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    A RIPETIZIONE DALLO ZAR (PUTIN) – CICCIO KIM AVREBBE SCALATO SU UN CAVALLO IL PAEKTU, LA MONTAGNA SACRA PIÙ ALTA DEL NORD COREA, DOVE SI È FATTO FOTOGRAFARE TRA LE CIME INNEVATE – A PARTE CHE L’ASCESA IPPICA APPARE ASSAI IMPROBABILE, DIETRO L’OPERAZIONE PROPAGANDISTA POTREBBE CELARSI UN IMPORTANTE ANNUNCIO: L’ULTIMA VOLTA CHE IL DITTATORE ERA STATO SUL MONTE AVEVA…


     
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    Guido Santevecchi per “www.corriere.it”

     

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    Al galoppo su un cavallo bianco nella neve della montagna più alta della Corea. La propaganda nordcoreana, diretta dalla sorella di Kim Jong-un, ha diffuso foto dell’ultima impresa del Rispettato Maresciallo. Kim è salito a cavallo sulla vetta del Monte Paektu, la cima più alta della Nord Corea e dell’intera penisola. Una montagna sacra da secoli per tutti i coreani.

     

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    Ma in particolare quelli del Nord credono che sia ancora più importante perché ci sarebbe nato Kim Jong-il, il padre dell’attuale dittatore. Per il regime il Paektu è una vetta politica. In realtà Kim padre nacque in Russia durante la seconda guerra mondiale, dove Kim nonno (Kim Il Sung, fondatore della Repubblica democratica popolare di Corea) era capitano dell’Armata Rossa sovietica.

     

    Ma questa è la storia. Il presente è diverso e non è solo propaganda, anche se sembra improbabile che davvero Kim sia arrivato in cima ai 2.750 metri del monte già coperto di neve proprio solo in sella (magari lo hanno un po’ aiutato).

     

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    Presentando l’ascesa ippica di Kim, l’agenzia di regime Kcna proclama: «La sua marcia sul Monte Paektu è un grande evento di pesante importanza nella storia della rivoluzione coreana».

     

    Si potrebbe sorridere di fronte all’immaginifica retorica nordista, ma il regime si nutre di epica e culto della personalità. Il regime è la dinastia Kim.

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    Non è solo propaganda

    Guardando oltre l’ascesa in groppa al cavallo bianco gli esperti ricordano che potrebbe essere il preludio a un grande annuncio politico. L’ultima volta che era salito sul Paektu a fine 2017, a piedi, poi Kim aveva avviato la distensione con la Sud Corea e il dialogo con Trump. E questa volta? Sta decidendo di dare nuovo slancio al negoziato sulla riduzione delle armi o sta meditando la ripresa (già minacciata) dei test di missili intercontinentali e armi nucleari? Tra poco forse sapremo.

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    Nel resoconto della Kcna, Kim giunto in vetta ha detto: «La situazione del Paese è difficile a causa delle incessanti sanzioni e della pressione delle forze ostili, ci sono molte avversità e prove di fronte a noi». Poi un monito agli americani che non vogliono ridurre le sanzioni: «La sofferenza che le forze ostili alla Repubblica democratica popolare di Corea, guidate dagli Stati Uniti, hanno inflitto al popolo coreano non è più sofferenza, ma si è trasformata in rabbia».

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    Annuncio in vista?

    Il regime ha anche mandato in video per dare la notizia alla nazione l’annunciatrice in abito tradizionale color rosa, quella Ri Chung-hee che a 75 anni viene richiamata dalla pensione per declamare le storiche decisioni del Rispettato Maresciallo. Per anni ha scandito i lanci di missili e i test atomici.

     

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    Questa volta ha letto: «Dopo aver assistito al grande momento delle sue riflessioni in cima al Monte Paektu, tutti i funzionari che accompagnavano il supremo leader si sono convinti che ci sarà una grande operazione per colpire nuovamente il mondo di meraviglia e fare un passo avanti nella rivoluzione coreana». Altre foto diffuse da Pyongyang mostrano in effetti Kim seguito a cavallo dalla sorella e da diversi consiglieri. Ora si aspetta la «grande operazione».

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