1 - I VELENI DEGLI EX AZIONISTI SUI PASSAGGI SOCIETARI MA REDBIRD SMENTISCE: «IL CLUB È IN MANO NOSTRA»
Arianna Ravelli per il “Corriere della Sera”
PAUL SINGER E GERRY CARDINALE
Più che sul campo i nemici il Milan sembra averli avuti dentro casa. Perché anche se la Procura di Milano precisa di essere andata, nei suoi accertamenti, ben oltre le contestazioni avanzate dagli ex soci di minoranza di BlueSkye, è evidente che il sassolino che ha scatenato la valanga (almeno mediatica) delle perquisizioni e degli avvisi di garanzia sia rappresentato dall’esposto presentato il 14 settembre 2022 da BlueSkye. Di chi parliamo? Di un fondo che deteneva il 4,3% di Project Redblack, il veicolo a maggioranza Elliott (95,7%) che attraverso la società Rossoneri possedeva il Milan.
Le domande e i dubbi posti in Procura sembrano sovrapporsi alle contestazioni di Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo (i soci di BlueSkye entrati nel Milan nel precedente passaggio di proprietà, quello dal cinese Li a Elliott grazie a un ex funzionario Elliott Franck Tuil uscito da tempo) che hanno avviato una serie di azioni legali ritenendosi danneggiati dalla vendita a RedBird e che risulta abbiano cercato con le loro iniziative di ottenere gli stessi documenti oggi in possesso della Procura di Milano.
PAUL SINGER E GERRY CARDINALE E GORDON SINGER
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Da qui nasce il reato ipotizzato di ostacolo all’attività di vigilanza (e questo, nel caso, sarebbe anche l’illecito sportivo: la procura Figc non ha ancora chiesto gli atti) che, al di là della fondatezza nel merito, richiede la natura pubblica della autorità «ingannata»: lo scontro tra gli avvocati partirà da qui. Da quel che si capisce, la Procura sembra considerare un tutt’uno la Federazione, la già menzionata Coaps e la Covisoc, l’organismo di vigilanza sui conti che sarebbe l’unico di cui sia pacifica la natura pubblicistica.
Passando alla sostanza, a tutti i livelli del Milan e della proprietà si ostenta l’assoluta convinzione che la documentazione recepita dai pm non dia alcuna evidenza che Elliott sia proprietario del Milan e viene ribadito come il vendor loan (il prestito del venditore all’acquirente) sia uno strumento finanziario diffuso in operazioni simili. Ieri ha smentito RedBird: «RedBird Fund IV e i suoi investitori possiedono il 99,93% di Ac Milan ; il restante 0,07 è in mano a singoli azionisti italiani.
Paul Singer ElliotT Milan
L’idea che RedBird non possieda e non controlli l’Ac Milan è assolutamente falsa ed è contraddetta da tutte le prove e i fatti. Quando abbiamo assunto il controllo del club, Elliott ha fornito un prestito a RedBird con scadenza a tre anni e nessun diritto di voto».
E poi: «Non sono in corso discussioni con alcun investitore che potrebbe esercitare un controllo sul club. RedBird è il proprietario di controllo di Ac Milan e tale rimarrà».
Il famoso prospetto da presentare a potenziali investitori arabi (e che ha il nome Pif tra parentesi quadre a titolo di facsimile, perché potrebbe essere sostituito dal nome di altri soggetti con cui si finalizzasse l’affare) secondo RedBird non dimostra in alcun modo che Elliott possieda quote del Milan, al contrario: RedBird cerca un investitore a cui cedere quote di minoranza per far scendere il debito con Elliott («il nuovo investitore entrerebbe nella proprietà del Milan con il 41,7% tramite il riacquisto dell’80% del vendor Loan per 487,5 milioni») che resterebbe esposto per 120 milioni, ma senza quote.
