Rinaldo Frignani per https://roma.corriere.it
LE CARMELITANE SCALZE
«Qui ci sono delle persone malate, non può entrare nessuno». Il religioso all’ingresso del convento dei Carmelitani Scalzi a corso d’Italia non ha molta voglia di parlare. Ma da domenica sera alla preoccupazione per la salute di alcuni frati ospiti della Casa generalizia a due passi da via Veneto si è aggiunta anche quella per la sicurezza dell’edificio, in passato già visitato dai ladri. Questa volta però poteva andare anche peggio: all’ora di cena tre banditi sono riusciti a introdursi nel complesso che comprende anche la parrocchia di Santa Teresa d’Avila dopo aver forzato una finestra.
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In quel momento una parte dei religiosi si trovava ancora nella sala mensa, altri invece erano già nei loro alloggi. Qualcuno ha notato gli intrusi, che avevano il volto coperto, forse da mascherine anti-contagio, e ha dato l’allarme. I frati sono accorsi al pianterreno dell’edificio per affrontare i rapinatori, uno di loro è anche riuscito a chiedere aiuto. Prima ancora che i soccorsi arrivassero nel convento, però, i banditi sono riusciti ad allontanarsi non prima di essersi aperti una via di fuga utilizzando una sostanza spray urticante per neutralizzare i religiosi che avevano reagito.
LE CARMELITANE SCALZE
Nessuno tra i frati è rimasto ferito o contuso, solo tanta paura: non è chiaro quale fosse l’obiettivo dei rapinatori, fuggiti non si sa come. Non si esclude che puntassero all’ufficio economato della Casa generalizia, ma qualcosa nel loro piano non ha funzionato.
Già in passato, proprio nello stesso quadrante, ci sono stati assalti con modalità analoghe: uno per tutti quello di due anni fa in via Dalmazia, quartiere Trieste, all’istituto Gesù Nazareno. In quel caso a mettere in fuga i banditi, sempre all’ora di cena, fu un gruppo di suore agguerrite. Andò male invece ai frati della parrocchia di Santa Rita da Cascia, a Tor Bella Monaca, presi in ostaggio e picchiati dai rapinatori armati perfino con pistole e fucili in una nottata di anni fa da «Arancia meccanica».
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Ma non basta. Perché da qualche tempo le irruzioni nella prima serata sembrano essere tornate in voga. Colpi a domicilio che spaventano anche perché è evidente che i malviventi prendono di mira vittime che stanno appunto cenando e non ancora dormendo, mettendo quindi in conto di doverle affrontare.
È successo ad esempio poche sere fa a Bravetta dove una 90enne e il figlio 68enne sono stati aggrediti in casa da tre banditi a volto coperto che li hanno minacciati per quasi mezz’ora nella loro villa in via di Vigna Rigacci anche con una piccozza che era del marito dell’anziana, esperto rocciatore scomparso qualche anno fa.
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Alla fine le vittime sono state costrette a rivelare il nascondiglio della cassaforte dove c’erano oggetti di valore per qualche migliaio di euro. Non si esclude che i banditi possano essere stati aiutati da un basista. Forse ce n’è anche uno dietro il fallito assalto al convento di domenica.