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    “A PIERO INVIDIO IL FIGLIO ALBERTO. È LA SUA GRANDE EREDITÀ” – RENZO ARBORE RICORDA PIERO ANGELA: “SI PRESENTAVA IN MODO AUTOREVOLE E NON PREPOTENTE. NON SI È MAI MESSO IN CATTEDRA. HA COINVOLTO TUTTI PERCHÉ NESSUNO DOVEVA RIMANERE INDIETRO. NON TRADIVA MAI L'EDUCAZIONE RICEVUTA, NEANCHE QUANDO SI DISCUTEVA, ERA SEMPRE ATTENTO AGLI ALTRI. TRA NOI SCATTÒ SUBITO UN FEELING, ANCHE PER LA PASSIONE COMUNE PER IL JAZZ. AL PIANO ERA FORMIDABILE E SCRISSE PURE…” - VIDEO


     
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    Silvia Fumarola per “la Repubblica”

     

    piero angela renzo arbore piero angela renzo arbore

    Un po' di nostalgia, per quegli anni in cui la Rai progettava costruiva e c'erano tante idee in circolazione, Renzo Arbore ce l'ha. «Ho conosciuto Piero Angela», racconta, «nel periodo più bello di "Mamma Rai". C'erano Andrea Barbato, Massimo Fichera. Qualche anno dopo sarebbe nata la Rai 3 di Angelo Guglielmi. C'era aria di rivoluzione, sentivi che stavano cambiando le cose».

     

    E Angela che faceva?

    «Piero nel 1976 fu il primo conduttore del Tg 2 che era appena nato. Prima c'erano gli annunciatori: lui era un giornalista, divenne il primo anchorman. Aveva stile anche quando leggeva le notizie».

    ALBERTO E PIERO ANGELA ALBERTO E PIERO ANGELA

     

    Cosa lo caratterizzava?

    «Questa sua naturale timidezza e la signorilità. Si presentava in modo autorevole e non prepotente. Tra noi scattò subito un feeling, anche per la passione che ci univa: il jazz.

    Io facevo il programmatore di musica leggera. Piero aveva scritto una canzoncina swing, Barba, capelli e baffi , era molto carina, e ogni tanto glielo ricordavo: "Tu sei quello che ha fatto cose importantissime e hai pure composto Barba, capelli e baffi ". Colto, curioso di tutto, aveva una vena artistica».

    renzo arbore renzo arbore

     

    Com' era versione musicista?

    «Bravissimo. Abbiamo fatto delle jam session insieme, per i 40 anni di Superquark abbiamo suonato insieme a Franco Cerri As time goes by . Piero al piano era formidabile.

    E poi nel 2005 a Meno siamo meglio stiamo suonammo con Lucio Dalla, un bel trio. Se la Rai riproponesse il filmato sarebbe una bella riscoperta».

     

    Vi frequentavate?

    «Mi è capito di incontrarlo a casa di Caterina Stagno, serate bellissime in cui si metteva al pianoforte, amava Cole Porter. Prima parlavamo del tratto caratteristico e ho usato una parola antica, "signorilità". Rispecchiava Piero, perché era un gran signore, non tradiva mai l'educazione ricevuta, neanche quando si discuteva, era sempre attento agli altri».

    PIERO ANGELA DA GIOVANE AL PIANO PIERO ANGELA DA GIOVANE AL PIANO

     

    Come dovrebbe ricordarlo il servizio pubblico?

    «Mi associo a quello che ha detto Pippo Baudo: la Rai deve intitolargli uno studio, una sede. È doveroso. Mi hanno sempre fatto sorridere i dibattiti in cui si diceva che "la tv non doveva educare". Usiamo un'altra parola, ma la tv deve arricchire il pubblico, c'è stata una generazione di dirigenti che ha fatto crescere il paese: Ettore Bernabei, Biagio Agnes, cosa hanno fatto? Dall'informazione all'intrattenimento hanno costruito un'identità».

    renzo arbore foto di bacco (1) renzo arbore foto di bacco (1)

     

    Il giornalista Angela che inventa programmi scientifici fa un'altra rivoluzione culturale.

    «Lascia il segno. Con la divulgazione ha fatto quello che non aveva fatto nessuno, si è preoccupato del grande pubblico, quello che non leggeva, poco informato, e lo ha guidato nel mondo della scienza con naturalezza, grazie a un linguaggio semplice. Non si è mai messo in cattedra. Ha coinvolto tutti perché nessuno doveva rimanere indietro. Poi era un creativo, una volta ci chiamarono per un progetto».

    MARGHERITA PASTORE PIERO ANGELA MARGHERITA PASTORE PIERO ANGELA

     

    Non vorrà tacere questo piano.

    «Non ricordo chi fosse il dirigente che ci convocò, ma ci ritrovammo con Piero in questo salottino e capimmo che eravamo stati chiamati insieme - per me un grande onore - per sentire come si potevano cambiare i programmi della radio. Poi non se ne fece niente».

     

    Angela ha lasciato una lettera bellissima in cui scrive: "Ho fatto la mia parte, ora fate la vostra". Che cosa ne pensa?

    «C'è il senso di responsabilità ed è un messaggio di speranza, perché credeva nel futuro - che le cose si possono cambiare impegnandosi - e nei giovani. A me hanno colpito le sue battaglie contro le fake news, una volta non si chiamavano così ma lui ha sempre combattuto i ciarlatani che spacciavano ricette miracolose. Difendeva la scienza. Posso confessare una cosa?».

     

    Certo.

    PIPPO BAUDO PIERO ANGELA PIPPO BAUDO PIERO ANGELA

    «Provo un po' d'invidia perché ha un figlio meraviglioso. La grande eredità di Piero è Alberto, serio, bravissimo. Un grande divulgatore. Penso che Piero sia stato un uomo fortunato perché ha fatto il suo lavoro con passione, competenza, ha avuto al suo fianco Margherita e si è goduto la vita, l'ha vissuta fino in fondo. Ma la cosa più bella, la ricchezza più grande, è avere avuto un figlio come Alberto».

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