C.R. per "il Messaggero"
pillole anticovd cinesi sequestrate a roma
Vendevano farmaci per curare il Covid all'interno di un negozio di abbigliamento in via Principe Amedeo, all'Esquilino. Pillole non a norma e prive dell'autorizzazione dell'Aifa. Così i due titolari del negozio, moglie e marito cinesi, sono stati denunciati per commercio non autorizzato di medicinali.
Durante il blitz sono state sequestrate quasi 2 mila pasticche - 1990 - poi consegnate ai laboratori scientifici per essere analizzate. L'operazione degli uomini della squadra giudiziaria del distretto Esquilino diretti da Marco Sangiovanni, rientra nel piano dei controlli che sta interessando tutta la Capitale. L'avvio all'indagine è partito dopo alcune segnalazioni alla polizia.
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Prima di entrare in azione, agenti in borghese hanno sorvegliato l'attività commerciale per alcuni giorni. Quindi è scattato il blitz. Durante l'ispezione hanno trovato i blister nascosti tra gli abiti e la bigiotteria. Un piccolo tesoretto trovato nel magazzino interno del locale.
LE INDAGINI
Una maxi indagine organizzata nel corso delle attività di controllo del Green pass e del rispetto della normativa anticovid. La polizia ha scoperto così il commercio abusivo di farmaci. Le scorte erano nascoste nel magazzino del negozio di abbigliamento e bigiotteria. Gli investigatori hanno infatti trovato numerose confezioni di farmaci antivirali di produzione estera venduti illecitamente anche come cura per il Covid.
pillole anticovid
Hanno inoltre trovato accanto al registratore di cassa, una scatola vuota di Agripavi Capsule Lianhua Qingwen Plus: il sospetto è che proprio queste pasticche siano state vendute come farmaci per curare il virus al costo, presumibilmente, di 15/20 euro. Da lì, hanno proceduto con l'ispezione nel locale arrivando fino ai magazzini. All'interno di uno sono state quindi trovate dieci scatole dello stesso prodotto (contenenti ciascuna 24 capsule).
Nascoste poi sotto scatole di abbigliamento e bigiotteria, dentro uno scatolone altre 72 scatole (contenenti ciascuna 24 capsule e 22 ulteriori capsule sfuse), per un totale complessivo di 1990 pasticche. Tutte sequestrate in quanto prodotti non certificati e non autorizzati in Italia.
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IL SEQUESTRO
L'inchiesta è ancora aperta: gli investigatori dell'Esquilino stanno cercando di ricostruire la lunga filiera del commercio abusivo. A partire dalla provenienza delle pasticche, tutte con marchio cinese e che i negozianti avrebbero detto di avere ricevuto da Milano. Infine: gli agenti stanno lavorando per accertare il giro d'affari.