Margherita Montanari per www.corriere.it
ristorante michelangelo da vinci
Tra i tetti delle case, per le vie di campagna, spuntano le ali di due aerei, appoggiati ad una torre di controllo. Un Douglas Dc-6B, ex Alitalia, usato in passato dall’Presidente della Repubblica Giovanni Leone, e un Tupolev 134 della Csa, la compagni dell’allora Cecoslovacchia. Velivoli smontati, trasportati lungo la Transpolesana, e ricostruiti tra le località di Fratta e Villamarzana tenendo fede agli originali.
Solo che al loro interno, anziché file ordinate di sedili, sono stati collocati i tavoli di una pizzeria-ristorante, il Michelangelo Da Vinci di Villamarzana (Rovigo). Un estro del proprietario, il mastro birraio di Costa di Rovigo Luigi Stecca, che ha avuto l’idea di aprire questo locale singolare alla fine degli anni Novanta. Dopo anni di abbandono del sito, il nuovo titolare si prepara a far risalire a bordo i clienti.
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«Il ristorante Michelangelo Da Vinci di Villamarzana ha una storia di incredibile successo, iniziata agli inizi degli anni 2000 - racconta il vicesindaco del paese, Daniele Menon - Era un punto di aggregazione importante, in cui i clienti potevano trovavate una cucina ricercata e birre selezionate. Ben presto è diventato un luogo turistico per la sua unicità. Oltre al fatto che i tavoli erano collocati all’interno dei due aerei dismessi, aveva muri con dipinti e decorazioni particolarissimi, che resero il ristorante una meta conosciuta in tutta Italia. I turisti si fermavano nel nostro Paese e chiedevano dove si trovasse l’aeroporto».
L’elicottero e il museo
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Parlare al passato è d’obbligo. Perché dal 2015 quando il Michelangelo Da Vinci è stato dichiarato fallito, quel ristorante-aeroporto assemblato in un piccolo comune veneto in provincia di Rovigo è stato sbarrato. Qualche anno fa, è tornato ad essere frequentato, senza permesso, da street artist, youtuber, videomaker e curiosi di passaggio, che trovavano in un angolo così ordinario della pianura un contesto del tutto singolare.
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Al fianco del Douglas Dc-6B e del Tupolev 134, il mastro birraio fondatore aveva voluto aggiungere un elicottero. Poi sono state aggiunte una piscina, una discoteca e un vecchio casolare che si trovava nell’area è diventato un museo dedicato a Michelangelo Buonarroti e Leonardo Da Vinci. Un mix stravagante e non tutto in regola (il Comune di Villamarzana e l’ex proprietà erano andati in causa per abusi edilizi), ma che è valso al ristorante un posto nell’elenco speciale dei luoghi da vedere almeno una volta.
Inaugurazione nel 2024
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Rimetterlo in funzione e ristrutturarlo è l’obiettivo che si è dato il nuovo proprietario, Gianluca Bertin. Di Montegrotto Terme (Padova), un paio di anni fa ha acquistato all’asta la parte rimasta intatta del ristorante. «Negli anni il sito è stato rovinato, perché molte persone sono entrate a girare video, scattare foto, o a commettere vandalismi. Ci auguriamo che il nuovo proprietario riporti questo punto di aggregazione ai livelli di successo raggiunti agli inizi del 2000. Per il nostro paese sarebbe un vantaggio su diversi fronti», prosegue il vicesindaco di Villamarzana. Con la promessa di riportare il locale al suo antico splendore, l’imprenditore padovano ha in mente di fissare l’inaugurazione nel 2024.
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Set cinematografico
Resterà ristorante, come prevede il programma di rilancio. Qualche anno fa, l’imprenditore trevigiano Mario Chiavalin aveva proposto il Michelangelo Da Vinci di Villamarzana come set cinematografico. Un piano rimasto in campo per poco. Da qualche giorno, sono iniziati i lavori di potatura delle piante. Ma anche se i cancelli e il sistema di allarme ricordano che il luogo non è più abbandonato a sé stesso, le incursioni continuano.
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