Francesco Malfetano per “il Messaggero”
AUTOBUS PIENI A ROMA
Almeno un metro di distanza e mascherine. A poco più di una settimana dalla pubblicazione del Dpcm dell'11 giugno, sembrano già un lontano ricordo i due capisaldi della fase 3 per gli spostamenti e la ripartenza - in senso letterale - del Paese.
Tra deroghe ufficiali, cattive abitudini e pochi controlli, viaggiare in treno, aereo o soprattutto in autobus appare tutt'altro che semplice. Su qualsiasi mezzo infatti, specie se non soggetto a prenotazione, pare regnare il caos.
Da tutta Italia arrivano immagini di bus stipati di viaggiatori, le cronache di litigi in treno sulle norme da rispettare e o le polemiche di chi, in aereo, non può portare una valigia a bordo e poi è costretto ad accalcarsi una volta a terra. Quasi un liberi tutti involontario che però, in alcuni casi, sembrerebbe essere stato innescato o quantomeno giustificato da deroghe al Dpcm o norme poco chiare.
AUTOBUS PIENI A ROMA
La situazione più critica appare senza dubbio quella degli autobus o dei tram. Su queste vetture la responsabilità è personale del singolo fruitore del servizio così, nonostante i conducenti provino spesso ad opporsi alle intemperanze dei passeggeri, le immagini di mezzi strapieni a Roma, Bari, Palermo o Verona hanno fatto il giro dei social network.
LE CARENZE
Non essendoci un reale controllo dei flussi dei passeggeri infatti, in maniera del tutto incosciente, questi finiscono per addossarsi pur di non tornare tardi a casa restando ad aspettare il bus successivo. C'è anche da dire che spesso le banchine sono addirittura più affollate degli automezzi e quindi, dato che il distanziamento sociale è quasi un miraggio a terra, tanto vale stringersi un po' a bordo.
In realtà stando all'allegato tecnico del Dpcm però, su autobus e tram locali sarebbe sì «consentita la deroga al rispetto della distanza di un metro» ma solo se si riesce a garantire «un coefficiente di riempimento dei mezzi non superiore al 60% dei posti» e a privilegiare «l'allineamento verticale dei passeggeri».
autobus a roma coronavirus
Vale a dire che, secondo la norma, ci si dovrebbe sedere solo uno dietro l'altro, lasciare un posto libero accanto ad ogni viaggiatore segnando con un «marker» quelli che non possono essere occupati e, soprattutto, evitare che le persone finiscano faccia a faccia. Non solo, «Per la gestione dell'affollamento del veicolo - si legge nel documento - l'azienda può dettare disposizioni organizzative al conducente tese anche a non effettuare alcune fermate».
coronavirus e aereo
Nulla di nuovo rispetto a qualche settimana fa, se non fosse che con la fine del lockdown si è giustamente moltiplicata la mole di persone che ha esigenza di spostarsi senza che crescesse di pari passo il numero di vetture a disposizione. Una situazione piuttosto simile è stata segnalata a bordo di diversi treni.
Fatta salva l'Alta Velocità in cui sono indispensabili le prenotazioni e quindi il problema è risolto a monte anche grazie al supporto di app e strumenti digitali, nei vagoni dei regionali invece il distanziamento sembra già un'accortezza fuori moda.
autobus a roma coronavirus 2
LE CONTRADDIZIONI
Anzi, a volte, le immagini mostrano finanche evidenze paradossali come sul treno Venezia-Udine di giovedì scorso: posti vuoti accanto ai passeggeri seduti e decine di persone in piedi nel corridoio ad un passo di distanza l'uno dall'altro.
Per quanto riguarda gli aerei la situazione è ancora più complessa. Il Dpcm ha infatti stabilito come per le compagnie sia legittimo vendere ogni singolo posto sul velivolo senza rispettare il distanziamento di un metro purché si tenga conto una serie di regole stringenti che vanno dal ricircolo d'aria costante, al cambio mascherina per le tratte lunghe fino al divieto per i passeggeri di portare grandi bagagli a mano per limitare l'uso delle cappelliere.
coronavirus e aereo
Poi però si finisce gomito a gomito sugli autobus che portano al velivolo così come al ritiro bagagli o nelle aree di attesa in aeroporto come mostrano alcune immagini scattate ieri a Fiumicino. In pratica, per gli spostamenti non sarebbe dovuto essere ancora un liberi tutti, ma lo è stato nei fatti.