paesi dell’Africa occidentale », ha poi dichiarato Guido Crosetto dal palco della rassegna #PiazzAsiago. Il ministro della Difesa ha messo in guardia dalla tentazione di «fare i cowboy nei saloon»: «Un intervento condotto da europei bianchi per incidere in una cosa interna rischierebbe di avere effetti deflagranti. Va bene mantenere i contingenti europei affinché la situazione non degeneri ma è il momento di ragionare […]. Il compito dell’Occidente non è buttare benzina, ma gettare acqua sul fuoco. Secondo me la situazione è recuperabile senza interventi troppo duri».

     

    guido crosetto guido crosetto

    A Niamey, in assenza dell’ambasciatrice Emilia Gatto, le relazioni sono state affidate al generale Nadir Ruzzon che guida la missione italiana Misin e dialoga sia con i golpisti che con l’entourage del presidente eletto Bazoum. I nostri soldati hanno addestrato oltre 10mila militari nigerini e mantengono rapporti ottimi con i comandanti di esercito, guardia nazionale e gendarmeria.

     

    […] «È un colpo di stato anomalo – ha sottolineato Crosetto -, non si capisce se la parte militare abbia aderito per convinzione o solo per evitare una guerra civile». E il ministro della Difesa ha rimarcato la mancanza di una linea comune dell’Ue: «Non mi viene in mente un solo caso di politica internazionale in cui i 27 siano d’accordo. Sul Niger io non so che cosa pensa e cosa farà domani la Francia. Non lo sa la Germania e non lo sanno gli Usa. Non sappiamo come si muovono gli altri Stati, perché non esiste un tavolo di coordinamento. Alla fine […] su argomenti fondamentali come la politica estera ci sono differenze che nessuno vuole colmare».

     

    Mahamat Idriss Deby Mohamed Bazoum Mahamat Idriss Deby Mohamed Bazoum

    2 - RAFFICA DI ARRESTI IN NIGER FERMATI POLITICI E DUE MINISTRI I GOLPISTI: PARIGI VUOLE UN BLITZ

    Estratto dell’articolo di Alessandra Muglia per “la Stampa”

     

    Il vento della repressione sferza il Niger. Dopo aver deposto il presidente Mohamed Bazoum e isolato alcuni ministri, la giunta golpista sta cercando di rinforzare la sua presa del potere, incurante degli appelli internazionali per ripristinare il governo democratico.

     

    Ieri sono stati arrestati 180 membri del partito di governo comprese due figure chiave dell’esecutivo. In stato di fermo sono finiti la ministra delle Miniere Ousseini Hadizatou Yacouba e il ministro dell’Energia nonché figlio dell’ex presidente Mahamadou Issoufou, ora impegnato in trattative per una soluzione diplomatica della crisi.

     

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    C’è poco da star allegri eppure accenna un sorriso Bazoum nella foto twittata dal presidente del Ciad Mahamat Déby, che lo ha incontrato in veste di negoziatore nella residenza presidenziale, dove è tenuto prigioniero dal 26 luglio. Non un sorriso di circostanza secondo il premier nigerino, Ouhoumoudou Mahamadou: «Bazoum è un grande combattente e un sindacalista esperto. Se affronta questa situazione con ottimismo, possiamo credergli. Spera davvero che le cose vadano nella giusta direzione».

     

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    Del resto il suo cellulare trilla in continuazione: lo hanno chiamato anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ribadendo il loro «pieno sostegno alle iniziative regionali volte al ripristino dell’ordine costituzionale». Allineati gli Usa, con Blinken che ha appoggiato le decisioni dell’Ecowas, la Comunità economica dei 15 Stati dell’Africa occidentale, di sospendere le relazioni con il Niger, applicare sanzioni e autorizzare l’uso della forza se Bazoum non verrà reintegrato entro una settimana.

     

    SERGIO MATTARELLA EMMANUEL MACRON E GIOCONDA MELONI - MEME SERGIO MATTARELLA EMMANUEL MACRON E GIOCONDA MELONI - MEME

    Anche «l’Italia auspica una soluzione negoziale della crisi e la costituzione di un governo riconosciuto dalla comunità internazionale», recita una nota della Farnesina, al termine di una riunione sul Niger presieduta dalla premier Giorgia Meloni. In Niger ci sono un centinaio di civili italiani, tutti al sicuro, ha garantito il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

     

    Cresce dunque la pressione sui golpisti. Persino il Cremlino si è detto «seriamente preoccupato» e favorevole al rapido ripristino dello Stato di diritto nel Paese africano. Un messaggio che prende le distanze dal leader del gruppo Wagner Prigozhin, che ha invece plaudito al colpo di mano. Gioco delle parti o altro, di sicuro l’instabilità nell’area del Sahel, già minata dai colpi di Stato in Mali e Burkina Faso, fa paura a molti.

    giorgia meloni emmanuel macron giorgia meloni emmanuel macron

     

    Il Niger è il perno del dispositivo di sicurezza occidentale in Africa. Ospita la più grande base Usa del continente, una missione Ue oltre a un dispiegamento francese e uno italiano. Ieri la giunta ha accusato Parigi di aver pianificato un’operazione per liberare Bazoum. Il Quai d’Orsay ha smentito. «L’unica priorità della Francia è la sicurezza dei suoi cittadini» ha chiarito la ministra Catherine Colonna. La Francia è sempre più nel mirino: la giunta ha sospeso le esportazioni di uranio verso l’ex potenza coloniale che si garantisce qui il 30% del fabbisogno per le centrali nucleari. […]

    persone in piazza con la bandiera russa in niger persone in piazza con la bandiera russa in niger proteste anti francesi a diamey in niger 1 proteste anti francesi a diamey in niger 1 niger supporter del golpista tchiani con la bandiera russa niger supporter del golpista tchiani con la bandiera russa niger supporter del golpista tchiani con la bandiera russa niger supporter del golpista tchiani con la bandiera russa proteste anti francesi a diamey in niger 3 proteste anti francesi a diamey in niger 3 protesta contro i francesi in niger protesta contro i francesi in niger mohamed bazoum mohamed bazoum

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