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Marco Moretti per “la Stampa”
«Il modernariato è un collezionismo morbosamente affettivo legato a emozioni primordiali, al ricordo di tempi più felici. Va dal liberty agli Anni 80. L’elettro-modernariato ha rivalutato flipper e jukebox. Ha trasformato il doppio cubo della radio Brionvega in un luogo comune. Ci sono collezionisti di phon e di aspirapolvere.
E il ramo è stato contaminato dalll’iper-modernariato con prodotti fino agli Anni 90. Vale il manufatto fuori serie» spiega Stefano Spagnoli, l’eclettico artista parmigiano che nel 1982 inventò il modernariato e Mercanteinfiera, la mostra mercato del settore che da 33 anni va in scena a Parma, sdoppiata in due appuntamenti annuali con oltre mille espositori. Oggi apre l’edizione autunnale: fino a domenica 11 ottobre.
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COLLEZIONISMO AFFETTIVO
Pittore figlio d’arte, cresciuto nella Parma dei Bertolucci e di Franco Maria Ricci, Spagnoli (www.stefanospagnoli.it) è una mina vagante della creatività, un artista trasformatosi in fantasioso mercante, un anarchico (come si professa ancora a 69 anni) che accettò per sei anni (1998-2004) di fare l’assessore alla Cultura «come tecnico» della prima giunta di centrodestra di Parma, senza perdere l’approccio ludico. «Detestavo l’antiquariato - spiega - ho proposto il collezionismo dei primi elettrodomestici, un mix di orrendo e meraviglioso.
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Alla riuscita di Mercanteinfiera contribuì la trasgressione: i riallestimenti di bordelli fine ’800, i film erotici di Tati Sanguinetti, una vetrina di vecchi clisteri. Nella fiera ho promosso centinaia di mostre, anche come mezzo di comunicazione, perché non avevamo i soldi per comprare la pubblicità.
Quella di Roberto Gamba sulla Barbie erotica fu uno scandalo mondiale. Quella sul fascismo dilettevole (giocattoli, fumetti, sussidiari) sollevò polemiche. E la mostra del designer torinese Carlo Mollino, noto anche come fotografo di nudi di donne con polaroid, ci consacrò al mercato: i suoi mobili sono quotatissimi».
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Si è allontanato da Mercanteinfiera «perché m’ha stufato la managerialità. Per me contavano amicizia e complicità, era una macchina affettiva, si mangiava e beveva insieme. Oggi è un ipermercato della memoria dominato dal marketing, strano perché si rivolge a un target libertario».
La crisi ha sconvolto il mercato antiquario, i pezzi dell’800 sono in caduta libera, il modernariato invece regge. «C’è stata una mutazione genetica del collezionista, si vuol dare una nuova impronta all’ambiente. Un trend che coniuga modernità, design, etnico e tecnologico. I figli della borghesia - cresciuti in case ridondanti di mobili, quadri e vasi antichi - vogliono dimore spaziose e funzionali con pochi oggetti».
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I pezzi più richiesti al momento sono degli Anni 30. «Conta l’alto livello e la condizione del reperto. Gio Ponti, dagli utensili d’uso comune fino a lampadari e mobili, è richiestissimo. Come il designer Walter Albini. Tirano i manifesti della prima stagione della pubblicità, fino agli Anni 50. I manifesti del cinema originali valgono capitali, come quello di Metropolis (1927) di Fritz Lang. Gli americani cercano la ceramica di Faenza meno famosa. Hanno mercato i periodici d’antan, dal fascismo agli Anni 80: le serie di Epoca e diPanorama Mese. Il genere di più successo è quello dei disegni originali dei comics, richiesti dai petrolieri arabi».
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NOSTALGIA DELL’INFANZIA
Leader del settore comics è la Little Nemo di Sergio Pignatone a Torino (www.littlenemo.it). È vero che c’è un boom del mercato del fumetto? «Bisogna distinguere tra due mercati - spiega lui - Quello degli album coi pilastri di Topolino(1932), Tex (1948) e Diabolik (1962). E quello più prezioso delle tavole coi disegni originali. Un collezionismo che inizia negli Anni 60, figlio della nostalgia dell’infanzia.
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Nel 1965 esce Linus e a Bordighera c’è la prima Fiera del fumetto. Ma la svolta avviene nel 1996 quando Ferrara ospita la mostra Gulp a Palazzo Diamanti. La domanda di tavole originali inizia negli Anni 80 ma il boom è nel 2000. In Italia, dove i prezzi spaziano da 100 a 20mila euro, si divide in due filoni. Quello popolare: Tex, Zagor, Diabolik. E quello d’autore con Andrea Pazienza, Ugo Pratt, Crepax, Jacovitti, Manara. Pratt e Manara sono i più richiesti, con una crescita annua del valore del 30%, sono un investimento sicuro. Il nuovo volto dell’arte moderna a prezzi ancora accessibili»
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