VITTIMA DI ABUSI
Per otto anni, dal 2013 al 2021, due bambini che l'ufficio servizi sociali del Comune di Torino aveva affidato a una coppia regolare di donne omosessuali, una poliziotta e una educatrice, sarebbero stati continuamente maltrattati.
È quanto emerge da un'inchiesta condotta dalla pm Giulia Rizzo e che rivela fatti inquietanti che ricordano quanto accaduto a Bibbiano dove, il 27 giugno di due anni fa, 16 fra amministratori, assistenti sociali e psicoterapeuti, furono raggiunti da misure cautelari eseguite dai carabinieri nell'ambito di un'inchiesta, denominata "Angeli e demoni".
Nadia Bolognini
Allora come oggi, le vittime sono bambini strappati ai genitori e affidati solo sulla base di una semplice dichiarazione di adottabilità. Procedura, questa, «supportata da presunte accuse che lasciavano intendere che i minori fossero vittime di abusi sessuali all'interno della propria famiglia di origine».
L'operazione di ieri coinvolge anche la psicoterapeuta Nada Bolognini, ex moglie di Claudio Foti, il fondatore del centro "Hansel e Gretel" di Torino, uno dei principali imputati nella vicenda di Bibbiano e condannato recentemente a quattro anni di reclusione per le manipolazioni psicologiche sui bambini che aveva in cura.
BIBBIANO
ANNI DA INCUBO Il caso torinese riguarda due minori di origine nigeriana, fratello e sorella; secondo la procura subalpina, i piccoli avrebbero subìto maltrattamenti di natura psicologica e fisica per otto anni, fino a quando non sono stati trasferiti in una comunità nella quale sono ancora ospiti.
Le violenze, soprattutto quelle psicologiche, sarebbero state indirizzate «a spezzare quel delicato equilibrio tra loro e la madre naturale. In particolare - si legge negli atti dell'inchiesta-, le vittime nel tempo avrebbero maturato un rifiuto delle proprie origini: non solo affettive, ma anche culturali». Inoltre, nel corso delle indagini dei carabinieri, sarebbe emerso che successivamente all'affido, la coppia omosessuale si sarebbe rivolta alla psicoterapeuta Bolognini.
claudio foti dopo la condanna 1
Secondo l'accusa, la professionista avrebbe ipotizzato che i minori «fossero stati abusati dal padre. Una ricostruzione che sarebbe avvenuta sulla base di alcuni disegni e nel corso di numerosi colloqui, di cui però non sono state fornite le registrazioni». Ieri lo studio della psicoterapeuta è stato perquisito dai militari e Nada Bolognini è stata indagata, e con lei la coppia di donne omosessuali.
Sono in corso verifiche su dirigenti, funzionari e assistenti dei servizi territoriali. E se a Bibbiano furono 16 gli addetti ai lavori finiti sotto accusa, si teme che la bufera possa abbattersi anche sul Comune di Torino. Tant'è che l'assessore alle Politiche sociali della Città, Jacopo Rosatelli, ha messo le mani avanti: «Invito - ha detto - a non evocare analogie con il cosiddetto "caso Bibbiano". Ciò creerebbe solo polveroni mediatici, ma non sarebbe utile a risolvere eventuali problemi».
BIBBIANO
SISTEMA DI CONTROLLI L'inchiesta torinese ha preso il via dalle pagine della relazione conclusiva della Commissione di indagine sugli allontanamenti e gli affidi promossa dall'assessore agli Affari legali della Regione Piemonte, Maurizio Marrone (Fratelli d'Italia). Numerose le audizioni acquisite dalla commissione, tra cui anche quella del responsabile delle Case dell'affido del Comune di Torino che aveva spiegato come fossero non più di «due o tre» i minori conviventi con una coppia omosessuale.
stefania, la mamma di reggio emilia a cui gli assistenti sociali hanno portato via la figlia
«L'indagine si è rivelata utile a far emergere la verità - ha commentato ieri Marrone -. Il sistema di controlli è solo sulla carta, c'è un'opacità che consente influenze tra interessi privati e pubblici. Non esiste un sistema di verifica dei giudici onorari del Tribunale dei minori, c'era quindi terreno fertile per consentire abusi. Questa vicenda ha evidenziato che c'è un sistema che non funziona».
stefania, la mamma di reggio emilia a cui gli assistenti sociali hanno portato via la figlia. stefania e marco i genitori di reggio emilia a cui gli assistenti sociali hanno portato via la figlia 1 stefania, la mamma di reggio emilia a cui gli assistenti sociali hanno portato via la figlia