2 - LA CESSIONE DEL MILAN E I DUBBI SUL VALORE LA VERITÀ NELLE CARTE CON 41 PAROLE CHIAVE
Rosario Di Raimondo per “la Repubblica” - Estratti
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PAUL SINGER MILAN LILLE
L’inchiesta sul Milan è destinata ad allargarsi. Oltre ai dubbi della procura di Milano su chi siano i reali proprietari del club — l’inchiesta coinvolge al momento 4 indagati tra cui l’ad Giorgio Furlani e il suo predecessore Ivan Gazidis — i pm vogliono capire se quel miliardo e 200 milioni di euro che servirono per l’ultimo contestato passaggio di mano della società rappresenti una cifra congrua o troppo alta, nonché illuminare le zone d’ombra dell’operazione. Anche grazie alla mole di documenti trovati dalla Finanza durante le perquisizioni di martedì: un patrimonio di informazioni che verrà passato al setaccio in modo mirato attraverso l’utilizzo di 41 «parole chiave».
singer
Per capire il rompicapo bisogna partire dall’accusa fondamentale dei magistrati Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi: cioè che il fondo statunitense Elliott «conservi il controllo sostanziale del Milan» nonostante alla Federcalcio sia stato comunicato che dal 2022 la proprietà è del fondo RedBird di Gerry Cardinale, dopo la cessione di Rossoneri Sport. Una compravendita che nel 2022 fa infuriare i soci di minoranza di Blue Skye, estromessi dalla partita, i quali a loro volta presentano un esposto. In quelle carte si denuncia, tra l’altro, una «serie impressionante di anomalie».
La procura oggi indaga per ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza. Alle ombre che emergono dal braccio di ferro si aggiunge un rischio che potrebbe allarmare i tifosi, quello del conflitto d’interesse: per gli inquirenti Elliott è di fatto ai vertici del Milan e ha interessi anche sul club francese del Lille, «iscritta alle medesime competizioni europee» dei rossoneri: circostanza vietata dalle norme Uefa.
gerry cardinale
«RedBird Fund IV e i suoi sottoscrittori possiedono il 99,93% di AC Milan; il restante 0,07 è in mano a singoli azionisti italiani tifosi di lunga data del club. L’idea che Red-Bird non possieda e non controlli l’Ac Milan è assolutamente falsa ed è contraddetta da tutte le prove e i fatti, compresi quelli che presumibilmente sono alla base dell’indagine — la replica del portavoce del fondo — Quando abbiamo assunto il controllo del club dopo il closing, Elliott ha fornito un prestito a Red-Bird con scadenza a 3 anni e nessun diritto di voto».
Il Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf milanese deve ora esaminare il contenuto di documenti, chat, mail, dispositivi e ogni supporto utile alle indagini. La bussola dei finanzieri è rappresentata anche dalle “parole chiave” che servono a setacciare il mare magnum di dati. Tra le chiavi c’è “Kaiser”, che suggerisce approfondimenti su “Kaiser Permanente”, colosso della sanità privata americana che avrebbe ipotizzato un impegno iniziale da 200 milioni nel Milan (prima del dietrofront). Un’altra traccia è “Investcorp”, dal nome del fondo arabo di cui si è parlato durante le trattative per l’acquisto dei rossoneri.
scaroni cardinale ibra milan borussia dortmund
Ecco, la pista araba. Viene evocata nel decreto di perquisizione, quando si parla della possibilità che il Milan ceda quote a investitori «del mondo arabo» e si fa riferimento a un documento della società in cui si mettono in fila milioni, quote e percentuali. Stando alle carte, al Cda del Milan, l’11 giugno 2022, (prima del closing), sarebbe stato comunicato che a versare 400 milioni di euro, ovvero una parte del miliardo e 200 milioni necessari all’acquisto del club, sarebbe stato il fondo “Rb Fund Iv Fc Aiv Cv”. Un complicato nome che non compare, invece, negli atti inviati da RedBird alla Sec, la commissione di vigilanza sui mercati statunitense. Per i pm, quel fondo indicato per l’acquisto non «è gestito da RedBird». Elemento che, assieme ad altri, fa sospettare che «la maggior parte del capitale utilizzato per la compravendita» sia «proveniente da un veicolo societario non riferibile» a Cardinale.
salvatore cerchione
Secondo la procura, Elliott controllerebbe il Milan anche grazie a un «prestito del venditore» concesso a RedBird per 560 milioni di euro. A quale scopo Elliott manterrebbe il suo ruolo di grande manovratore? La risposta, puramente ipotetica, potrebbe trovarsi nell’esposto di Blue Skye: mantenere potere nella società e continuare a esserne creditore «a tassi d’interesse molto elevati». Alcuni atti potrebbero essere mandati presto dalla magistratura alla Federcalcio per le valutazioni sul fronte della giustizia sportiva. Palla al centro, è solo l’inizio.