Giuseppe Cruciani per “Libero quotidiano”
salvatore cicu
Siccome non possono più assumere i parenti, li fanno prendere dai colleghi parlamentari. Succede al Parlamento Europeo dove Salvatore Cicu, di Forza Italia, una volta eletto nel 2014 ha piazzato il pargolo, Antonino Massimiliano, tra gli assistenti di una sua collega di partito, Lara Comi. La stessa Comi che per un anno, dal 2009 al 2010, aveva portato con sé la mamma come collaboratrice pur essendo severamente (e giustamente) vietato dai regolamenti.
Per questo la brianzola berlusconiana sta restituendo alle casse europee la bellezza di 126mila euro: sta pagando a rate, fino al 2019, con comodo. Ma evidentemente le norme che proibiscono l' assunzione dei familiari sono facilmente aggirabili.
LARA COMI
Se hai bisogno di far lavorare un padre, un figlio, un cugino, una nonna, ecco, è sufficiente fare una telefonata a un altro parlamentare del tuo stesso partito e la cosa è fatta. Succede così che Antonino Massimiliano Cicu, figlio di Salvatore, per qualche anno è stato ufficialmente nello staff della Comi, come «service provider», e si occupava di tutta la gestione del sito internet e dei profili social della deputata.
LARA COMI
Negli elenchi di Strasburgo il suo nome appariva fino a qualche mese fa, poi è stato cancellato. Forse in coincidenza con le inchieste interne che hanno portato alla «condanna» della Comi. O forse no. Fatto sta che adesso Antonino non fa più parte del gruppo-Comi. Il papà, Salvatore, ha conquistato tre anni fa lo scranno di Strasburgo nella circoscrizione Isole, mentre la Comi è al secondo mandato. Cicu junior è invece il fondatore e l' amministratore delegato di una società, la Relive Communication, che si occupa appunto di comunicazione e realizzazione di siti web per imprese.
RICCARDO BOSSI ALLE CORSE
Tra l' altro la Comi, insieme a Cicu e a un altro parlamentare comunitario, Patriciello, hanno creato un movimento, «Siamo Italiani», in cui la comunicazione è curata sempre dal figlio del politico sardo. Nulla di illecito, ovviamente. Ma, come al solito, si tratta di una questione di opportunità: sono sempre soldi pubblici da cui i parenti dei deputati dovrebbero tenersi alla larga.
francesco speroni
E non è nemmeno la prima volta che capitano cose del genere. L' attuale deputato regionale veneto Berlato, il lobbista dei cacciatori, ex Forza Italia ora Fratelli d' Italia, aveva fatto lavorare la moglie all' europarlamento dal 1999 al 2005, ma la storia finì prima del divieto assoluto di ingaggiare congiunti (fino al terzo grado). Mentre in Europa arrivarono nel passato Riccardo Bossi, uno dei figli di Umberto, piazzato dal babbo nella segreteria europea del capogruppo Speroni e il fratello del Senatur, Franco, un esperto di autoricambi, per un periodo accreditato a Strasburgo come aiutante di campo di Matteo Salvini. Acqua passata. Nel 2009 è arrivata la tagliola per i parenti, ma Cicu una volta eletto ha pensato alla furbata di dirottare il figliolo nell' ufficio accanto.
franco bossi, secondo a sinistra
Quello di Lara Comi, che già aveva portato la mamma a Bruxelles «perché a 26 anni ero giovane, non conoscevo nessuno e avevo bisogno di una persona di fiducia». "Mia madre - ha raccontato l' eurodeputata, incolpando il commercialista - è insegnante di italiano, mi preparava i discorsi, seguiva la mia agenda. Per un anno, poi ho imparato a muovermi da sola e ho assunto persone normali». Tra questi, il rampollo di un collega, che proprio normale non è. D' altra parte è la stessa Comi che l' anno scorso diede alle stampe un volume dal significativo titolo «A.A.A. Lavoro Offresi», dove spiegava tutte le possibilità per i giovani disoccupati di trovare lavoro grazie all' Europa. Nel frattempo, la parlamentare si era mossa in anticipo trovando un lavoretto alla madre e al piccolo Cicu.
salvini wilders le pen petri