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L’aveva conosciuta su una chat per cuori solitari. Ma, dopo una breve frequentazione, ha iniziato a portare quella ragazzina di soli 15 anni nei locali frequentati dagli “scambisti”, facendola esibire sessualmente con altre coppie durante le serate hard e riprendendola con uno smartphone. Raccapricciante.
Possibile? Certo. I proprietari delle “ville del piacere” non verificavano l’età anagrafica della minorenne perché ad accompagnarla era un poliziotto di 36 anni in servizio a Roma. L’uomo, ora in carcere, è accusato di divulgazione di materiale pedopornografico.
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La torbida vicenda infatti è venuta alla luce dopo che il padre della vittima ha scoperto - sul cellulare della figlia - fotografie e video in cui la 15enne si abbandonava ad orge e sesso di gruppo con uomini e donne adulti. Le immagini venivano poi postate su siti per incontri hard e su gruppi di Whatsapp e Kik, a cui appartengono una cerchia ristretta di amanti del genere. Ma oggi siamo al processo. Davanti ai giudici della quinta sezione penale del tribunale di piazzale Clodio a Roma, presieduta da Maria Bonaventura, sfileranno i testimoni dei pm Pantaleo Polifemo e Stefano Pizza: si tratta di frequentatori dei night per scambi coppie che conoscevano (oppure hanno visto lì) l’agente insieme alla minorenne.
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Le indagini ch hanno consentito di scoprire la torbida vicenda, sono state condotte dagli stessi colleghi di lavoro del poliziotto arrestato. Subito dopo i fatti la vittima 15enne si è trasferita in Germania per cercare di dimenticare l’accaduto e provare a iniziare una nuova vita.
Dal carcere il poliziotto aveva addirittura provato a far ritrattare le dichiarazioni che la quindicenne aveva reso alla Polizia, convincendola a dire il falso durante l’udienza in cui doveva comparire. L’imputato, accusato anche di induzione alla prostituzione di una 18enne, è difeso dagli avvocati Daniele Bocciolini e Giuseppe Rombolà, mentre la famiglia dell’adolescente dal legale Francesco Tabocchino.