VIOLENZE DOMESTICHE
Era quasi sempre fuori casa, a spendere alle slot machine i pochi soldi disponibili. Alla moglie e alla figlia imponeva un regime da recluse spiegandolo così: «Gli italiani sono tutti infedeli». La donna, di origini tunisine come il marito, è rimasta segregata in casa per sei anni durante i quali ha dovuto anche subire violenze fisiche: le botte erano la regola. Poi la svolta: la donna è riuscita a chiamare i carabinieri dal piccolo garage senza finestre e senza luce in cui era stata chiusa dal marito.
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Quando ha visto i militari la 34enne ha trovato il coraggio di denunciare il coniuge: al telefono si era limitata a gridare, chiedendo aiuto. La pattuglia l’ha trova in un locale senza finestre né prese d’aria, chiuso con una serranda elettrica che l’uomo aveva appena rotto furioso perché la moglie si rifiutava di aprirgli. La porta non funzionava più: i militari si sono fatti strada a calci e hanno liberato la donna e la ragazzina.
LA donna ha raccontato loro che da sei anni, dopo l’arrivo in Italia, il marito le negava la possibilità di socializzare e avere amici. Nessuna uscita, se non accompagnata da lui. I pochi soldi risparmiati, destinati alle slot machine. E di fronte alle proteste della donna, le botte. La donna e la figlia sono al riparo in una casa protetta, l’uomo è stato denunciato