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    “A PIAZZARE LE BOMBE SU NORD STREAM SONO STATI I ROBOT DELLA MANUTENZIONE” – L’ULTIMA TEORIA ARRIVA DLA “GUARDIAN” CHE, CITANDO ALCUNI ESPERTI, SOSTIENE CHE IL GASDOTTO 1 E 2 POTREBBE ESSERE STATO MANOMESSO “DALL’INTERNO”: “OPERANO ALL’INTERNO DELLA STRUTTURA DURANTE I LAVORI DI RIPARAZIONE. LA NATURA SOFISTICATA DELL'ATTACCO E LA POTENZA DELL'ESPLOSIONE AGGIUNGEREBBERO PESO AI SOSPETTI CHE GLI ATTACCHI SIANO STATI EFFETTUATI DA UN POTERE STATALE, CON IL DITO PUNTATO CONTRO LA RUSSIA…”


     
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    Da www.tgcom24.mediaset.it

     

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    "A piazzare le bombe che hanno provocato quattro falle nel gasdotto Nord Stream 1 e 2, a circa 80 metri di profondità nelle zone economiche esclusive di Svezia e Danimarca, potrebbero essere stati i robot di manutenzione che operano all'interno della struttura durante i lavori di riparazione".

     

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    Lo scrive il Guardian, citando alcuni esperti. "Se questa teoria dovesse rivelarsi corretta - si legge - la natura sofisticata dell'attacco e la potenza dell'esplosione aggiungerebbero peso ai sospetti che gli attacchi siano stati effettuati da un potere statale, con il dito puntato contro la Russia".

     

    La potenza delle esplosioni  

    Fonti di intelligence citate dalla rivista tedesca der Spiegel ritengono che gli oleodotti siano stati colpiti in quattro punti da esplosioni con 500 chili di tritolo. Gli investigatori tedeschi hanno effettuato letture sismiche per calcolare la potenza delle esplosioni. E hanno detto ai media che subacquei o robot telecomandati potrebbero essere in grado di visitare i siti delle perdite già questo fine settimana.

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    Gazprom: "Dispersi 800 milioni di metri cubi di gas" 

    Il portavoce del gigante russo del gas Gazprom, Sergey Kupriyanov, nel corso di una riunione nell'ambito del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha spiegato che al momento delle esplosioni, "secondo le stime attuali, le tre condutture dei gasdotti contenevano circa 800 milioni di metri cubi di gas. Per intendersi, è la quantità di metano che la Danimarca utilizza in tre mesi". "Ora abbiamo iniziato a cercare possibili soluzioni per ripristinare il sistema Nord Stream - ha aggiunto -. Al momento non è possibile stimare i tempi di ripristino del sistema". 

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