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    I SOLITI UOMINI DI CAPPELLA - A POZZUOLI UN GRUPPO DI RELIGIOSI VA IN PROCURA PER SPIEGARE LA SOSPENSIONE DI DON MARIO D’ORLANDO, SACERDOTE DELLA BASILICA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI - SI INDAGA SUI FESTINI GAY E UN GIRO DI PROSTITUZIONE MASCHILE UTILIZZATA DA ALMENO 6 PRETI


     
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    Roberto Russo per www.corriere.it

     

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    L’appuntamento è per questa mattina in Procura a Napoli, IV sezione, quella che si occupa dei reati sessuali sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Luigi Frunzio. Nei giorni scorsi un gruppo di ecclesiastici ha contattato riservatamente la magistratura napoletana, chiedendo un incontro con un sostituto procuratore.

     

    Gli esponenti del clero dovrebbero raccontare vicende che ritengono di interesse degli investigatori e che, probabilmente, sono venute fuori in seguito alla denuncia anonima che ha portato alla sospensione di don Mario D’Orlando, il sacerdote della basilica di Santa Maria degli Angeli a Monte di Dio. Forse consegneranno anche documenti.

     

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    Si tratterebbe però di una vicenda diversa da quella denunciata da don Fortunato Di Noto , il sacerdote siciliano fondatore di «Meter onlus», un’associazione che da 25 anni combatte i preti pedofili, facendone allontanare anche parecchi dalle Diocesi dove venivano commessi abusi sessuali.

     

    Come ha riportato «Il Mattino», nella sede regionale del presidio nato in difesa di bambini e adolescenti, è arrivata una segnalazione che ancora una volta vede coinvolto un prete, appartenente alla Diocesi di Pozzuoli, intorno al quale girano i nomi di almeno altri cinque o sei sacerdoti. La denuncia è già stata inviata alla diocesi di appartenenza di uno dei preti – quello sul quale maggiormente si concentra l’attenzione degli autori dell’esposto — e alla Procura della repubblica.

     

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    «Il nostro obiettivo è fare chiarezza» sottolineano dalla Diocesi flegrea. Tra la vicenda di Pozzuoli e quella di Monte di Dio ci sarebbe comunque un collegamento: il nome di uno dei preti contenuto nel dossier di Meter onlus comparirebbe anche in una delle chat «rubate» dal profilo Facebook del sacerdote di Monte di Dio e spedita, da un anonimo, lo scorso gennaio all’indirizzo del vescovo ausiliare di Napoli Lucio Lemmo. Una vicenda ancora oscura e complessa sulla quale sta indagando il Tribunale ecclesiastico di Napoli e che ora viene posta anche all’attenzione degli investigatori della Procura.

     

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    Intanto, però, i magistrati hanno avviato un’indagine conoscitiva (modello 45, fatti non costituenti reato) proprio in base alle notizie di stampa degli ultimi giorni. Vogliono vederci chiaro per capire se effettivamente esista un giro di prostituzione maschile utilizzata da sacerdoti, anche per accertare se ci siano stati episodi di ricatti o richieste estorsive nei confronti di esponenti del clero. Ma pure per verificare l’ipotesi più grave: è possibile che nel «giro» siano finiti minorenni? In quel caso si aprirebbero scenari ancora più inquietanti.

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