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    A PIEDI DESCALZI IN PROCURA - IERI IL CAPO DI ENI È STATO SENTITO SUL CASO SAIPEM-CDP, OVVERO LA MAXI-OPERAZIONE DEL 2015-16 IN CUI L'AZIENDA CEDETTE IL CONTROLLO DI SAIPEM VENDENDO IL 12,5% ALLA CASSA DI COSTAMAGNA E GALLIA, COSÌ DA TOGLIERE DAL BILANCIO IL MEGA-DEBITO DI SAIPEM E STACCARE ANCORA RICCHI DIVIDENDI PER IL TESORO DI PADOAN (RENZI PREMIER). IL TUTTO, SECONDO LA CONSOB, SENZA COMUNICARE AL MERCATO INGENTI PERDITE DI SAIPEM CHE GIÀ SI CONOSCEVANO


     
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    CLAUDIO DESCALZI CLAUDIO DESCALZI

    Luigi Ferrarella per il “Corriere della sera

     

    Claudio Descalzi si materializza ieri in Procura a Milano, ore 11, IV piano, ed è interrogato: c' entrano le tangenti in Nigeria? No, l' a.d. Eni è ascoltato come «persona informata sui fatti» dai pm Giordano Baggio e Piero Basilone, che indagano la persona giuridica Saipem (società già controllata da Eni che costruisce gasdotti) per le ipotesi di falso in bilancio, falso in prospetto e manipolazione di mercato in relazione alla maxi operazione del 2015-2016: quella con cui Eni cedette il controllo di Saipem vendendone il 12,5% a Cassa Depositi e Prestiti (spa del Tesoro).

     

    All' Eni consentì di non dover più iscrivere a bilancio il debito di 5,7 miliardi di Saipem, la quale dovette rifinanziarsi con un aumento di capitale per 3,2 miliardi. Ma il punto è che, tra la firma dell' intesa sul prezzo (27 ottobre 2015) e il closing (gennaio 2016), Saipem ufficializzò ulteriori ingenti perdite che per la Consob avrebbe invece dovuto evidenziare già prima: «Tali omissioni informative - ha ritenuto Consob nel sanzionare per 350.000 euro la società presieduta da Stefano Cao, qui indagato dai pm - hanno privato gli investitori di informazioni necessarie».

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