violenza sessuale
Violentata e segregata in casa. Due romeni avrebbero violentato ripetutamente e minacciato di morte con un'accetta una donna tenuta prigioniera in una struttura di un ex camping a Viserbella (Rimini): gli uomini 53 e 34 anni identificati dalla polizia di Rimini, al momento sono indagati a piede libero per violenza sessuale, lesioni personali e minacce. La donna è stata portata in ospedale. È successo nella notte tra sabato e domenica, quando gli agenti delle Volanti sono intervenuti a seguito di una segnalazione in uno stabile in disuso.
Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Davide Ercolani, e affidate alla squadra mobile della polizia. Stando ad una prima ricostruzione, la donna, 50enne, di origine ucraina, sarebbe stata più volte picchiata e violentata dal 53enne mentre il connazionale 34enne l'avrebbe minacciata brandendo un'accetta. Le lesioni subite hanno portato ad una prognosi di 30 giorni.
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La donna, soccorsa dalla polizia è stata sottoposta al protocollo previsto in questi casi. Ora le indagini dovranno appurare la dinamica dei fatti, che si sarebbero svolti all'interno della struttura dove avrebbero trovato un alloggio di fortuna alcune persone tra cui i due romeni, difesi dagli avvocati Andrea Muratori e Valentina Vulpinari del Foro di Rimini, e la donna ucraina.
È stata in balia dei suoi aguzzini per oltre due settimane. Secondo quanto ricostruito dalla Questura, si era fidata di uno sconosciuto che l'aveva avvicinata nei pressi della stazione di Rimini offrendole un riparo ed una sistemazione 'sicurà per fare fronte comune alle limitazioni di questi giorni. È rimasta in un casolare abbandonato, senza né elettricità, nè acqua corrente, né riscaldamenti, fino a quando non è riuscita attraverso un conoscente a chiamare i soccorsi.
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