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    DOPO AVER AGGREDITO I DUE IMMIGRATI NEL CENTRO DI ROMA, IL BRANCO DI FASCISTELLI (APPENA MAGGIORENNI) SE N’E’ ANDATO A BERE UN DRINK COME NULLA FOSSE ACCADUTO - CALCI E PUGNI CONTRO UN BENGALESE DI 27 ANNI, RICOVERATO CON LESIONI GRAVI E IL VOLTO TUMEFATTO, E UN EGIZIANO DI 32: “SPORCO NEGRO,GLI STRANIERI DEVONO STARE A CASA LORO...”


     
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    ALESSIO MANZO ALESSIO MANZO

    1 - "NEGRO, VATTENE DALL'ITALIA" ULTRÀ PESTANO UN CAMERIERE POI VANNO INSIEME A BERE

    Federica Angeli e Lorenzo D'albergo per “la Repubblica”

     

    Prima gli insulti razzisti: «Sporco negro. Che ci fai qui in Italia? Gli immigrati devono andare via». Poi il pestaggio. Vittime dell'aggressione a sfondo razziale un cittadino del Bangladesh di 27 anni e un egiziano di 32. L'episodio di violenza è accaduto nel centro storico di Roma, ancora scossa dalla vicenda degli adesivi antisemiti affissi allo stadio Olimpico da parte di tifosi della Lazio. Questa volta i protagonisti sono tutti supporter giallorossi, sono cinque e hanno dai 17 ai 19 anni. Uno è stato arrestato per tentato omicidio, gli altri denunciati per lesioni e percosse.

     

    KARTIK CHODRO IL BENGALESE AGGREDITO A ROMA DA FASCISTI KARTIK CHODRO IL BENGALESE AGGREDITO A ROMA DA FASCISTI

    I due extracomunitari erano appena usciti dal ristorante dove lavorano come aiuto cuoco uno e lavapiatti l'altro e si stavano avviando alla fermata del bus. Erano le tre del mattino nella centralissima piazza Cairoli, a due passi dal ministero della Giustizia in via Arenula e da piazza Campo de' Fiori dove i giovani aggressori avevano trascorso la serata tra un locale e l'altro . Quando il gruppo ha notato i due stranieri si è avvicinato compatto. In dodici, comprese tre ragazze, hanno iniziato a insultarli.

     

    Un italiano si è avvicinato e ha invitato i due stranieri a non reagire e a far finta di non avere sentito nulla. Ai giovani ha invece detto di allontanarsi. L' invito sembrava essere stato raccolto, ma cinque del gruppo - due 18enni, due 19enni e un 17enne - sono tornati indietro e dalle parole sono passati ai fatti. Calci, spintoni, pugni, conditi da insulti sul colore della pelle perché «gli stranieri devono stare a casa loro, non qui a rubare lavoro a noi». In cinque contro uno, Chodro Kartik, il bengalese, mentre l'amico egiziano è riuscito a scappare dopo i primi schiaffi.

     

    ALESSIO MANZO ALESSIO MANZO

    Alessio Manzo, 18 anni, l'arrestato, come il resto del gruppo di Acilia (quartiere a sud della capitale), studente di un istituto alberghiero e, a giudicare dal suo profilo Facebook, attirato dalle idee dell'estrema destra (una delle immagini che campeggia sulla sua pagina social è una stretta di mano tra Hitler e Mussolini, oltre a una bandiera con falce e martello che brucia), ha infierito sul bengalese a terra.

     

    La violenza ha provocato lesioni gravissime al 27enne che ora con il volto completamente tumefatto e avvolto da garze e bende ovunque, irriconoscibile, è ricoverato all' ospedale San Camillo in prognosi riservata. L' egiziano ha invece rifiutato di farsi medicare in ospedale. Dopo il pestaggio, la fuga dei responsabili per le vie del centro. Una fuga che però è durata pochissimo.

    ALESSIO MANZO ALESSIO MANZO

     

    Le testimonianze delle due vittime oltre a quelle di molti presenti che hanno chiamato le forze dell'ordine, hanno consentito agli investigatori di risalire al gruppo. La comitiva, come se nulla fosse accaduto, era a bere l'ultimo drink prima di rientrare a casa. Manzo in caserma ha provato a difendersi: «Era scoppiata una rissa e mi stavo solo difendendo ». Solidarietà alla «vittima del branco per il vile gesto», è arrivata via twitter dalla sindaca Raggi e dalla comunità di Sant' Egidio secondo la quale «il fatto che gli autori dell' agguato siano tutti giovanissimi richiede un impegno importante».

     

    2 - "IL DUCE PUÒ SALVARCI" DAGLI SLOGAN FASCISTI ALLA CACCIA AL BENGALESE

    Cristina Palazzo e Flaminia Savelli per “la Repubblica - Edizione Roma”

     

    Saluti romani, foto del duce, slogan ultranazionalisti, un "Cam." che sottintende "camerata" prima del suo nome come per gridare subito la sua identità politica, poi birre, serate con gli amici, una grande passione per la musica techno. E per la Magica, forse trasmessa dal padre, che condivide con i suoi amici, da vero ultrà.

     

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    È il ritratto che emerge dai profili social di Alessio Manzo, neo 18enne proveniente dall' alberghiero di Tor Carbone, già passato negli archivi delle forze dell' ordine, che è stato arrestato per il tentato omicidio di un 27enne bengalese nella notte tra sabato e domenica, in pieno Centro. Insieme a lui, alle 2 di notte in piazza Cairoli, a due passi dal Ministero della Giustizia, ad aggredire due stranieri c'erano una decina di amici, tra cui forse anche due ragazze e i quattro, un 17enne, due 18enni e un 19enne, che sono stati denunciati per lesioni aggravate e percosse.

     

    Sarebbe stato, però, Manzo a pestare a sangue il bengalese: mentre gli altri si allontanavano, sarebbe tornato indietro per un'ultima raffica di calci e pugni, prima di andare via. Ma non è questa la versione che il giovane ha raccontato agli inquirenti, parlando inizialmente di una rissa, una classica lite tra ragazzi e forse qualche bicchiere di troppo del sabato sera.

     

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    Nessun riferimento alle frasi razziste, neanche alle sue ideologie. Quelle che sui social non ha mai nascosto: soprattutto su Askfm, un sito che si basa su domande e risposte. Così, circa un anno fa, quando sulla sua bacheca un certo "ErNoce", gli scriveva, «Te seguo solo perché sei fascista e questo ti fa tanto onore» con tanto di emoticon per richiamare il saluto romano, lui rispondeva: «Certo che me fa onore».

     

    E a chi lo provoca scrivendogli «comunista nel cuore», lui risponde: «Pietà per te». E rilancia: «Mussolini, spero nel suo ritorno per salvare questa Italia che sta andando veramente a...». Oppure: «Se per razzista si intende chi difende la propria terra allora siamo razzisti».

     

    Anche se "l'Italia agli italiani", nella lista di Manzo, sta in fondo, prima infatti ci sono la Magica, la donna, la birra e la Nutella, gli amici, la famiglia, e il fratello che qualche mese fa gli scrive «ti amo». Ma le esternazioni politiche riemergono sempre. E su cosa pensa della destra sionista, l' ultrà non mostra alcuna esitazione: «Come ideale si può paragonare al partito fascista, sono anti comunisti quindi bene. Ma sono israeliani e quindi ebrei».

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