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    VUOI UN APPALTO PUBBLICO? DEVI SCOPARE CON IL RESPONSABILE DELL'UFFICIO TECNICO - A SCISCIANO (NAPOLI) SONO SCATTATE 13 MISURE CAUTELARI DOPO CHE I CARABINIERI HANNO SGOMINATO UN SISTEMA DI MAZZETTE PER GLI APPALTI PUBBLICI - AL CENTRO DELL'INCHIESTA C'È UN FUNZIONARIO CHE ELARGIVA APPALTI PUBBLICI AD AMICI E PARENTI "SECONDO DINAMICHE CLIENTELARI" - UNA DONNA PER AVERE UN APPALTO PER LA PULIZIA DELLE STRADE HA DOVUTO SCOPARE IL FUNZIONARIO DEL COMUNE DENTRO IL SUO UFFICIO...


     
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    Da www.tgcom24.mediaset.it

     

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    I carabinieri di San Vitaliano, in provincia di Napoli, hanno eseguito 13 misure cautelari, nei confronti di indagati per i reati di corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso in atto pubblico. I reati sarebbero stati commessi a Scisciano, tra il settembre 2020 e il marzo 2021. Al centro dell'inchiesta un funzionario comunale che percepiva denaro e, almeno in un caso, anche favori sessuali per pilotare alcuni appalti.

     

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    Le indagini ha portato agli arresti domiciliari l'attuale responsabile dell'Ufficio Tecnico del comune di Scisciano nonché il suo predecessore, oggi dipendente dell'Arpa Campania. Ulteriori 9 indagati, tra cui un consigliere comunale, sono stati destinatari della misura del divieto di dimora nella Provincia di Napoli, mentre a due indagati è stato imposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

     

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    L'inchiesta nasce da un sopralluogo eseguito presso un cantiere edile per l'esecuzione di opere che il personale in servizio presso il competente Ufficio Tecnico di Scisciano aveva autorizzato col rilascio di un permesso di costruire illegittimo con cambio di destinazione d'uso (da agricolo a civile abitazione) di un immobile, di fatto, inesistente. Il permesso, secondo le accuse, era stato rilasciato in chiara violazione delle disposizioni della legge regionale sul piano casa.

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    In alcuni casi, sempre secondo le accuse, il funzionario avrebbe agito secondo analoghe modalità conseguendo, a titolo di corrispettivo, l'affidamento di incarichi di natura tecnica, in relazione alle opere edili per le quali avrebbe garantito il rilascio del titolo edilizio, a vantaggio di professionisti compiacenti secondo "dinamiche clientelari", spiegano i carabinieri. In pratica, l'intero iter burocratico delle pratiche era pilotato.

     

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    In altri casi, all'interno degli uffici comunali e in orario di chiusura di Scisciano , si sarebbero svolti degli incontri riservati tra il tecnico comunale e varie figure professionali, quali ingegneri, geometri ed architetti locali, funzionali e utili a concordare le modalità di presentazione delle istanze di rilascio dei titoli o anche a redigerne congiuntamente i progetti da allegare.

     

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    In questo giro di mazzette, ulteriori episodi su cui gli investigatori vogliono far luce riguarderebbero l'affidamento di servizi e appalti a beneficio di imprese ai propri amici, riconducibili quindi a conoscenti o parenti di dipendenti comunali. Per gli inquirenti sono casi di chiara violazione dei principi di economicità, correttezza, concorrenza, trasparenza e pubblicità che devono caratterizzare la gestione degli incarichi.

     

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    Non solo soldi, sesso in ufficio per l'appalto delle pulizie - Oltre al giro di denaro, sarebbe stato praticato sesso sempre in cambio di appalti. Secondo le accuse, infatti, in un'occasione una donna avrebbe conseguito un appalto per la pulizia delle strade della cittadina in cambio di una prestazione sessuale, consumata proprio all'interno degli uffici comunali.

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    L'indagine avrebbe portato alla luce "il contesto di diffusa illegalità che ha caratterizzato la gestione dell'Ente comunale", sintomatica della preoccupante percezione di assoluta impunità che avrebbero avuto gli indagati, sottolineano gli investigatori. Da alcune intercettazioni, infatti, gli indagati avrebbero auspicato l'intervento di politici per porre un freno alle indagini da parte dei militari, in particolare un'azione per bloccare "il comandante della locale Stazione dei carabinieri in base alla convinzione della "minima entità e inoffensività dei propri comportamenti, fondata sull'assunto che gli stessi siano espressione di un costume condiviso e diffuso".

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    Sono state diverse le verifiche e gli approfondimenti condotti dal personale di polizia giudiziaria per le acquisizioni di documenti condotte nell'ente comunale.

     

     

     

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